AS ROMA NEWS BOSNIA TAHIROVIC – Tra i nazionali che la Roma sta osservando in giro per il mondo c’è anche Benjamin Tahirovic. Il centrocampista classe 2003, tra i tanti ‘bambini’ lanciati da Mourinho, ha esordito con la maglia della Bosnia contro l’Islanda. Queste le sue dichiarazioni:
Nella partita di ieri le statistiche parlano di 32 passaggi riusciti per Tahirovic.
“Avevamo questa tattica per cui interpreto il ruolo del centrocampista che crea sempre equilibrio nella squadra ed è una specie di perno davanti alla nostra difesa. So che questa posizione è molto importante e se facciamo un errore possiamo essere puniti, non sono sceso in campo pensando di non sbagliare, ma è andata così e ne sono felice”.
Poi sulla pressione della nazionale, Tahirovic racconta di non averla sentita grazie alle partite all’Olimpico davanti a 60mila persone. Ma fondamentale è stato il supporto di Edin Dzeko e Miralem Pjanic, i suoi due idoli.
“Džeko è uno dei più grandi, se non il più grande, nel calcio bosniaco. Ci ha dato supporto, è stato un vero motivatore, ha parlato positivamente e ci ha dato un grande e significativo supporto”.
Sulla Roma e il minutaggio abbastanza ridotto di questi mesi.
“Sono grato a Mourinho. I giocatori che giocano nel mio ruolo sono di grande qualità, c’è concorrenza. Sono giovane, ma devo lavorare e imparare ogni giorno e il fatto che io sia giovane non fa alcuna differenza. Lo Special One è esigente e non per niente ha un soprannome del genere, visto quello che ha vinto è il migliore. Vero che ho meno minuti, ma l’importante è essere ai quarti di Europa League”.
Sul rapporto con Matic.
“È un top player, ma una persona ancora migliore. Cerco di imparare il più possibile da lui, cosa fa in campo in ogni momento. Abbiamo un buon rapporto anche fuori dal campo, è una persona molto buona”.
Poi si torna sul legame con la Bosnia e quindi la scelta di questa nazionale.
“Ho sempre sentito la Bosnia come la mia patria, la mia casa. Sono stato a novembre per quattro o cinque giorni e poi sono tornato in Italia. Resto soprattutto con la mia famiglia, perché spesso siamo separati, vivo da solo in Italia, quindi quando vengo qui mi piace passare il tempo con loro. Non mi rilasso né prima della partita né nel tempo libero, mi concentro al meglio, ho un po’ di musica che ascolto, che mi aiuta ad entrare nel ‘mood’ della partita. Non sarebbe il caso rilassarsi, perché scendo in campo il più aggressivo possibile. Sono ancora giovane, ho molto tempo per fare l’esperienza di cui ho bisogno, ma penso che sono sulla strada giusta. Ho anche cantanti bosniaci nella mia playlist, e i migliori sono Halid Bešlić e Haris Džinović. Ieri dovevamo cantare, quindi come debuttante alla cena ho cantato ‘Miljack'”.
Tahirovic si dedica anima e corpo alla sua vita professionale e calcistica.
“Ho le mie routine, cosa bevo prima di andare a letto, quanta acqua bevo durante il giorno. Investo su me stesso perché è il calcio, è il nostro lavoro. Sapevamo che se volevamo diventare calciatori dovevamo fare cose che gli altri non facevano. Spesso restavo a casa mentre i miei amici uscivano. Alla Roma ho la mia dieta e la seguo al 100%. Se un giocatore che gioca nel mio ruolo fa quello che io non faccio, diventa migliore di me. La disciplina era difficile quando sono arrivato alla Roma, abituarsi, c’era una grande differenza tra Svezia e Roma, ma non cambierei nulla. Tutto mi aiuta, anche se ho 20 anni”.
Ora la partita con la Slovacchia.
“Non possiamo guardare al Portogallo in questo momento, stiamo guardando solo alla Slovacchia, che è il nostro obiettivo. Dobbiamo giocare in modo organizzato, questa è la cosa più importante. Abbiamo ottime possibilità per il campionato europeo e il nostro obiettivo è vincerle tutte”.
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