Arrigo Sacchi

(Gazzetta dello Sport – A. Sacchi) Sfiorato il miracolo. La Roma ce l’ha fatta, la Juve quasi, e l’avrebbe meritato. Nessuno poteva immaginare il modo in cui le italiane avrebbero poi vinto: non con difese eroiche in attesa dell’errore altrui, ma ribattendo colpo su colpo con generosità e bravura. Questa volta è successo qualcosa che non si era mai verificato: vincere con merito e da protagoniste, con un football positivo e divertente. La Roma ha azzannato al collo Messi e compagni, il pressing è stato feroce e continuo. Erano mesi che Eusebio lavorava con convinzione e su un progetto che uscisse dalle nostre angosce e paure: voleva la vittoria attraverso il merito e la bellezza certo che il gioco migliori il singolo e le possibilità di successo. I giallorossi sono arrivati all’impegno più gravoso pronti per la grande impresa, le idee di Di Francesco, il lavoro svolto in tutti questi mesi, il suo coraggio hanno convinto il gruppo che si è trasformato in una squadra con interazioni non solo agonistiche e fisiche ma anche tecniche e tattiche. La Juve ha compiuto un capolavoro: spavalda, coraggiosa, con tanta qualità collettiva e individuale. Allegri e i suoi hanno accantonato paure, eccessi tattici, il difensivismo. Non hanno superato il turno, ma hanno imboccato la strada che gli darà un futuro internazionale vincente. Dobbiamo credere di più nelle idee, nelle capacità e nel lavoro. Impariamo a distinguere il modo in cui si vince o si perde, chiediamo alla nostra squadra impegno, divertimento ed emozioni, solo così si potrà raggiungere uno stile positivo che ci aprirà al futuro.



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