AS ROMA NEWS DE ROSSI SELLA – Ezio Sella, ex attaccante cresciuto nelle giovanili della Roma ed ex allenatore giallorosso, è intervenuto ai microfoni di TeleRadioStereo 92.7.
Che emozioni ha vissuto ieri Daniele De Rossi?
“Sono emozioni forti, meravigliose, che probabilmente De Rossi sognava anche se forse non così presto. De Rossi è attaccatissimo ai colori giallorossi, è cresciuto calcisticamente alla Roma e ci è rimasto per 20 anni. Era un sogno, e si è avverato subito. E’ un ragazzo serio e competente, sono contento per lui e secondo me ha fatto bene ad accettare questa offerta”.
Perché, secondo lei, De Rossi ha fatto bene ad accettare?
“La Roma non si può rifiutare. Chi vuole fare questo mestiere, quando capita un’occasione del genere, può solo accettarla e buttarsi a capofitto su questa esperienza lavorando giorno e notte. Considerando il suo passato, poi, De Rossi non poteva rifiutare: è una chance molto importante”.
La poca esperienza in panchina potrebbe giocare a sfavore di De Rossi?
“In passato diversi ex-giocatori sono passati dalla scrivania ad allenare squadre importanti, pur senza esperienza. Capello è passato dalla Polisportiva al Milan e sappiamo quello che ha fatto, idem Guardiola che aveva allenato la seconda squadra. La mentalità vincente è quella che conta, e credo De Rossi credo la possegga. Non ho avuto modo di sentirlo, ora come ora è giusto che sia concentrato su quello che deve fare e su quello che vuole raggiungere, dedicandosi completamente alla causa perché era il suo sogno ed è una grande occasione”.
Che cosa deve fare un allenatore appena subentra in una squadra dopo un esonero, all’atto pratico?
“La prima cosa è parlare con i singoli giocatori, cercando di capire quali sono le cose che hanno portato la Roma ad avere difficoltà sul piano del gioco e dei risultati nell’ultimo mese. La prima cosa è capire quali possono essere le problematiche, tattiche ma anche fisiche e di gestione, lavorando sul piano psicologico. Poi va capito quale sistema di gioco adottare per sfruttare al meglio le caratteristiche di ognuno”.
Quale è il modulo migliore per questa Roma?
“Credo che il modulo scelto da De Rossi contro l’Hellas Verona, il 4-3-3, potrebbe fruttare perché mette nelle condizioni migliori alcuni giocatori. El Shaarawy a sinistra, largo e alto, Pellegrini a centrocampo. Alcuni giocatori, in alcune zone del campo, possono rendere maggiormente rispetto che in altre dove magari sono stati utilizzati”.
E’ possibile che i giocatori possano unirsi per mandare via un allenatore?
“I giocatori, quando scendono in campo, ci vanno per vincere. Stento a credere che qualcuno possa giocare male per mandare via l’allenatore. Il giocatore, di base, gioca per vincere e per fare bene. Ci possono essere varie situazioni, ma se il gruppo è compatto ed è aperto al dialogo anche con l’allenatore allora il confronto sulle cose che vanno bene o potrebbero andare meglio sarebbe fondamentale”.
Come è possibile che Mourinho non abbia provato tutto per cambiare il trend di questa squadra?
“Secondo lui la rosa che aveva a disposizione era una rosa che, giocando con le sue idee, potesse raggiungere risultati. In campo europeo in particolare questo è avvenuto, vedi la Conference e la finale di Europa League dell’anno scorso, ma in campionato questo non è successo. Mourinho aveva delle certezze, tra cui il modo di giocare, e ha continuato su questa scia: era convinto, visti i risultati in campo internazionale, di poter raggiungere risultati nello stesso modo anche in campionato, ma questo non è successo”.
C’è il rischio che la Roma possa lasciar andare l’Europa League per puntare tutto sulla qualificazione in Champions League?
“Credo che in ogni competizione De Rossi vorrà dare il massimo, sia in Europa League sia in campionato. Credo che la Roma cercherà di raggiungere il massimo su tutti i fronti. Vincere, andare avanti in tutte le competizioni, è utile per dare consapevolezza e creare la mentalità vincente. Quella è la mentalità per raggiungere i risultati”.
Il tifoso della Roma darà credito illimitato a De Rossi?
“Nel calcio alla fine parlano i risultati. I risultati fanno lavorare con tranquillità e serenità, e mi auguro che alla Roma di De Rossi possano arrivare risultati”.
In che modo farà bene De Rossi alla Roma?
“Avrà fatto bene se la Roma avrà raggiunto qualche risultato positivo, in campionato come nelle altre competizioni, se i giocatori saranno cresciuti e se De Rossi avrà inserito la propria idea di gioco. Per aspettare di vedere l’impronta di De Rossi, però, servirà tempo, un mesetto: ci vuole tempo da subentrante per trasmettere le proprie idee”.
Se, a fine stagione, dovesse scegliere a chi dare la panchina giallorossa tra Thiago Motta e De Rossi, chi sceglierebbe?
“Ora come ora aspetterei. Daniele De Rossi allenatore non lo abbiamo ancora visto né capito. A fine stagione si vedrà. Se dovesse aver fatto un buon lavoro, perché non riconfermarlo?”.
Meglio Liedholm o Capello?
“Con Liedholm mi sono trovato benissimo, ci dava molto spazio e voleva mettere in campo una squadra propositiva e che giocasse a calcio. Era un personaggio fantastico, da lui ho imparato tanto sotto il profilo della gestione, del comportamento e del rapporto con i giocatori. Capello, invece, pensava più al risultato, era più pragmatico. Sarebbe bello vincere divertendosi, ma è bello vincere in generale. Alla lunga però, quando giochi un buon calcio, secondo me alla fine vinci”.
Chi le ricorda De Rossi come tipologia di allenatore, per lo meno come immagine?
“Un primo Ancelotti, quello della Reggiana o comunque a inizio carriera. Anche Conte magari, ma più Ancelotti perché Conte è un pochino più istrionico. De Rossi si agita in panchina, dà indicazioni con la grinta giusta, ma con più calma”.
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