Luciano Spalletti, allenatore della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla radio ufficiale del club giallorosso commentando la vittoria contro l’Inter di ieri sera:
Qual è il reale significato della vittoria di ieri?
La tranquillità della squadra. Lavorando nella Roma dove tutto ti arriva doppio, avere la possibilità e la consapevolezza di aver vinto contro una grandissima squadra e di avere tempo e tranquillità per sviluppare i nostri obiettivi, diventa tutto più facile. Adesso c’è un timbro di voce più normale, più rilassato. Le sconfitte ti creano tensione, nervosismo, dispiacere personale, nelle vittorie non sei mai felice, ma più rilassato.
Dzeko?
Oggi è giustamente preso di mira per quello che ha fatto. C’è differenza tra ieri e altre partite, ma differenza anche in quello che potrebbe fare in quello che ha fatto ieri. Con lui ho usato diversi metodi per smuoverlo, poi durante le riunioni, gli incontri personali e ora qualcosa si vede e va trattato per quello che lui evidenzia e le possibilità ci sono, alcune volte non le usa a pieno e abbiamo l’obbligo di evidenziare queste cose.
Ieri sera lo abbiamo visto anche falso nueve
Questo rientra in quelle che sono le sue qualità. Lui è un calciatore completo. Lui può fare anche quello più di movimento. Questo fatto della punta alta e della punta bassa si usava anche al contrario. Gli manca solo un po’ di carattere. Ormai si è detto e possiamo dirlo perché non gli facciamo del male, ma è una constatazione. Ogni tanto abbassa questo livello di cattiveria agonistica che poi è quella che nutre la prestazione. Bisogna farlo diventare più cattivo.
Invece su Juan Jesus e su Fazio?
Nella Roma non c’è gente capitata qui per caso. Fazio secondo me è stato una bella trovata, perché il giocatore per la forza che ha, per il valore che ha, è stato un elemento che porta un grande vantaggio alla rosa. Lo abbiamo pagato poco, è uno straordinario atleta e ha fatto vedere di avere personalità. Un giocatore non può avere 10 partite per giocare nella Roma. La Roma ti dà 10 allenamenti e tu devi far vedere che quando ti butto dentro devi dare il fritto.
Juan Jesus è stato molto criticato
Bisogna ringraziare il peso delle critiche che è segno di essere in una situazione importante. Dovremmo essere orgogliosi di portare questo peso.
La partita di Salah
Ha questi strappi impetuosi di velocità e tecnica che ti squarta in due. Poi si arriva in fondo e… In fase difensiva è l’opposto dei vantaggi che ti può dare. In fase di palleggio ha bisogno di velocità, palla sui piedi di guarda in faccia e va dritto per dritto e ti fa un buco nello stomaco. In fase difensiva hai il vantaggio, se tu hai ucciso qualcuno oppure no. Poi c’è il calcolo finale: quando hai l’occasione di fare gol, di far fare gol, di far un passaggio determinante e le sbagli tutte, che si fa? Si fanno questi strappi, poi c’è il resto della partita, che la riempiono gli altri come è successo ieri. E a me non sta bene. Se poi gli altri hanno qualità come quelli dell’Inter, la riempiono bene. Tu fai delle giocate che rimangono negli occhi della gente. Poi se loro riempiono la partita, la vincono loro.
Ieri Sarri ha detto che la Juve fa un campionato a parte. Un giochino psicologico per motivare la squadra o una resa?
Non posso commentare, conosco bene Sarri, è una persona intelligente e se dice qualcosa ha un suo fine, rischieremmo di dare alle sue parole un’interpretazione sbagliata. In generale la Juve è quella che ci aspettavamo, sono stati bravi a sfruttare il massimo che gli hanno concesso, hanno portato a casa il risultato anche quando la squadra non ha funzionato. Hanno una grande squadra e hanno una grande mentalità. Noi siamo al 60%. Magari anche al 70 o all’80, ma è meglio per i calciatori che ci sentono dire che siamo al 60%, dobbiamo fare ancora di più (ride, ndr)
La sosta arriva al momento giusto o avrebbe preferito affrontare il Napoli questa settimana?
Abbiamo situazioni che in parte abbiamo rimesso a posto ieri, per altre bisogna lavorarci e bisogna andare avanti sul sistema usato nelle ultime settimane, usando più tempo per andare più in profondità e magari avere qualcuno in meno con cui parlare, di modo che c’è più attenzione, più dialogo e più presa di coscienza.
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