«L’accordo raggiunto sullo stadio della Roma potrebbe rivelarsi una vera trappola per gli oltre 400mila romani che abitano o frequentano per motivi di lavoro quel quadrante della città». A sostenerlo è Raimondo Grassi, architetto urbanista e presidente del movimento Roma Sceglie Roma. «Roma Sceglie Roma è contraria alla cultura del “No per il No” e alla criminalizzazione del cemento. La Capitale ha urgente bisogno di infrastrutture e grandi investimenti che possano rilanciare l’economia e creare posti di lavoro per i giovani, ma tutto questo deve avvenire attraverso un piano di sviluppo che metta a sistema le emergenze della città e non con un accordo al ribasso e sulle spalle dei cittadini».

Un accordo sull’intervento urbanistico «più importante degli ultimi 50 anni – continua Grassi – che è un regalo scellerato di ben 600 mila metri cubi di cemento in cambio di residue opere pubbliche. Saltano metro, ponti e lo svincolo sulla Roma-Fiumicino, resta in piedi la farsa del raddoppio della via del Mare, solo per il breve tratto iniziale, che aumenterà l’effetto imbuto, gravando pesantemente sulla viabilità. Quanto alla stazione di Tor di Valle anche qui si prendono in giro i romani: la stazione già esiste ed è attualmente oggetto di riqualificazione».

«Non si capisce perché ci si è affrettati a dire No ai 5 miliardi di investimenti che sarebbero arrivati dalle Olimpiadi di Roma 2024 e si è invece regalato ad un imprenditore un intervento urbanistico in cambio di appena 90 milioni di euro di opere pubbliche», conclude Grassi.



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