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Roma Femminile, Bavagnoli: “Incontrare il Barcellona è un orgoglio. Scudetto? Piedi per terra”
AS ROMA NEWS FEMMINILE BAVAGNOLI – A pochi giorni dai quarti di finale di Women’s Champions League contro il Barcellona, la Head of Women’s Football della Roma Femminile, Betty Bavagnoli ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Queste le sue parole.
Betty, che ha fatto?
«Ho l’anima da tecnico, però sapevo che in questo ruolo avrei potuto fare e dare di più. Non potevo accontentarmi di fare l’allenatrice. Io sono figlia del calcio femminile e quando vedo le bambine mi commuovo perché sono tutto quello che volevo essere quando ero piccola».
In affitto al Coni sognando un centro della Roma per le donne?
«Piano piano rosicchiamo e ci ampliamo. Aprire un centro della Roma femminile fa parte dei nostri obiettivi, per essere unici, prendere decisioni, avere libertà. Però siamo molto felici di stare qui e molto grati al Coni».
Avete giocato le partite di Champions in trasferta a Latina per mancanza di uno stadio con le luci, un po’ assurdo non crede?
«Spostarsi da Roma poteva essere un sacrificio ma alla fine si è aperto un mondo che ha fatto diventare positivo quello che era un problema dell’AS Roma, visto il risultato in termini di disponibilità da parte del Latina, delle persone che hanno lavorato a ogni evento, della gente che ha scoperto la bellezza del calcio femminile. La mia società è stata eccezionale. E pure i tifosi romanisti che si sono sobbarcati le trasferte. Per questo mi rende felice giocare all’Olimpico, lo considero un regalo per loro».
I tifosi sono gli stessi della maschile?
«Credo che abbiamo costruito una tifoseria per le donne, ma siamo riusciti a coinvolgere anche quella degli uomini che quando viene a vedere le donne non ha stress e ansie».
Che effetto avrà la partita col Barcellona?
«In Italia c’è bisogno di conoscere questo sport e il livello raggiunto. La partita all’Olimpico è una gara di dimensione internazionale. Abbiamo i piedi per terra, siamo umili, però dopo quattro anni ci ritroviamo a giocare all’Olimpico i quarti di Champions con il Barcellona. E anche se il club spagnolo è nato nel 1988 e noi nel 2018, e parliamo di due storie molto diverse, ci sarà uno spettacolo. Vado fiera perché questa squadra l’ho iniziata io e il 21 saremo lì a giocare contro una superpotenza. Deve essere un orgoglio per tutti. L’Olimpico e il Camp Nou, già entrare in questi stadi per le nostre ragazze vale la partita, al di là del risultato. Potremo fare un miracolo o no, ma vedere la AS Roma occupare uno spazio in un panorama internazionale è la “visione”».
Lei da allenatrice è stata un po’ all’ombra di Carolina Morace. Accettando la Roma è come se avesse deciso di venire allo scoperto?
«Già, non sono nemmeno sui social. Per il progetto-Roma sono stata contattata. Avevo voglia di mettermi alla prova. Ho fatto tanta gavetta e sempre avuto il bisogno di mettere la mia esperienza a disposizione di tutti. La Roma per me è una grande visione. Questa è una società con una grande storia, ho sentito di essere chiamata per costruire la storia del femminile. Obiettivo: alzare sempre l’asticella. E così ho fatto».
Avete un bel margine di vantaggio, vuol dire scudetto vinto?
«Come dice Spugna rimaniamo coi piedi per terra. Non abbiamo ancora fatto niente. Sono orgogliosa nel dire che la crescita parte da lontano, dalle nostre bambine, dal settore giovanile. Abbiamo fatto passi avanti, investito sotto ogni aspetto: dal convitto, al liceo di Trigoria, all’aspetto nutrizionale, psicologico, tecnico, formativo. Lo scudetto quindi è la costruzione di un percorso. Quando vedremo la bambina su cui abbiamo investito esordirà in prima squadra avremo vinto anche altre battaglie».
Questa è la quinta stagione della Roma in serie A femminile, l’evoluzione è evidente, quanto le somiglia tutto questo?
«Senza il lavoro certosino di tutti non avremmo raggiunto questi risultati. Devo tanto a chi lavora con me, dal diesse Migliorati al direttore operativo Stigliano a tutto lo staff che mi accompagna: nessuno da solo può costruire».
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