NOTIZIE AS ROMA TONI – L’ex centravanti della Roma, Luca Toni, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Soccermagazine.it. Tra i tanti temi trattati ha parlato anche di Patrik Schick. Queste le sue dichiarazioni:
Da un paio di anni in Serie A c’è una prima punta molto promettente
che però fatica ancora ad esplodere. Da ex centravanti, cosa pensi di Patrik
Schick?
Non lo vedo proprio come un centravanti da 20 o 30 gol,
secondo me bisogna capire ancora quale sia la sua giusta collocazione. Io non lo
conosco, però chi è vicino alla Roma mi ha detto che ha dei colpi veramente
importanti, quindi lo vedrei più come seconda punta. Poi è chiaro: se nei
prossimi anni diventerà più cattivo e farà più goal potrà essere una prima
punta, ma se non superi minimo 20 gol nelle grandi squadre non puoi essere una
prima punta.
A proposito di Roma: due anni fa Totti ha intrapreso subito la
carriera dirigenziale proprio come te, anche se lo si sente parlare raramente.
Secondo te, paradossalmente, nella Roma di oggi sarebbe stato più utile nello
spogliatoio?
No, penso che Totti abbia intrapreso questa carriera
per cercare di diventare un dirigente importante, un dirigente della Roma dove
lui ha fatto la storia e dove lui è cresciuto. Penso che abbia fatto bene, che
magari era arrivato il momento di intraprendere una nuova vita. È chiaro che
come per tutti i nostalgici sarebbe bello che dei campioni giocassero fino a 50
anni, però purtroppo il fisico non regge.
Negli ultimi anni molti riferimenti storici del calcio italiano hanno
conosciuto addii indesiderati per diversi motivi, tra Di Natale, Del Piero e
Totti, di cui abbiamo parlato prima. Secondo te le società devono essere più
delicate dal punto di vista umano o comunque devono mettere in primo piano le
proprie finalità?
Io penso che per chi ha dato tanto ad una maglia
sia giusto che ci sia anche un po’ di riconoscenza, dall’altra parte però non
deve essere troppa riconoscenza e non va bene neanche una società che non
sfrutta giocatori importanti che hanno fatto la storia della squadra, sarebbe
giusto mettersi ad un tavolo e trovare una soluzione che possa andar bene a
tutte e due le parti. Non lo so se è facile o difficile. È chiaro che ci sono
molti presidenti e molte figure che magari hanno anche paura ad affiancarsi
determinate persone perché possono portare via loro anche visibilità.
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