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Stadio Roma, espulsa dal gruppo M5S in Campidoglio la consigliera Grancio
La consigliera Cristina Grancio è stata ufficialmente espulsa dal Gruppo del Movimento 5 Stelle del Campidoglio. A renderlo noto è stata la stata la stessa Grancio con un lungo post su Facebook, attribuendo questa rottura definitiva alle sue posizioni sul progetto Stadio della Roma e non solo. Queste le sue dichiarazioni:
“Esclusione della consigliera Cristina Grancio da Gruppo Capitolino Movimento 5 Stelle”. Così finisce la storia di pagina politica romana, che ci racconta due cose. La prima è che il M5S deve ancora imparare tutto in tema di democrazia e rispetto per le persone che manifestano correttamente idee anche diverse, ma collaborative. La seconda cosa vale per me e ne sono fiera: ho sempre tenuto la schiena dritta e ho mantenuto fede alle promesse e ai patti con i cittadini romani.
Ora proseguo il mio compito del Gruppo Misto. Tengo però ricordare che:
Tutto ha inizio con il Tavolo Urbanistica Comunale al quale mi dedico per tre anni fino al 2015, quando partecipo alle comunarie. Vengo eletta nel 2016 consigliera comunale M5S e nominata vicepresidente della Commissione Urbanistica. Difendo la posizione presa in campagna elettorale sullo “Stadio SI, ma non a Tor di Valle”, coerente col programma di urbanistica. Nella commissione urbanistica che esprimeva parere positivo per la realizzazione dello stadio a Tor di Valle, esprimo perplessità sulla proprietà dei terreni ed altro ancora, e non partecipo alla votazione in commissione e in consiglio, proprio per non assumere una posizione politica contraria al mio gruppo.
Per questa mia posizione di suggerimento alla prudenza e all’approfondimento dei fatti, immediatamente dopo la riunione in Commissione vengo sospesa. Il M5S giudica e motiva con implausibili ipotesi (espresse peraltro tutte con verbi al condizionale) “grave mio comportamento”. Decido di difendermi da quella che reputo una grave ingiustizia nella sede più opportuna: il Tribunale Civile. Vengo materialmente isolata dal gruppo M5S con l’estromissione dalle chat e subisco quello che di fatto viene definito “mobbing”.
3 agosto 2017. Il gruppo consiliare M5S firma per chiedere al Segretario Generale la mia estromissione dalla carica di consigliera, oppure “farmi passare” al gruppo misto. La risposta del Segretario fu che non era una sua competenza.
Ottobre 2017. Il Movimento è costretto a ritirare la sospensione di fronte al giudice, giustificandola come “mal impostata”: In realtà e di fatto non solo non vengo più reinserita. Anzi si aggravano la volontà e i comportamenti del gruppo per emarginarmi e impedirmi qualsiasi confronto. Totale preclusione anche al mio lavoro di competenza. Un esempio: non viene mai presa in considerazione la mia articolata proposta di presentazione di delibera consiliare, che ha come tematica la “problematica del condono edilizio”.
A fine 2017 nasce la terza associazione del M5S, che stravolge non solo i principi di democrazia diretta dell’originario movimento, ma soprattutto è preclusa l’adesione ad esso anche a coloro che abbiano in corso procedimenti (sia quali parti attrici e/o ricorrenti, che parti convenute e/o resistenti) con qualsivoglia realtà associativa, che agisca o abbia agito sotto il simbolo Movimento 5 Stelle. Manifesto di non voler rinunciare all’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito.
Febbraio 2018. In commissione urbanistica voto contro la proroga di una convenzione Urbanistica (Piazza Navigatori), perchè ritenevo e ritengo che ci siano le condizioni per poter rispettare il programma di urbanistica del Movimento 5 Stelle. Programma -beneinteso- che i cittadini vogliono vedere attuato.
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