AS ROMA NEWS ZALEWSKI – Inizia con il racconto di quel gol con il Manchester United ma non assegnato a lui in Europa League il percorso in prima squadra di Nicola Zalewski. Il giovane talento della Roma, si è raccontato durante una puntata del podcast ufficiale della società giallorossa.
Un commento in primis sul ritiro ad Albufeira: “Devo dimostrare molto per rimanere qui e dare il meglio di me, ma non mi sento comunque un giocatore aggregato. Non ho iniziato a dare consigli ai giovani, sono ancora io il più piccolo”
Zalewski parte dalla sua infanzia per raccontare il suo percorso: “Poli è un paese piccolissimo, i miei genitori mi hanno raccontato che sono stati accolti alla grande, lo stesso vale per me e mia sorella. Non parlo di ricordi perché vivo tuttora lì, non posso definirli come ricordi, sono felice di essere cresciuto lì. Il fatto che sono qui lo devo anche ai miei amici e alle persone che mi sono stato vicino”.
Il ricordo del primo giorno a Trigoria: “Ho ricordi vaghi, ma feci il provino assieme a Calafiori. Abbiamo semplicemente fatto allenamenti normali, con ragazzi più grandi, poi ci hanno preso tutti e due. Ci sono stati periodi in cui pensavo di essere fisicamente troppo piccolo per giocare a grandi livelli, poi ho avuto la fortuna di avere accanto persone che mi hanno sempre sostenuto e che mi hanno aiutato a non mollare mai”. Un altro giocatore con cui Zalewski ha condiviso parte del percorso: “Sicuramente Edoardo Bove, è qui da 10 anni, abbiamo fatto tutte le giovanili insieme”.
“Ho sempre cercato di giocare come ho fatto sempre, dall’Under 15 fino alla Primavera, ho sempre cercato di mettere da parte l’emozione e la tensione, anche se a volte non ci sono riuscito”, prosegue Zalewski, che torna sul gol al Manchester United, messo però a referto come autogol di Telles: “Nel dubbio me lo potevano dare… Se mi aspettavo di giocare? Si. Ho cercato di farmi trovare pronto perché sapevo che poteva arrivare da un momento all’altro”.
Parla poi di mister Mourinho: “Al momento dell’annuncio ho pensato che se mi avesse magari portato in ritiro, di dare il meglio di me per giocarmi le mie carte. il mister non ci ha mai mandarto il messaggio che sei giovane non puoi giocare e devi andare altrove per farti le ossa. Semplicemente ci ha detto che se restiamo qui abbiamo del potenziale, prima o poi sarebbe arrivato il momento ed è da sfruttarlo al meglio. Alla fine non ci possiamo lamentare… (ride, ndr)”.
Il racconto prosegue con la sua esplosione nelle ultime due stagioni. Si passa al debutto con la nazionale polacca nel match contro San Marino e l’emozione del padre, venuto a mancare nel settembre 2020. “Dico la verità, mi aspettavo di esordire, il ct Paulo Sousa mi disse che in quella partita avrei potuto giocare tranquillamente. Magari non era il massimo del livello, ma dovevo comunque dimostrare qualcosa e penso di esserci riuscito. Poi quando sono tornato a casa tutti complimenti e abbracci”. Dopo il derby era scomparso dai radar, poi c’è Roma-Verona e gioca la prima volta da terzino, ruolo che ha poi ricoperto fino a fine stagione. “Qualcosa che ho scoperto? Si e no. Il mister mi aveva detto di tenermi pronto per quel ruolo, ma non mi aspettavo di fare così bene”. Roma-Spezia la prima da titolare, con l’Atalanta la consacrazione. “Com’è successo? Sicuramente nel corso degli anni ho fatto più ruoli, dalla mezzala al trequartista. Ma come terzino sinistro… Non mi ci ero mai trovato – prosegue Zalewski, che parla poi anche della stagione in cui la Roma ha riabbracciato i tifosi: “A volte ho pensato “che fortuna essere capitato in questo momento”, anche perchè ogni partita era sold out”. E infine la Conference League: “i momenti migliori escluso Tirana? Gli assist a Zaniolo contro il Bodo e a Pellegrini contro il Leicester. Il secondo però è stato più bello, perché era più importante”. E poi Tirana: “La notte prima ho dormito, ero tranquillo. Mas dopo proprio per niente….”.
Infine poi il rapporto con il capitano: “E’ ottimo, è come un fratello maggiore da quando ero più piccolo perché abbiamo gli stessi procuratori”.
In conclusione spazio anche all’ipotesi nuovo ruolo: “Giocare più avanti? Sicuramente è un ruolo dove posso giocare e dove ho giocato fino allo scorso anno, se dovesse servire cercherò di dare sempre il massimo”
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