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Editoriale

Roma, l’ombra della mediocrità: tra fallimenti esterni e un mercato che non risana

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AS ROMA NEWS AZ AKLMAAR – La Roma continua a navigare in acque agitate, dove i problemi non si limitano solo ai risultati del campo, ma si estendono a una gestione societaria che non sembra avere la forza di imprimere una vera svolta. Fuori casa, i giallorossi sono una squadra fragile, incapace di spezzare un tabù che dura da mesi. L’ultima vittoria in trasferta in Europa risale addirittura al 23 settembre 2023, mentre in assoluto bisogna tornare al 25 aprile dello stesso anno, data simbolica per gli italiani, ma che per i romanisti segna un punto di crisi sportiva.

Claudio Ranieri ci sta provando, ma da solo è difficile cambiare le sorti di una squadra che mostra sempre gli stessi limiti. Nemmeno un tecnico come Mourinho è riuscito a invertire la tendenza, e la proprietà dei Friedkin, nonostante i proclami di rivoluzione, sembra essersi adagiata su un mercato di riparazione che sa di restauro.

Un mercato deludente e le colpe di Ghisolfi

La sessione invernale, ad oggi, non ha portato quella scossa che la squadra necessitava. Ghisolfi, il direttore sportivo chiamato a progettare la rivoluzione, ha finora consegnato a Ranieri un secondo portiere, Pierluigi Gollini, e un terzino olandese, Devyne Rensch, che sembra lontano dall’essere il profilo di spessore atteso. E così Ranieri è costretto a giocarsi l’Europa League con un organico che presenta ancora numerose lacune. La suggestione Frattesi, il centrocampista che potrebbe ridare equilibrio e speranza, rischia di concretizzarsi troppo tardi, quando i giochi saranno ormai chiusi.

Un futuro tutto da costruire

Ma le problematiche non si fermano al campo. A Trigoria manca ancora un CEO, un direttore generale, un direttore tecnico, e anche l’allenatore per la prossima stagione, dato che Ranieri ha già annunciato il suo addio. A ciò si aggiunge l’incertezza sui progetti futuri, con una rosa che alterna talenti come Soulé e Baldanzi, poco utilizzati, e un attacco che vive sulle spalle di un Dovbyk mai davvero incisivo.

Dybala, da giocatore poco desiderato, è diventato improvvisamente indispensabile, mentre Pellegrini ha spento le voci di mercato con un gol nel derby. Dietro di loro, però, il vuoto. I giovani promessi dal mercato estivo, come Dahl, Saud e Sangarè, sono spariti dai radar, mentre Svilar, uno dei migliori nelle sue apparizioni, attende ancora il rinnovo del contratto.

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Tifoseria paziente ma esasperata

In questo contesto, l’unica vera élite sembra essere rappresentata dalla tifoseria, che continua a sostenere la squadra con una pazienza quasi incomprensibile. Tuttavia, anche questa fiducia non è eterna, e i Friedkin dovranno dimostrare di essere all’altezza delle aspettative con scelte chiare e ambiziose, a partire dal mercato estivo.

La Roma ha bisogno di una vera rivoluzione, e non solo di rattoppi. Ma per costruire un futuro solido serve una visione che, ad oggi, sembra mancare. I prossimi mesi saranno decisivi: senza una sterzata immediata, il rischio è quello di rimanere intrappolati in una mediocrità da cui è sempre più difficile uscire.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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