Il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni ha rilasciato un’intervista ai microfoni di “Reporter Nuovo” per parlare del progetto del futuro stadio di Tor di Valle.
Sull’iter dello stadio della Roma.
“Iter complesso perché ci troviamo a fare da test-case, i primi a sperimentare la legge sugli stadi e allo stesso tempo la conferenza dei servizi in forma semplificata. Una serie di incertezze sull’applicazione normativa che vanno gestite con la massima attenzione. Siamo in una fase molto avanzata, l’anomalia è stata che nel corso della fase finale dell’iter approvativo c’è stata una rivisitazione del progetto a seguito di una diversa visione della città di Roma a seguito del cambio di guida politica, con l’elezione del nuovo sindaco. Ci è stato chiesto di procedere a una revisione del progetto secondo idee diverse e questo ha fatto sì che, pur portando avanti la procedura amministrativa in Conferenza dei Servizi, alla fine si è arrivati a una rivisitazione del progetto”.
Sulla normativa.
“L’emendamento attraverso la forma del decreto legge che ha cercato di introdurre delle modifiche al fine di facilitare la costruzione di impianti non riguarda direttamente il nostro progetto, ben avviato sotto il cappello della precedente nomativa. È chiaro l’intento del legislatore, quello di favorire la celerità dell’approvazione. È un’esigenza del paese, rafforza la possibilità di arrivare in fretta alla conclusione del processo. Sul vincolo del Mibact, è una procedura al di fuori della fase di approvazione, che separatamente il Mibact ha deciso inopinatamente di aprire, si tratta di un annuncio di avvio di procedura di apposizione di vincolo, abbiamo posto delle controdeduzioni di natura tecnico-strutturale-ingegneristica e storico-architettonica da cui si evince che non è un progetto firmato da Lafuente e non è composto da paraboloidi iperbolici. Tra l’altro la situazione della struttura è di precarietà, sta collassando, avrebbe bisogno di interventi che non hanno motivo di avvenire. Siamo estremamente fiduciosi che possa essere presa una decisione di non apposizione di vincoli”.
Sul progetto.
“La città di Roma ha riconosciuto l’utilità di farlo, aveva semplicemente visioni diverse su come era opportuno farlo ed è giusto adattarsi alla visione politica di chi è incaricato di amministrare la città. Non abbiamo avuto timori, la ripercussione sarebbe stata negativa, se si può investire per migliorare le prospettive gestionali attraverso la disponibilità di un’infrastruttura si hanno meno leve economiche da azionare. Sarebbe stato vero anche per la città, sarebbe stata persa l’opportunità di un investimento rilevante in una città che ne ha bisogno, per dare una spinta all’economia cittadina. Il comune di Roma era perfettamente a conoscenza, in grado di rilevare questa esigenza e di accompagnarla”.
Un bilancio della stagione.
“Non può che essere molto buono, abbiamo sempre l’obiettivo di migliorarci, è un percorso quello di diventare più competitivi. Ci si conferma ai vertici del calcio italiano, con la possibilità di partecipare alle coppe europee, questo indica una stabilità nella progressione di competitività. Queste sono le basi per poter aggiungere anche dei titoli. Ma anche la stabilizzazione del brand sportivo è la base su cui costruire i successi”.
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