Francesco Totti, nel giorno del suo quarantesimo compleanno, ha rilasciato un’intervista a Sky Sport. Queste le sue dichiarazioni:

Tributi da tutto il mondo, leggende che parlano a te da leggenda. Cosa si prova?
“Li ringrazio di cuore, non me lo sarei mai aspettato. Fa piacere sentire questi auguri di icone come loro, mi gratificano tanto”.

Gli auguri Messi: ti vuole vedere altri due anni, lo accontenterai?
“Non so se ci riuscirò, lo ringrazio tanto. L’ho conosciuto di persona, un fenomeno anche fuori dal campo, ogni tanto ci messaggiamo. Se ricevo tutti questi auguri vorrà dire che qualcosa di buono l’ho fatta”

Alex Del Piero è il tuo tifoso numero 1…
“Il 4 a 0 lo ricorda bene (ride ndr). Sono contento, siamo sempre stati amici. Non c’è mai stata concorrenza , abbiamo sempre cercato di raggiungere gli obiettivi insieme e quello calcistico l’abbiamo raggiunto. Sono contento di averlo conosciuto soprattutto come persona”.

Molti tuoi compagni di quel Mondiale hanno smesso, tu come hai fatto ad arrivare a questi livelli a 40 anni?
“Forse ero più giovane. Non so darti una risposta precisa, ho sempre cercato di essere un professionista serio anche se qualche infortunio mi ha frenato. Però la voglia, la passione, il divertimento ancora ci sono e lo vedo durante la settimana, quando vengo a Trigoria ancora con il sorriso”.

Ad un ragazzino di 16 anni che esordisce in serie A consigli di restare umile?
“A 16 anni bisogna divertirsi. A quell’età non è semplice esordire ma con la voglia e la determinazione si raggiungono gli obiettivi e poi la passione, che ti aiuta a superare le difficoltà e vedere aldilà, cosa ti può riservare il futuro, aiutandoti a dare il massimo per la squadra e i compagni”.

Momenti difficili nella tua carriera?
“Ne ho avuti alcuni: il recupero dall’infortunio, il momento in cui dovevo rinnovare il penultimo contratto, momenti in cui ho pensato di cambiare squadra. Il cuore, gli amici e la famiglia mi hanno aiutato a riflettere e sono ancora qui a dire la mia sul campo”.

Hai fatto gli scongiuri stamattina? Uno in vita una cosa così non ce l’ha mai avuta…
“Meglio o peggio? (ride ndr). Stamattina volevo staccare il telefono e darmi malato per non vedere e sentire nessuno. Però è un giorno importante e sono successe tante cose belle che terrò dentro me”.

Dubbio se fossi andato via da Roma…
“So quanto è bella la città e quanto mi vuole bene.”

Quando sei stato vicino ad andar via?
“L’anno di Capello, dopo lo scudetto per andare al Real Madrid, ero molto vicino. Quella era la strada dove volevo proseguire la mia carriera, in Italia non sarei mai andato da nessuna parte.”

Perché non sei andato?
“Sono cambiate tantissime cose, avevo bisticciato col presidente e lui non voleva, poi la famiglia, gli amici stretti mi hanno fatto capire tante cose che a Madrid non avrei trovato.”

Litigato con allenatori?
“Ci stanno, non dico quotidianamente, però finisce tutto li, non ho mai cacciato un allenatore e non ho mai fatto venire un allenatore.”

Chi hai amato di più dei tuoi compagni?
“Penso Candela che tuttora frequento.”

Dei nemici?
“Tanti. Ho sempre rispettato tutti, sono colleghi, il rispetto viene prima di tutto.”

L’età rende più saggi?
“Certo, a 40 anni si pensa globalmente, non solamente al calcio. Ho una bella famiglia, perciò sto al 50%, quando vengo a Trigoria lascio tutto fuori, quando sto a casa lascio il calcio fuori.”

Se dovesse scegliere un giorno di questi 40 anni?
“Penso l’esordio in Serie A. Da lì è partito tutto”.



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