Wojciech Szczesny, portiere della Roma, ha rilasciato un’intervista al The Guardian nella quale ha parlato della sua esperienza in giallorosso: “L’unica cosa di cui sono sicuro al momento è che non voglio più stare a guardare. Sono rimasto spesso fermo per 5 anni. A volte ho giocato meglio, a volte peggio, qualche volta sono stato fenomenale, altre volte ho fatto schifo. Fai dei passi avanti e degli altri indietro, ma non va bene per te e per la tua testa fare sempre su e giù. Voglio provare a restare in alto con la mia qualità e con le decisioni che prendo. Ho 27 anni, sono al top della mia carriera, ma posso ancora migliorare e sento che mi aspettano grandi cose”.
Il numero 1 giallorosso, in prestito dall’Arsenal, ha poi parlato del motivo che l’ha spinto ad andare via da Londra: “La stagione precedente alla mia partenza fu davvero brutta. Sarei dovuto restare in un ambiente che mi condizionava negativamente. Allo stesso tempo, l’opportunità che è arrivata è stata l’occasione per un nuovo inizio. Ricevi nuove prospettive. Conosci nuovi allenatori e abitudini. Impari nuovi allenamenti. Fai cose nuove. Adesso sono davvero felice che sia successo, anche se la prima sensazione di dover lasciare l’Arsenal, è stata davvero dolorosa. Ora so che probabilmente è la miglior cosa che mi sia mai successa. La più grande cosa che mi porto via da questi due anni a Roma è il fatto di essere cresciuto come portiere. Sono salito di livello e ho appreso nuove cose, non ho più quella foga che avevo quando ero giovane. Non che non senta più quella foga, ma tatticamente sono più consapevole di quando essere coinvolto oppure quando devo lasciare il lavoro ai difensori”.
Un pensiero anche al suo futuro: “Non è che noi firmiamo contratti da 10 anni. Un giorno può darsi che un club ti voglia e il giorno dopo magari non più. Guardate cosa è successo ad Hart. Per me era il miglior portiere della Premier. Poi hanno cambiato allenatore e due settimane dopo era finito in prestito al Torino. Questa è la vita del calciatore oggi. Un po’ strana. Ci ho parlato molto con lui quando se n’è andato. Abbiamo lo stesso agente, quindi sappiamo di dover mantenere i segreti a vicenda. Ha fatto bene. E’ difficile andare da un club che lotta per ogni trofeo ad uno di metà classifica. E’ passato dal subire 2 o 3 tiri a partita a subirne 8 o 10″.
“Sono arrivato all’Arsenal con una borsa di studio da 80 sterline a settimana, lontano dalla mia famiglia .- prosegue – Non avevo abbastanza soldi per fare niente. Stavo praticamente sempre a casa. Mi ricordo i miei primi due o tre anni lì: mi allenavo, andavo a casa, dormivo, recuperavo e mi allenavo di nuovo. Fine. A Roma sono arrivato quando la mia vita era completamente diversa. Sono un uomo sposato ora. Prima non potevo chiamare mia mamma e dirle che mi mancava, così che prendesse un aereo per venire. Non avevo i soldi per comprarle un biglietto”.
Il portiere è poi tornato sulla vittoria di domenica scorsa con la Juventus: “Volevo vincere per diversi motivi. Prima di tutto per poter dire che ho perso il campionato solo perché siamo arrivati dopo una delle squadre migliori d’Europa, questo mi fa sentire meglio. Per Buffon, se c’è qualcuno che merita di vincere la Champions League è lui”.
Un pensiero anche a capitan Totti: “Il modo in cui è trattato a Roma, il potere che ha, non sono noti nel calcio, ma lui è davvero umile e simpatico. Raggiungere questo status senza perdere la testa è davvero di grande esempio. E’ stato incredibile condividere lo spogliatoio con lui. Ho stretto un buon rapporto con Lobont, guardiamo insieme un sacco di film sulla concentrazione e su altre cose che non riguardano il calcio. E’ un amicizia basata sull’essere davvero amici, più che compagni di squadra”.
“Ho giocato per 10 anni nella squadra che amavo. La cosa che ho capito quando ho lasciato l’Arsenal è che, mentre quando perdi fa male allo stesso modo, quando vinci non ha per niente lo stesso gusto. Non voglio dire che alla Roma ho dato di meno di ciò che ho dato all’Arsenal, è solo una differenza di emozioni. Ho visto ogni partita dell’Arsenal quando ho potuto. Quando giocavamo nello stesso tempo mi guardavo i riassunti. Non posso farne a meno. Fa male essere un tifoso dell’Arsenal che guarda una stagione dolorosa come questa. Farlo a 1500 miglia dal poter aiutare. Non puoi smettere di tifare, li segui e basta. Il campionato è stato deludente, la Champions è stata deludente. Da tifoso dell’Arsenal spero nell’FA Cup per salvare la stagione. La guarderò, con le dita incrociate”.
“E’ stata una stagione intensa pensando a quanto siamo stati vicino alla vetta e tutte le partite negli ultimi 3 mesi sono state come una finale. L’incertezza sul mio futuro mi aiuta a stemperare. In un certo senso mi ha fatto dare il massimo. Tu non sai cosa succederà o quali saranno le tue opzioni e quindi continui a spingere involontariamente. Vuoi dare il massimo per non ridurre le tue opportunità. C’è un po’ di adrenalina non sapendo chi ti sta guardando. Non è una sensazione di piacere, ma mi ha motivato – prosegue -. Penso di essere meglio di quello che credevo sarei diventato al momento del mio ritorno all’Arsenal – ha concluso il numero 1 -. Sono cresciuto molto di più di quello che avrei potuto sperare. Ora pensa che con il giusto lavoro e il giusto comportamento posso arrivare molto lontano. Voglio ancora diventare il migliore, ma adesso sento di esserci un po’ più vicino. Quando sarà concentrato sulla nuova stagione, lì prenderemo una decisione, prima l’Arsenal e poi io. Voglio essere sicuro prendendomi del tempo, liberando la testa da questa stagione e dopo concentrandomi per fare la cosa giusta. Vedremo cosa ci dirà il tempo”.
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