Il Capitano della Roma Francesco Totti è il protagonista de “L’intervista”, programma in onda questa sera su Canale 5. Il numero 10 giallorosso ha affrontato un faccia a faccia con Maurizio Costanzo. Queste le sue parole:
Costanzo: Mi fa molto piacere concludere questo ciclo di interviste con una persona a me e a voi molto caro, Francesco Totti. Grazie di essere venuto. Ho una marea di domande, mi verrebbe subito da chiederti della Roma, ma vediamo dopo…
Si parte da un filmato che raccoglie le immagini più belle con la moglie Ilary Blasi, la ‘Magica’.
Totti: Ero giovane! Dice tutto questo video. Lei indubbiamente è magica.
Tu hai dribblato tanti giocatori, ma con lei hai faticato.
All’inizio sì perché lei era fidanzata e viveva tra Roma e Milano perché faceva la letterina in quel periodo, non avevo la possibilità di conoscerla a 360 gradi ma mi ha colpito subito, lo sguardo. Da parte mia un colpo di fulmine, da parte sua non credo. In questo momento posso dire che, oltre ai miei figli è la persona più importante, mi dà stabilità, serenità.
E io l’ho visto. Mi racconti la storia della Ferrari?
Non posso raccontarla (ride, ndr). Dillo tu, io ti dirigo…
Pare che tu ti sia presentato al volante di una Ferrari al primo appuntamento e a lei non piacque questa esibizione e quella sera non ci fu nemmeno un bacio.
Questo non è vero. Il giorno prima, giuro, mi si ruppe la macchina, una ML, e la portai al meccanico. Avevo la Smart, il pomeriggio la prese mia madre e mi rimase solo la Ferrari e la sera dovevo uscire con Ilary. Mi sembrava un po’ troppo, le ho mandato un messaggio: “Il problema è che ho solo la Ferrari, va bene per te?” E lei mi ha detto di no. Io avevo solo quella, o andavo a piedi o niente, il taxi no perché nessuno sapeva dei nostri incontri. E’ andata bene, siamo andati al cinema, a cena e poi l’ho baciata.
Eri già innamorato.
Dal primo giorno che l’ho vista ho detto: è la donna della mia vita.
Cosa ti ha fatto innamorare?
Io vado a pelle, se punto una cosa cerco di arrivare fino in fondo, quando faccio qualcosa so perché la faccio.
E’ l’unica a cui hai dedicato una maglia: ‘6 unica’…
E’ unica in tutto, non per fare lo smielato ma è vero. Siamo sposati 15 anni, comprendendo i 3-4 anni di fidanzamento. L’ho detto, mi dà stabilità.
Come immagini la tua vecchiaia con Ilary?
Diventeremo campioni di burraco, sicuramente. Andremo a fare i tornei, gireremo tutti gli ospizi. Spesso già ci giochiamo. Staremo sempre insieme, sarà così quando smetteremo di lavorare.
Costanzo: Ho visto negli occhi di Francesco l’unicità di Ilary. Gli si leggeva in faccia, potevo fargli delle domande per scendere ancora più a fondo ma non ce n’è stato bisogno perché il suo sguardo è incontrovertibile.
Poi scorre un video con tutte le immagini della carriera di Totti.
Il selfie alla Curva. Bello, no?
E’ stata una cosa differente, particolare che nessuno si sarebbe aspettato.
Tu una volta sentisti la voce dei ragazzi che giocavano fuori a pallone e tu con una scusa andasti a giocare.
Dopo pranzo dalle 14 alle 16 c’era lo ‘studio’, avevo la scuola davanti casa. Abitavo al primo piano e studiavo fuori dal balcone, appena sentivo il pallone chiudevo lo studio, dicevo a mamma di aver finito e tornavo la sera. Chi c’era c’era giocavo. Era una passione, il destino.
Che avresti fatto se non avessi fatto il calciatore?
Il benzinaio, mi piaceva l’odore della benzina e quando aprivano il portafoglio vedevo un sacco di soldi e allora dicevo ‘voglio fare anche io il benzinaio’. Però mi dicevano ‘non sono i loro’, poi crescendo ho capito che era un lavoro come tutti gli altri. Ero piccolo.
C’è un gol indimenticabile?
Anche se è banale dirlo, quello dello scudetto. E’ un gol che speravo facessi in questi 25 anni di carriera. Ci sono riuscito sotto la Curva, un sogno che ho realizzato. Ce ne sono altri abbastanza belli, ma quello è particolare, ha un significato differente.
Scorrono poi le immagini di papà Enzo, mamma Fiorella e il fratello Riccardo.
Dice tutto questo video. Le persone che mi hanno dato tutto, in qualsiasi momento.
E’ stata la festa del papà in questi giorni.
Papà soprannominato ‘sceriffo’, perché ogni cosa che gli chiedi nella giornata dopo due minuti riesci ad averla.
Anche tuo fratello Riccardo giocava a calcio e papà ti disse ‘lui è bravo, tu sei una pippa’.
Ancora oggi lo dice. Riccardo è più grande di me, è bravo ma era un po’ svogliato. Non aveva la mia stessa passione. Quando papà vedeva le partite, io ogni volta facevo tre gol e lui nessuno ma era sempre più forte lui. Secondo lui ero una pippa perché di gol ne dovevo fare sei. Lui secondo me sapeva che diceva una scemenza, magari era uno stimolo. Magari era anche giusto, è il fratello maggiore. Lui ha questo pensiero però, un chiodo fisso.
Costanzo: Signor Enzo, secondo me in serata deve chiamare Francesco e dirgli che stava scherzando e che lo faceva per stimolarlo.
Magari quando smetto me lo dice: ‘ti ho preso in giro’.
Sei stato un bravo figlio.
Papà mi ha insegnato tanto, educazione e rispetto, non ci hanno mai fatto mancare niente. Con Riccardo vado molto d’accordo, guai a chi me lo tocca.
C’è un bel clima in famiglia.
E’ una famiglia unita, solida, ha sempre fatto quello che voleva fare. Papà viene sempre a vedermi anche in trasferta, anche se non gioco, fino agli ultimi schioppi ha detto che mi viene a vedere (ride, ndr). Gli dispiace non vedermi giocare come 5-10 anni fa, anche a me dispiace non giocare, dispiace un po’ a tutti.
Io me la prendo con Spalletti se non giochi.
No, io rispetto ogni scelta che fa.
Costanzo: Spalletti, si deve fare un esame di coscienza o si prenda una vacanza.
Lui non ci sta guardando però.
Sei cresciuto a Porta Metronia, che ricordo hai?
Quando giravo col motorino. Papà tornava alle 5, lo parcheggiava e appena parcheggiato io glielo andavo a rubare e facevo i giri in via Appia, Porta Metronia. E’ un’infanzia che non si dimentica, purtroppo non ritornano quei momenti ma ce li siamo goduti. L’affetto che mi hanno dato i miei genitori non me lo toglie nessuno.
Non c’è dono maggiore che godersi i genitori per tanto tempo. Io li ho persi abbastanza presto. Quando vedo il sorriso di tuo padre mi piace.
E’ verace, è trasteverino.
Scorre poi un video con le immagini dei figli.
Mi volete far piangere…
Cristian già gioca.
Sì, con i Pulcini della Roma.
Ti ho visto entrare spesso in campo prendendolo per mano.
Sono entrato spesso in campo, con lui e Chanel mentre Isabel è più piccola.
Chanel cosa vuole fare da grande?
Tante cose sentendo lei, ma le piace fare più di tutto fare la veterinaria. E’ fissata con gli animali.
Immagino Cristian orgoglioso di avere un papà che si chiama Totti.
Lui è innamorato pazzamente di me. Mi scruta dalla mattina alla sera, dalla testa ai piedi. E’ incredibile. Ma è lo stesso pensiero anche mio nei suoi confronti. Per ognuno ho un amore diverso, lui è il primo, Chanel è donna anche se ha 10 anni. la vedi da come si pone. Isabel mi ha levato la vita, ha chiuso il cerchio. E’ un amore in tutto, non perché è mia figlia.
Ha chiuso il ciclo?
Tra poco forse… Bisogna fare il maschio. Cristian ce l’ha chiesto.
Che padre sarai quando le figlie si presentaranno con i fidanzati?
Io sono geloso, ma questa è la vita. Ci siamo passati tutti, ma quello che guarderò in particolare non è l’estetica. E’ la famiglia che ha dietro, come si comporta con mia figlia.
Sarai un po’ rompipalle.
Certo, avranno un papà bravo che gli spiegherà tante cose, l’importante è che usino la testa.
Racconti le favole ai figli?
No, più Ilary.
In casa di cosa ti occupi sui figli, come vi dividete i compiti?
Ognuno ha uno sport diverso. Finito scuola Cristian va a calcio, Chanel a danza. Io porto Cristian a calcio, Ilary a danza. Poi fanno i compiti, per italiano e matematica ci penso io, per l’inglese Ilary. Loro vanno alla scuola americana.
Isabel con chi rimane?
Isabel rimane con la tata, anche se Ilary spesso se la porta dietro.
Mi hai parlato sempre di Ilary mamma con tanta dolcezza.
Ilary ha sempre voluto tanti bambini, con Cristian non eravamo genitori a tutto tondo. Con il passare del tempo però abbiamo capito il percorso giusto.
Andate d’accordo sull’educazione figli?
Le poche volte che litighiamo è per loro, ogni tanto dico qualche bugia.
Tipo?
Magari che gli ho fatto fare i compiti e non è vero, invece giochiamo con la playstation. Poi lo viene a sapere che non li ha fatti e te la immagini… Ogni tanto però, basta poi uno sguardo.
Se porteranno a casa fidanzati laziali, le cacci da casa?
Il problema è loro, mica è mio. L’importante è che siano bravi ragazzi e le trattino bene, poi il resto viene in secondo piano.
Cristian è molto romanista?
Malato, viene allo stadio col nonno e la mamma o con lo zio. Meno magari quando ci sono le partite serali. Quando non gioco si innervosisce.
Anche se ti fa entrare per 5 minuti…
Si vede che servivo per 5 minuti…
Essendo io romanista da una vita, penso che far entrare Totti negli ultimi 5 minuti è una stronzata.
Ma non perché sono io o perché è Spalletti, in 5 minuti un giocatore non può risolvere una partita.
Cinque minuti è come un contentino. Spalletti, non si danno i contentini a Totti!
Lui ce l’ha la tv. Lui forse non guarderà il programma, ma lo verrà a sapere.
Si incazzerà con me, ma gliene dirò altre.
L’importante è che non pensa che l’abbia detto io di dire queste cose.
Costanzo: Totti non è un calciatore, un campione da contentino. Spalletti, il contentino se lo prenda lei e ci si faccia una passeggiata! Io mi incazzo con Spalletti, una volta non era così. Mi chiamò una volta, mi occupavo de Il Romanista. Ora non mi piace, è anche una questione di insensibilità pensando ai tifosi, la Curva, cos’è Totti per i tifosi.
Continuerai a occuparti di calcio, di Roma?
Dovrei…
Hai mai pensato di mollare il calcio?
Il calcio no. C’è stato un momento in cui stavo pensando di andare via da Roma direzione Madrid. Ci è mancato pochissimo, ma in Italia non sarei mai andato, per rispetto per la gente, i tifosi.
Costanzo: Io mi sono intenerito quando ti sei commosso in tribuna, l’ho considerata una grande ingiustizia. Lo sport ha dei campioni come lo storia ha degli eroi. Vorrei insegnare il rispetto per i campioni come è giusto avere rispetto per gli eroi. Totti ha fatto sognare generazioni di calciatori, merita rispetto ed attenzione più di chi ha avuto un fuoco di paglia o un momento d’oro. La mia polemica è nella disattenzione verso chi ha fatto sognare, gioire generazioni e ha dato alla Roma una bandiera. Come dice Berlusconi le bandiere non si toccano. La mia personale polemica è per chi non si rende conto che mandare Totti in tribuna vuol dire provocare un’inutile e ingiustificata umiliazione che mi porta a reazioni furibonde che non dico perché altrimenti passerei la vita in tribunale. Quando Ilary ha definito Spalletti ‘un piccolo uomo’ ha fatto una cosa bella nello schierarsi dalla tua parte. Tu lo sapevi?
Io non lo sapevo, me lo ha detto la sera prima che uscisse l’intervista che era stata realizzata 10 giorni prima. Rideva a cena, mi guardava e rideva. ‘Ma che ti ridi? Che ho i pupazzetti in faccia?’ Lei mi diceva, ‘domani vedrai, ho detto che Spalletti è un uomo piccolo’. ‘Ma che sei matta?’, ho detto. Pensavo che scherzasse, invece poi…
Spalletti ha detto che va via se non rinnovi.
Ha detto sempre così, ma non so il motivo. Io una domanda gliela vorrei fare. Firmo e poi non gioco, che firmo a fà? Firmo e poi non gioco, che firmo a fà? E’ così per scherzare… Lui è fortissimo, spero che la Roma lo tenga perché è l’allenatore del futuro e può far vincere la Roma. Conosce l’ambiente, tante cose.
Se lo conoscesse però non si comporterebbe così con te…
Io sto a fine carriera, deve pensare al futuro. Spero che possa rimanere veramente
Costanzo: Certo io mi sto facendo un amico… Ma io non devo scendere in campo, chi se ne frega.
Ti piacerebbe allenare la Roma?
No perché non farò mai l’allenatore. Non mi piace. Sono da solo contro 30 e i giocatori sono una massa di paraculi e quando si schierano tutti insieme… Io non giustifico Spalletti, lui ha fatto una scelta di vita, di fare l’allenatore. Lui è stato giocatore e poi allenatore. Io sono giocatore ma non farò l’allenatore. Ci ho pensato, ma caratterialmente non mi sento così sicuro di provare questa esperienza.
Però trasmettere ai giocatori un tuo modulo…
I moduli di gioco sono quelli, non è che posso fare cose nuove.
Ti piace ancora molto giocare, vero?
Io mi diverto, finché non mi passa la voglia di divertirmi… Mi dispiace smettere. Vado al campo e mi diverto, mi diverto tutti i giorni. Solo il pensiero di andare nello spogliatoio a spogliarmi con tutti i giocatori, poi in campo corri, giochi, la partitella, è la mia vita. Se vado al campo scoglionato che non mi va di correre allora sono il primo a fermarmi. Anche non giocando…
Quindi finché hai quella…
Vediamo a fine anno cosa succederà. A giugno mi scade il contratto da giocatore e dovrei smettere. Vuole fare un appello anche a Pallotta? Io tanto già so cosa voglio fare, cosa farò.
Costanzo: No, io non ho antipatie per Pallotta. E’ diverso da Spalletti. Lui ha naso per gli affari, è attento, non credo che perda Totti così facilmente. Gli do un consiglio, perda Spalletti invece che Totti!
Ormai l’ha puntato (ride, ndr).
Costanzo: A me non importa niente della partita. Io pensavo a te che soffrivi e ti immalinconivi messo da parte, mi sono immedesimato e mi sono incazzato.
E’ giusto, il tifoso la pensa così.
Sulla partecipazione a Sanremo, è stato molto bello quando hai tirato i palloni.
E’ stata una giornata particolare, scendere per la prima volta quella scalinata non è semplice.
Ti diverti a fare tv?
Più che altro mi emoziono. Anche se ci sono delle scene che mi diverto particolarmente a fare. Io non uso copione, è tutto istintivo. E’ una cosa mia che ho sempre avuto, non so se è una fortuna o una disgrazia.
Quante volte ti hanno proposto di fare un programma con Ilary?
Tante, specialmente ora che sto smettendo.
E tu che dici?
Ci penserò, dipende anche da Ilary. Per lei è il pane quotidiano, per me è un altro tipo di lavoro. Un conto è farlo per divertimento ogni tanto. Non so se facendolo giornalmente mi piacerà come adesso.
Scorrono altre immagini su Spalletti.
Costanzo: Vorrei che Pallotta si appuntasse la frase di Spalletti che se non firma Totti lui non è più l’allenatore della Roma.
Ho rivisto con gioia Carletto Mazzone che ha fatto 80 anni.
Io esordii in Serie A con Boskov, poi venne Mazzone l’anno successivo. Ho avuto la fortuna di conoscere una gran bella persona, un uomo vero, era come un padre in quel periodo. Sul lato calcistico era il top del top in quel momento. Quando hai quell’età è molto facile perdersi, lui mi ha gestito. Era una persona vera, mi ha dato tutto e io ho cercato di dargli tutto.
Quando Capello, la sera che la Roma aveva vinto lo scudetto, mi chiamò per chiedermi se ero felice, io mi sentii il Papa…
Lui è il numero uno degli allenatori a fare una squadra competitiva per vincere, è fortissimo.
Costanzo: Pallotta potrebbe pensare a Capello, volendo… Ha fatto vincere lo scudetto alla Roma. Se lei vuole incontriamoci, Pallotta, ne parliamo!
Scorrono immagini dei grandi giocatori e numeri 10 del passato come Maradona, Cassano, Baggio, Del Piero…
Maradona è il calcio, hanno inventato il pallone con scritto Maradona. E’ un altro pianeta. Messi e Ronaldo sono due extraterrestri, 10 gradini sopra a tutti. Baggio ha fatto la storia del calcio italiano, una grande persona dentro e fuori dal campo. Alex ha fatto la storia della Juve, ha vinto tutto quello che c’era da vincere, abbiamo condiviso un Mondiale insieme, è un amico. Cassano ho avuto la fortuna di giocarci insieme, è matto di testa, ma coi piedi è il giocatore con cui mi sono trovato meglio nella Roma. Lui sta cercando squadra, è libero. E’ un peccato, per me ha fatto il 50% di quello che poteva fare. Se fosse rimasto a Roma avrebbe fatto non la mia stessa carriera, ma quasi. Invece ha preferito ascoltare altre voci.
Cosa ruberesti a uno di questi colleghi?
La velocità con la palla al piede di Messi e Ronaldo, quello che fanno loro neanche alla playstation riesci a farlo.
Il tuo più grande rimpianto calcistico?
Non aver giocato con Ronaldo, il Fenomeno. A livello umano non aver vinto la Champions League con la Roma.
Potrebbe sempre succedere…
Non è facile, i tempi sono abbastanza ristretti ora. Diciamo la verità, non siamo poi all’altezza di Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco.
Andresti in Cina? C’è una trattativa?
Non c’è niente, non sto sentendo ma qualcosa si muove. Non è vicina, dovrei spostare tutti, non sarebbe facile, però…
Costanzo: Loro sanno capire i giocatori, hanno fatto degli investimenti giusti, sarebbe bello. A Spallè, pensa se Totti va in Cina! Ti fa gli occhi a mandorla…
Mi porto pure lui! (ride, ndr)
Se la Juve offrisse un ruolo a Cristian dovrebbe accettare?
Sì, lui non deve fare quello che ho fatto io. Se lui avrà voglia di cambiare squadra e non rimanere nella stessa città è giusto che sia così.
Ilary cosa penserà di questa intervista?
Nei suoi confronti avrò acquistato mille punti per quello che ha detto lei.
Tra un anno Francesco Totti dove lo vediamo?
Ci sono tre possibilità. O sui campi di calcio, quelli attuali. O non dietro alla scrivania, perché non mi ci vedo proprio. O dirigente della Roma con un punto interrogativo, non so cosa farei. Oppure lasciare il calcio e fare un’altra cosa, anche quella potrebbe essere un’ipotesi. Qualcosa ho in mente, in questi ultimi mesi sto riflettendo tantissimo su quello che ho intenzione di fare. Ho preso quasi una decisione, ma aspetto maggio o giugno, non la dico. Può darsi anche che la cambierò.
Tanti calciatori hanno preso agenzie di assicurazioni…
No, assicurazioni no. Al massimo posso fare il procuratore, cercare talenti in giro per il mondo. Ci dovrei capire di calcio, poco ma ci capisco. Se sono fortunato…
Cerca anche qualche allenatore magari…
Anche…
Noi abbiamo fatto dei libri sulle barzellette che hanno venduto l’ira di Dio. I tuoi proventi di autore li hai devoluti tutti in beneficenza, va detto…
Io preferisco non dirlo…
Costanzo: Quando ci siamo incontrati la prima volta per parlare di questo libro sulle barzellette, lui mi disse sul finire del pranzo: “Oh però non mette in mezzo pure Ilary”.
L’intervista si conclude e Totti e Costanzo si salutano.
Grazie!
Grazie a lei!
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