Parte la Conferenza dei Servizi sul nuovo stadio della Roma ma gli urbanisti segnalano molte criticità. “Dare il via libera alla costruzione dello stadio della Roma a Tor di Valle con l’attuale progetto significa pregiudicare seriamente la mobilità di una vasta area del quadrante sud-ovest della città” segnala Sandro Simoncini, docente di Urbanistica e Legislazione Ambientale all’università Sapienza di Roma. “Con i risibili investimenti paventati per il miglioramento del trasporto pubblico, -indica l’urbanista- è evidente che la stragrande maggioranza dei tifosi utilizzerà il mezzo privato per raggiungere l’impianto e per fare ritorno a casa”. Di conseguenza, osserva Simoncini, “in occasione delle partite, c’è il rischio concreto di una completa paralisi della mobilità della zona”. Alla base di tutta l’operazione, continua l’esperto e presidente di Sogeea, “c’è il presupposto che le due linee ferroviarie a servizio dello stadio siano in grado di trasportare poco meno di 30.000 spettatori ogni ora, ma si tratta di uno scenario non credibile”.

“Ipotizzare che la Roma-Lido, una delle tratte più disastrate d’Italia, possa trasformarsi in un gioiello della mobilità con le poche decine di milioni di euro messe a disposizione -scandisce Simoncini- è pura fantasia: per abbassare a 3-4 minuti le frequenze di passaggio è necessario acquistare almeno 15 nuovi treni, riqualificare svariati chilometri di binari, potenziare tutte le linee aeree, vale a dire almeno 200 milioni di euro di investimenti”. Altrettanto “azzardate” appaiono all’urbanista de La Sapienza, “le previsioni sulla capacità della linea Orte-Fiumicino, già oggi assai stressata dalla mole di viaggiatori che se ne servono per raggiungere l’aeroporto, di assicurare l’afflusso e il deflusso di 6.000-7.000 tifosi ogni ora”.

E, aggiunge, “a complicare ulteriormente la situazione si è aggiunta la discutibile soppressione del progetto del ponte di Traiano, che non a caso doveva essere a carico dei privati proponenti il progetto e che avrebbe consentito un doppio collegamento tra l’area di Tor di Valle e la Roma-Fiumicino”. L’urbanista argomenta che “rimane dunque il solo ponte dei Congressi, ovviamente pagato con denaro pubblico, che potrebbe non essere ancora pronto per quando lo stadio verrà inaugurato e che comunque non sarà in grado di reggere l’urto dei mezzi privati che circoleranno nell’area dell’impianto”. In particolare, avverte infine, “su via Cristoforo Colombo e sulla nuova via Ostiense-via del Mare unificata la mobilità rischia di essere del tutto compromessa”.



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