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Sabatini: “Ranieri? Per me non è l’allenatore della Roma. L’unico è De Rossi”

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AS ROMA NEWS SABATINI DE ROSSI – A pochi giorni dall’attesissimo derby della Capitale, l’atmosfera a Roma è già carica di tensione ed entusiasmo. Per analizzare l’importanza della stracittadina, sia dal punto di vista sportivo che emotivo, Walter Sabatini è intervenuto ai microfoni di Radio Radio. Ecco le sue riflessioni.

“Il valore del derby è particolare, inutile rimarcarlo. Influisce sulle menti delle persone per un anno intero. Ma per il momento storico di entrambe, una sconfitta sarebbe più dolorosa per la Roma che per la Lazio. La Roma ha un serio problema di classifica e rischia di provocare un danno insanabile. Perché la lotta per non retrocedere in primavera diventa esiziale, una situazione che la domenica ti sottopone a uno stress enorme. Alla guida della Roma c’è un uomo che conosce perfettamente i problemi e saprà gestirli al meglio. Ranieri è un ottimo allenatore ma soprattutto un ottimo gestore e saprà indirizzare gli animi anche stavolta”.

Meglio le sue intuizioni alla Lazio o alla Roma?
“Alla Lazio c’era grande confusione, Lotito ha risolto i problemi importanti e lui è un maestro in questo, facendo una manovra incredibile con l’Erario per un debito di 300 milioni. Facemmo una squadra con prestiti e parametro zero ma la ricordo con grande orgoglio, squadra fortissima allenata da Delio Rossi. Arrivammo in Champions, con un centrocampo che ancora mi emoziona, Ledesma, Mudingayi, Mutarelli e Mauri trequartista. Alla Roma ho lavorato più anni e in altri contesti. Ho fatto un mercato pirotecnico, incassavo tanto e reinvestito, Pallotta – gliene va dato atto – non mi ha mai chiesto di mettere soldi sotto la mattonella, ha sempre accettato che li reinvestissi tutti e questo mi ha dato la possibilità di prendere tanti giocatori importanti”.

Perché la Roma di ora va male?
“Non c’è la dirigenza. I Friedkin hanno creato un mostro senza teste. Non c’è il ds, c’è un ragazzo che ho sentito solo ora in due interviste e mi ha fatto buona impressione, ma prima non c’era e non c’era neanche il direttore generale. Non c’erano i dirigenti preposti che non possono essere abbandonati nel calcio, non c’era gestione dello spogliatoio. Una scelta che hanno fatto, un errore enorme. Le squadre non sono dei proprietari, ma della gente. Era necessario farsi sentire, non l’hanno fatto”.

Il giocatore che le ha dato più orgoglio?
“Nainggolan, gioie e dolori. Lui era un vero deficiente, scherzava con se stesso e la sua vita ma questo non gli toglieva niente la domenica, era sempre il migliore in campo. Si è bevuto pure il lago Trasimeno, il lago di noi umbri, dove i romani hanno riportato vittorie importantissime. Diciamo anche che si è bevuto pure il lago di Vico, per dirne uno più conosciuto dai romani”.

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Errori che non rifabbe oltre alle sigarette?
“La sigaretta per me è stata una compagna di vita, mi ha consolato, fatto rallegrare. C’era una sigaretta per tutti gli usi, per la delusione, la disperazione, la gioia. Settanta al giorno, ma ho pagato un prezzo salatissimo. Però rifarei tutto”.

Consiglio a Ranieri sul nuovo allenatore?
“No, per me non c’è un nuovo allenatore della Roma, per me l’unico è Daniele De Rossi. Però non mi metto a fare azioni di disturbo perché voglio troppo bene a Claudio. Ma se me lo chiedete, l’unico allenatore della Roma deve essere De Rossi. Aveva dato un volto e un’anima alla squadra. Non è una questione di affetto, ma analitica e di ragionamento”.

Perché l’hanno mandato via?
“Una conseguenza del fatto che non c’erano intermediari emotivi a tradurre il lavoro dell’allenatore. Chi gli raccontava cosa succedeva? Atena la greca? Non c’erano personaggi in grado di raccontare la curva sportiva della squadra, l’allenamento e le capacità dell’allenatore di condurre un gruppo. Figure che sono mancate”.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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