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Editoriale

Taylor, ma si può definire davvero aggressione? E’ una tesi sostenuta da chi vuole il male della Roma

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AS ROMA NEWS TAYLOR AGGRESSIONE – I benpensanti radicalchic, quelli di una sinistra alla Elly Schlein, quelli che, per intenderci, fanno la morale anche se butti una cicca di sigaretta spenta per terra. Stiamo parlando di quei giornalisti che fanno la morale a chiunque, quelli che hanno una buona parola per tutti e hanno l’arroganza di insegnarti a vivere. Quelli che, senza peli sulla lingua, mi fanno più schifo. Quelli che per un articolo in più contro Mourinho e la Roma venderebbero la madre, la moglie e i figli. Perchè parlare contro Mourinho e la Roma fa fare carriera di questi tempi.

Parliamo dell’aggressione a Taylor. Anzi, della presunta aggressione dei tifosi romanisti a Taylor. Come presunta? Oddio! Cosa ha detto?! Orrore! Blasfemia. Sì, cari amici giornalisti. Pur facendo parte della vostra schifosa categoria, anche non sentendomi parte di voi, lo scrivo chiaramente a caratteri cubitali: NESSUNA AGGRESSIONE A TAYLOR DEI TIFOSI DELLA ROMA. Chiaro? Ci intendiamo? Ok, proseguiamo.

Analizziamo i fatti con tanto di video a corollario. Taylor sta con la famiglia (moglie, figlia e un suo bodyguard) al tavolino di un bar all’aeroporto di Budapest. I tifosi romanisti lo riconoscono e che fanno? Iniziano a insultarlo verbalmente. Motivo? Lo dobbiamo spiegare con un disegnino la disastrosa direzione durante Siviglia-Roma, palesemente a favore della squadra spagnola? Non credo. Le immagini, purtroppo, sono ben impresse nella nostra mente a distanza di tre giorni. I tifosi romanisti gli dicono di tutto “A pezzo de me…”, “A infame”, “Vattene a fan…”, e così via. Lui, impaurito (non si sa di cosa), capisce che non è gradito e si chiude nello stanzino dell’aeroporto. A quel punto interviene il bodyguard che dà un pugno (sì, proprio un pugno), strattonando per il braccio un tifoso della Roma che gli inveiva contro. A quel punto, c’è la reazione – sbagliata – del tifoso che poi verrà arrestato: il lancio della sedia che, per fortuna, viene “parato” dagli inservienti aeroportuali. Stop. Fine dei giochi. Mentre Taylor si allontana, i tifosi della Roma smettono di insultarlo e cantano a gran voce “Forza Roma alè”.

Questa si può chiamare aggressione? A casa mia le aggressioni sono altre. Nessuno ha toccato Taylor. Poi tutto il chiasso mediatico che ne scaturisce dopo, è un discorso che merita un’appendice a parte. E’ normale che i media inglesi prendano le sue difese, d’altronde è un loro connazionale. Meno che i media italiani etichettino i tifosi della Roma come violenti e beceri. Ancor meno dovrebbero parlare i tifosi di altre squadre, che magari hanno vinto una Coppa dei Campioni nel sangue contro il Liverpool. Ma sono i media a farmi ribrezzo: è il buonismo smielato e raccapricciante, finalizzato ad attaccare la Roma di Mourinho, che fa vomitare.

Il disegno ormai è chiaro: i Friedkin sono indotti da una certa stampa, da un determinato potere arbitrale, da un certo sistema marcio e corrotto a fare a meno di Mourinho. Un po’ come accadde a Sensi quando dovette scegliere tra Capello e Zeman per poter vincere. Le battaglie del boemo erano troppo grandi per la Roma di allora. Eppure aveva ragione, come ha ragione oggi Mourinho. Ma oggi, come all’epoca, scendono in campo i perbenisti, i perfettini, quelli che magari non pagano le tasse ma si ergono a paladini della giustizia. Quelli che magari non sanno nemmeno che loro figlio si droga, ma guardano la pagliuzza nell’occhio altrui. Questo è il giornalismo italiano. Ma quello che fa davvero schifo e ribrezzo sono i media romani (radio, speaker e comunicatori) che non perdono occasione per attaccare Mourinho e di conseguenza la Roma e i suoi tifosi. Che i Friedkin meditino e non si facciano abbindolare da un ufficio stampa qualsiasi.

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FOTO: Credit by Depositphotos.com

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