E’ andato in scena venerdì scorso il confronto a Radio Radicale, fra l’assessore all’Urbanistica in pectore della Giunta Raggi, Paolo Berdini, l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Marino, Giovanni Caudo, Emanuele Montini, coordinatore nazionale di Italia Nostra e il cronista de Il Tempo, Fernando Magliaro, nella trasmissione – andata in onda questo pomeriggio – «Fatto in Italia», condotta da Nicolas Ballario e il fotografo Oliviero Toscani.

Montini, da subito Italia Nostra è stata contraria allo stadio della Roma. Il Comune può ancora fare qualcosa per bloccare il progetto?
“Già nel 2008 si poteva pensare di trovare un terreno più stabile dove costruire uno stadio. Ma la città va dove l’imprenditore vuole, non dove il pianificatore decide. Quel terreno privato vale 800 euro a metro-quadro, questo regalo è per la città, per i cittadini e per i romanisti? Forse è più una “scusa” fare lo stadio, perchè altrimenti la variante non si poteva avere? Ci aspettiamo un Comune che metta paletti su queste cose. Ci sono tante zone degradate della città, se ne potevano scegliere altre. L’esigenza per quel quadrante non è così forte come in altre zone”.

Montini, il Comune può ancora fare qualcosa?
“Il Comune può fare quello che vuole. Si può tornare indietro. Lo stadio è soltanto una minima parte, il 14%. Il costo dell’infrastrutturazione è di 190 milioni di euro, e sono a scomputo degli oneri concessori. I soldi vengono gestiti dal privato”.

Caudo, serve lo stadio?
“Inteso come struttura pubblica sportiva non serve, non era nel nostro piano regolatore. Ma il calcio è cambiato in Europa, e in virtù di questo calcio-business in Italia questa cosa si è tradotta in una norma fatta da Delrio. Siamo la prima amministrazione comunale che ha cancellato 161 ambiti di riserva. I privati hanno chiesto ad Alemanno delle aree, lui le ha selezionate e cancellate quelle inadatte. Alcuni ci hanno detto che ci abbiamo messo troppo a visionare il progetto, altri invece che abbiamo fatto troppo in fretta. Questa non è un’operazione di mala urbanistica. Io avrei detto no allo stadio se non fosse stato progettato su quest’area. Questa non è un’operazione spot, è un’operazione dove il privato ha utilizzato una legge nazionale ma noi l’abbiamo collocata nel bisogno della città. Smettiamola di dire che questa operazione è pagata dal Comune”.

Toscani: “C’è ipocrisia. C’è bisogno di un altro stadio? Non abbiamo lo stadio Olimpico, invidiato da tutti? La gente non va neanche più allo stadio, i soldi vengono dalla televisione non dagli stadi. Non c’è la necessità di costruire un nuovo impianto. In futuro non si andrà allo stadio a vedere lo sport. Questo stadio è una carnevalata”.

Berdini, lei ci sta dicendo che tutte le infrastrutture che servono a questa zona privata le paga il pubblico.
“Certo, sono d’accordo con Toscani. Io sono contrario. Ci sono a Roma due stadi meravigliosi come l’Olimpico e il Flaminio, ma si dà alla Roma, sulla base di una legge, la possibilità di fare un altro stadio. Mi dite in quale altra città si dà un milione di metri cubi in cemento per fare uno stadio? Noi abbiamo 13,5 miliardi di deficit, poi ci sono due miliardi accumulati durante i tre anni del sindaco Marino, poi 3,5 miliardi di fondi derivati accesi da Weltroni di cui non si sa nulla. In base ai parametri del governo Monti la città è fallita, e noi parliamo del videogioco-stadio. Questo è un incubo. La linea ferroviaria di Ostia si ferma un giorno si e uno no. Questa è una città fallita e giochiamo su uno stadio che costerà 400 milioni di euro. Dobbiamo spendere 400 milioni di euro, poi quando finisce la fiera e il videogioco chi le gestisce queste opere? Le manutenzioni chi le paga, ad esempio quella del ponte sul Tevere? Chi fa la manutenzione della pista ciclabile? Noi ci stiamo incastrando nella follia dell’urbanistica scellerata. Dobbiamo chiudere questa finestrella o dobbiamo far fallire questa città? Io non sono d’accordo alla realizzazione dello stadio ma, siccome rispetto le leggi, guarderò fino in fondo le carte che già conosco per grandi linee. Per non far fallire la città dobbiamo chiudere il rubinetto della mal urbanistica che ha portato a fondo la città”.

Berdini, lei cercherà di usare ogni mezzo consentito dalla legge per fermare questo progetto?
“Ma certo, per tutte le cose che ho detto. Io vivo nella zona di San Paolo da una vita, c’è stato un tempo drammatico quando la linea di Ostia non arrivava a Piramide ma entrava nella tratta della metropolitana. C’erano disservizi di oltre venti minuti. Dopo di che abbiamo costruito due binari nuovi che dalla Magliana arrivano a Piramide. Adesso quelli dei videogiochi ci stanno proponendo che si faccia uno schioccamento della metropolitana verso Ostia, mettendo l’intersezione che abbiamo tolto vent’anni fa. Questa è la Roma del futuro? Io credo che questa città debba avere il coraggio civile di ridiventare Capitale d’Italia. Io non sono contrario alla costruzione dello stadio ma a quella localizzazione. Faremo un grande appello ai costruttori che questa grande città ha, di cercare di creare alternative a quella scellerata localizzazione che porterà soltanto danni alla nostra città”.

Fuksas: “Lo stadio è solo un affare tra il costruttore Parnasi, che ha 800 milioni di debiti, un certo Pallotta, che non si sa dove l’hanno pescato, e Unicredit. Bisogna bloccare questa ennesima speculazione immobiliare, ristrutturiamo il Flaminio, ristrutturiamo l’Olimpico e stiamo benissimo. Finiamola di coprire gli affari con lo stile. Ci spiegassero un giorno chi è questo Pallotta, dove l’hanno trovato”

Magliaro: “Il Comune può interrompere l’iter fino a quando non si arriva all’ultimo step. Deve essere fortemente motivata e giuridicamente inattaccabile perchè la Roma ha speso soldi e preso impegni con gli investitori. Ci sono margini di miglioramento nel progetto, come in tutte le cose”.



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