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Editoriale

Un mercato invernale inaccettabile: la Roma continua a sbagliare

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AS ROMA NEWS FRIEDKIN GHISOLFI RANIERI – Il mercato invernale della Roma si chiude con l’ennesima dimostrazione di scarsa programmazione, incompetenza dirigenziale e una proprietà sempre più distante dalle reali esigenze della squadra e della sua tifoseria. Gli acquisti di Salah-Eddine, Nelsson e Gourna-Douath non possono essere considerati operazioni all’altezza di un club che dovrebbe ambire a ben altri traguardi. La squadra di Claudio Ranieri aveva bisogno di rinforzi di spessore, di certezze e non di scommesse, per provare a risalire la classifica in campionato e per alimentare le speranze di una cavalcata vincente in Europa League o Coppa Italia. Nulla di tutto questo è arrivato. Ancora una volta, la Roma si è mossa in modo confuso e inconcludente.

Florent Ghisolfi, il direttore sportivo chiamato a raddrizzare la gestione sportiva dopo il fallimentare mercato estivo, ha confermato tutti i dubbi sulla sua reale capacità di gestire un club di questo livello. Dopo un’estate in cui ha investito su giocatori mediocri o inadatti, ha ripetuto gli stessi errori, acquistando profili sconosciuti ai più o giovani promesse che difficilmente potranno dare un contributo immediato. La Roma aveva bisogno di giocatori pronti, capaci di dare un’immediata sterzata alla stagione, ma ancora una volta si è preferito puntare su calciatori da valorizzare o, peggio, da rivendere in estate senza che abbiano lasciato alcun segno.

La responsabilità di questo scempio, tuttavia, non ricade solo su Ghisolfi. La proprietà Friedkin ha dimostrato ancora una volta di non aver compreso cosa significhi gestire un club europeo con ambizioni da grande squadra. Non si può trattare la Roma come un semplice asset finanziario, non si può amministrare un club storico come un resort di lusso in cui basta garantire un equilibrio contabile per ritenersi soddisfatti. La Roma è molto di più: è passione, è cuore, è una tifoseria che vive di calcio, che meriterebbe una gestione all’altezza delle proprie aspettative. E invece, da anni, si assiste a un progressivo declino, accompagnato da una preoccupante assuefazione a risultati mediocri e a campagne acquisti disastrose.

Anche l’altro club dei Friedkin, l’Everton, sta vivendo una parabola simile, segno che il modello di gestione adottato è fallimentare e inadatto al calcio europeo. Se la Roma vuole tornare a essere competitiva, serve una svolta radicale: o i Friedkin cambiano strategia o, meglio ancora, vendano la società a chi abbia realmente intenzione di costruire qualcosa di grande.

E Ranieri? Il tecnico romano, che ha sempre dimostrato di essere un maestro nel risollevare squadre in difficoltà, avrebbe dovuto pretendere di più. La sua esperienza e il suo attaccamento alla Roma avrebbero dovuto spingerlo a battere i pugni sul tavolo, a rifiutare una campagna acquisti così scadente. Accettare questa situazione significa mettere a rischio la sua stessa credibilità come garante di un progetto che, ad oggi, non esiste.

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La Roma continua a ripetere gli stessi errori, e il peggio è che nessuno sembra voler reagire. La tifoseria, un tempo tra le più esigenti e calde d’Europa, appare anestetizzata, rassegnata a una mediocrità che ormai sembra essere diventata la norma. Ma questo club merita molto di più. E se chi lo gestisce non è in grado di garantirlo, è giunto il momento che lasci spazio a chi ha realmente a cuore il futuro della Roma.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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