AS ROMA NEWS LECCE MOURINHO – Erano già pronti i funerali, con le prefiche pronte a piangere (per finta) e ad attaccare Josè Mourinho che era stato fermato in casa (nella peggiore delle ipotesi sconfitto) dal Lecce di Roberto D’Aversa, un allenatore bravo che sa vendere il proprio prodotto (e produce anche un bel calcio). Le puntate da mandare in onda il giorno dopo erano confezionate, le aperture radiofoniche pronte e già pre-registrate. I titoloni dei giornali cambiati in fretta e furia. Invece Mourinho, nel giro di 137 secondi, rivolta la Roma mettendo un 4-2-4 che farebbe rabbrividire gli esteti del calcio e vince la partita. Due a uno. Due a uno. Dybala innesca Lukaku al minuto 94 che controlla, protegge il pallone con il fisico, si gira e di sinistro mette in rete. Tripudio. Lukakone si batte la mano con la quale stringe la maglia sul cuore, corre sotto la Curva Sud e succede di tutto. Mourinho bacia Aouar mentre Romelu è sommerso dagli abbracci della panchina e quella ideale dei tifosi. Per poco la gente non stava entrando in campo per abbracciare il numero 90 giallorosso.
Purtroppo ai radiolari e i contestatori cronici di Mourinho, che non riescono a godersi la vittoria della Roma, diciamo che Mourinho ha vinto la partita. Non è un luogo comune. Non è un ribadire sempre e solo uno stesso concetto. E’ la verità. Certo: hanno vinto Dybala, Lukaku, Aouar, Zalewski le paratone di Rui Patricio. Ma ha vinto Mou con le sue mosse tattiche, creando caos nell’area di rigore del Lecce e portando a casa il risultato. Eravamo al 91′ quando Azmoun ha incornato di testa il cross calibrato di Zalewski. Era il 94′ quando Big Rom si girava e infilzava un ottimo Falcone che fino a quel momento aveva respinto anche le mosche di Monte Mario. Ma non avevate fatto i conti con Mourinho. Nessuno, nessuno escluso. Mourinho, dimesso e morigerato fino a San Siro, aveva già fatto capire dal sabato pre-partita che Roma-Lecce sarebbe stata un’altra storia. Le stoccate a De Siervo, alla Lega Serie A, ai Friedkin, a Pinto, a tutti coloro che gli hanno remato e continuano a remargli contro. Non i suoi giocatori. Quelli no, quella è la “familia“. E la famiglia è sacra per tutti. Loro hanno portato alla vittoria la Roma. Ma la vittoria, mai come questa volta, è targata Mourinho. E noi lo gridiamo con forza.
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