NOTIZIE AS ROMA TOTTI KUWAIT – Francesco Totti è in Kuwait per l’Al Roudan Tournament, torneo di futsal giunto alla sua 40esima edizione, e prima di scendere in campo si concede alla tv dell’evento.
“No Totti, No party? No, vado ancora ogni domenica all’Olimpico. Nel percorso dei miei 25 anni ho avuto tanti allenatori, ognuno diverso dall’altro, ognuno col suo carisma e con la sua personalità. Però penso che dal punto di vista caratteriale Capello abbia qualcosa in più degli altri perché è un allenatore vincente, ovunque è andato ha vinto”.
“Maradona, Pelè, Messi e Ronaldo: i più forti di sempre? Diciamo che i tempi di Maradona e Pelè erano diversi, era un altro calcio. Quando parliamo di Messi e Ronaldo stiamo parlando di due extraterrestri, sono due giocatori che continuano a stupire, battendo record su record. Perciò ritengo che i quattro giocatori che tu hai citato rappresentino il calcio”.
“San Siro? Per me quello, dopo l’Olimpico, è lo stadio al quale sono più affezionato. E’ uno stadio che al mio ingresso mi dava una forza in più, quella carica e quella determinazione in più di esprimere le mie capacità tecniche. Fortunatamente sono sempre riuscito a fare delle partite eccellenti e così, ogni volta che andavo là mi guadagnavo una standing ovation”.
“Berlusconi mi voleva al Milan? Vero, ci sono state più occasioni in cui lui ha espresso il desiderio che io andassi a giocare a Milano, ma come lui ci sono stati anche altri presidenti. Ho sempre detto di “no” per l’amore e per il rispetto per questa maglia, per questi colori e per questa città”.
“Real Madrid? Sì, nel 2004 fui ad un passo dal Real. Florentino Perez avrebbe fatto qualsiasi cosa per avermi lì con loro, e c’è stato un momento, l’unico vero momento nella mia carriera, che ero abbastanza titubante di poter cambiare casacca. Però alla fine ha prevalso l’amore per la Roma, per la mia città, per gli amici. Ho fatto questa scelta di vita e penso che per me sia stata la cosa più bella. Prima lo seguivo, oltre ad esser un top club, mi è sempre piaciuto e mi piacevano i giocatori che andavano a giocare lì”.
“Riflessione a fine contratto? Il primo pensiero era l’America perché mi piaceva l’idea di fare questa esperienza all’estero dove avrei avuto anche l’opportunità di imparare l’inglese. Invece poi, mettendomi seduto al tavolino con mia moglie e i miei figli, ho capito che un anno o due così non avrebbero cambiato nulla. Invece smettendo sarei rimasto uno dei pochi ad aver giocato solo con una maglia. E’ stata la mia rivincita”.
“Roma-Genoa? Spiegare quella sensazione, quella giornata non è facile perché è stata istintiva, nulla era programmato. Facendo il giro di campo finale ho capito cosa la gente provasse nei miei confronti durante questi 25 anni, non solo rispetto ma un amore totale che nessun altro tifo ha espresso nei confronti di un altro giocatore. E’ il mio “popolo” perché loro mi identificavano come il “Re di Roma“. I tifosi della Roma per me erano tutte persone vicine a me”.
“Derby? Quando ero giovane per me significava tutto, come vincere un trofeo. Poi man mano sono cresciuto, le squadre si rinforzavano e anche la società e i tifosi hanno capito che l’importanza della vittoria finale era maggiore della vittoria del derby”.
“Salah? Ha cambiato solamente squadra…(scherza). Battute a parte, un giocatore universale. Per uno dei giocatori più forti al mondo in quel ruolo e penso che il passaggio al Liverpool lo abbia migliorato ancora di più. Liverpool vincerà la Champions? Sì, perché insieme a lui c’è anche Alisson perciò sarei contento se la vincesse il Liverpool“.
“Vincere? Non è facile perché soprattutto in Italia è la Juventus è la strafavorita visto che ha la possibilità di acquistare dei top player, come per esempio Ronaldo: nessuno poteva pensa re che la Juve riuscisse a prenderlo e invece…ha giocatori di livello internazionale elevato perciò in Italia la differenza è quella. Non sarà facile colmare il gap con la Juventus ma sono fiducioso che troveremo una soluzione”.
“Fallimento Ronaldo? No, non sono d’accordo perché non è facile vincere la Champions League. Non è che se compri il giocatore più forte del mondo vinci la Champions. Ci devono essere tante dinamiche, lo stesso Messi nel Barcellona“.
“Mancini è un bravo allenatore, guidare la Nazionale non è facile, hai tante responsabilità. Hai il dovere di portare l’Italia il più in alto possibile e qualificarsi per l’Europeo che, per noi italiani, è molto importante. Ringrazio Sacchi per le belle parole ma la vittoria del Mondiale è stata la vittoria del gruppo”.
“Portiere più forte? Dipendeva dalla partita e dalle dinamiche del momento, penso che il portiere che metteva più ansia era Buffon…perché è un mio amico. Difensore più forte che ho incontrato? Nesta. Il più difficile da affrontare, quello che mi piaceva di più, anche se ci giocavo contro solo due volte l’anno, nel derby con la Lazio“.
“Maldini, Zidane, Raul sono alcune delle leggende che ho più apprezzato”.
“Var? Bisogna vedere come si utilizza. Per me potrebbe esser fondamentale perché in quel decimo di secondo che ha a disposizione l’arbitro non è facile prendere una decisione importante. E rivedendo una decisione, hai la possibilità di cambiare una partita o una stagione”.
“Futuro? Spero di portare la Roma più in alto possibile, anche al livello mondiale, perché la Roma si tifa e si ama”.
Totti incontra poi un tifoso arabo inquadrato dalle tv nazionali al gol di Manolas contro il Barcellona. Alla battuta di Totti: “Quando torni all’Olimpico“, il tifoso ha risposto: “Alla prossima partita di Champions League“. Pronta la risposta del dirigente giallorosso: “Allora me sa che devi aspettare un anno…”.
“Roma-Barcellona? Nessuno poteva immaginare la remuntada. Però i giocatori e i tifosi erano tutti convinti che potevamo ribaltare questa partita. Credo che abbiano disputato una delle più belle partite viste in 100 anni di Roma: una soddisfazione così è indescrivibile”.
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