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Super League, Florentino Perez: “Il progetto esiste ancora. Da Ceferin minacce gravi”
ULTIME NOTIZIE SUPER LEAGUE FLORENTINO PEREZ – Florentino Perez torna a difendere il progetto naufragato della Super League. Il presidente del Real Madrid è stato intervistato da AS, ribadendo che il progetto di una lega con i maggior club europei non è sepolto.
“Il consorzio esiste ancora e anche i soci che lo compongono. Ci siamo concessi qualche settimana per riflettere sugli attacchi virulenti di alcune persone che non vogliono perdere i loro privilegi. Non è vero che si andava contro i campionati nazionali o la meritocrazia, tutto è stato manipolato – prosegue – . La Superlega sarebbe il miglior modo possibile per aiutare il calcio a uscire dalla crisi, visto che è gravemente malato. L’economia del sistema sta affondando e dobbiamo adattarci ai tempi in cui viviamo”.
La riforma della Champions non convince Perez: “Ciò che è stato fatto non risolve il problema, non è nemmeno la migliore soluzione possibile e non possiamo aspettare così a lungo. Qualcosa deve essere fatto per i giovani tra i 14 e i 24 anni perché lasciano il calcio perché si annoiano. Ci sono 4 miliardi di tifosi di calcio in giro per il mondo e la metà vorrebbero la Super League. Quest’anno le perdite nel mondo del calcio saranno tra i 2000 e i 2500 milioni di euro. O facciamo qualcosa o molti club falliranno”.
Sulle minacce di Ceferin: “Le sue minacce vanno contro la libera concorrenza, è qualcosa di serio”. Glissa invece alle domande su un possibile accordo già in essere per i diritti tv: “Abbiamo lavorato a questo progetto per tre anni e lo abbiamo studiato bene. Il piano è pensato per ritrovare l’interesse dei tifosi e questo porterà più soldi a tutti, anche ai club medi e piccoli”.
Perez risponde anche a JP Morgan, la banca finanziatrice della Superlega che ieri aveva fatto sapere di “aver valutato male” il progetto: “Non è vero che si è tirata indietro. C’è stato un momento di riflessione, come per i dodici club”.
In chiusura, un piccolo mea culpa: “Sicuramente abbiamo sbagliato qualcosa, faremo un nuovo giro e confronteremo le idee. Forse farvi partecipare le prime quattro di ogni Paese è una soluzione, vedremo, ma qualcosa deve essere fatto. La realtà è che se ci sono partite più interessanti e competitive, più soldi andranno al calcio. E questo sarà per tutti, non solo per pochi, perché i campionati nazionali varranno molto di più.”
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