Vi giuro, quando l’ho sentito con le mie orecchie mi si è gelato il sangue. Per un attimo, pur non avendola vissuta direttamente, mi sono sentito catapultato in una realtà molto pericolosa e scivolosa, quando la stampa era controllata e manipolata dal regime Fascista. Ma stiamo scherzando?
Parliamone. Alcuni sostengono che non si sarebbe dovuto dare risalto all’articolo di ieri de “Il Sole 24 Ore” a firma di Gianni Dragoni riguardo la situazione debitoria della Roma. Ma non solo: chi ha approfondito il tema, non avrebbe dovuto farlo. Il riferimento era chiaro e preciso. Si parla di “selezione di notizie”. Bene. Iniziamo a non interferire nella vita privata dei calciatori. Iniziamo a non riportare le notizie in cui si parla di Kolarov e della sua ex amante. Importa qualcosa a qualcuno? E’ gossip. Punto. Iniziamo a non riportare più i post dai Social dei giocatori della Roma che vanno in giro per il mondo durante il periodo estivo. Chissenefrega se Totti va alle Maldive con Ilary (sempre sia lodato, capitano) o se Dzeko si reca a Sarajevo con la moglie Amra e i figli?
Parliamo di calcio. E si sa, quando si parla di football, bisogna parlare anche di bilancio. Ma come, non l’avete detto voi che i club calcistici sono delle aziende? E allora, trattiamole da tali. Quindi, se opportuno, cerchiamo di approfondire gli squilibri dei conti della Roma che un giornalista serio come il Dott. Gianni Dragoni ha messo nero su bianco sia su “Il Sole 24 Ore” che ieri su Romagiallorossa.it.
Dovete sapere una cosa. Sì, ormai me ne sono accorto anche io che abito in Germania e che dall’Italia ci manco da 18 anni. In politica, come nel calcio, non ci sono più giornalisti alla Pecorelli o alla Siani che, per raccontare realtà scomode, sono stati uccisi. In questi casi si parla di situazioni molto importanti e delicate, non paragonabili al calcio. Ma il confine è sottile. Il calcio dovrebbe essere un gioco, ma ci sono talmente tanti interessi in ballo che diventa inevitabilmente una cosa seria. Per cui se si dice che la Roma ha 220 milioni di debiti, la maggior parte verso le banche, la notizia, secondo i benpensanti, deve essere addirittura omessa. Avete capito bene: bisogna fare une selezione delle news. Come fa la Roma con i giornalisti: tu sei bravo, entra pure a Trigoria; tu no, sei cattivo, non ti diamo l’accredito. E chissenefrega! Bel modo di comportarsi. Non funziona così in Germania, ma non voglio sputare sul mio paese natio, lungi da me.
Purtroppo alcuni giornalisti sportivi ormai sono diventati dei veri e propri uffici stampa che difendono l’indifendibile e che, pur parlando di numeri, distorcono anche l’evidenza delle leggi matematiche. Strano: si dice che la matematica non sia un’opinione, tranne per me che rimane comunque tale. Ma io non faccio testo. La matematica, tuttavia, è una scenza esatta e come tale non può essere discussa. A dispetto del calcio che, non essendo una scienza esatta, è opinabile.
Ora senza entrare in strani discorsi calcistici-filosofici che possono tediare i lettori, i giornalisti sportivi, specie quelli della Roma, hanno una sola aspirazione: lavorare per il club giallorosso. Magari intrattengono dei rapporti di amicizia con il direttore generale o il direttore sportivo di turno, con il capo ufficio stampa del club, si fanno spiegare quello che devono dire nelle radio in cui collaborano (vero volano per la società giallorossa) e fanno “opinione”, “tendenza”. Sono trendy, come un paio di catenoni di Fedez. Ma poi, inevitabilmente, la moda cambia. Si trasforma. L’iPhone X è già un ferro vecchio, ne arriverà presto un altro più nuovo e con maggiori funzionalità. Così come il pantalone a zampa di elefante che andava di moda negli anni ’70: ogni tanto esce fuori da qualche nostalgico, ma chi li indossa più?
Ecco, definirei questi giornalisti che hanno l’obiettivo di avere un posto assicurato nella Roma, un giorno, forse nemmeno tanto lontano, una sorta di iPhone 4: è fuori mercato, non lo vendono più, ma può essere riciclato. E quindi, di conseguenza, si rigenera. Si, proprio come quei negozietti di periferia che vendono i prodotti Apple rigenerati, ritornati alle impostazioni di fabbrica.
Ma quale sarà il loro futuro quando Pallotta non sarà più il presidente della Roma? Probabilmente faranno la fine di Fabio Alescio (ve lo ricordate?) che è sparito dal mondo della comunicazione una volta cavalcata l’onda anomala di Fioranelli. Fare giornalismo, serio e corretto, non è per tutti; ma fare l’ufficio stampa sì, lo possono fare tutti. Basta fare l’avvocato, catecoria che odio. Riguardatevi su Youtube la barzelletta di Gigi Proietti sui “legali di fiducia”. Basta rigirarsi la realtà a proprio piacimento come un pedalino sporco. Basta mettere la polvere sotto il tappeto e parlare per bocca di un direttore generale che vorrebbe che alcune notizie fossero sottaciute e che non abbiano risalto. Ma puoi mettere sporcizia sotto il tappeto finchè si vuole, ma prima o poi la puzza arriva. E la vita ti presenta sempre il conto.
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