Cengiz Under resta senza dubbio uno degli elementi di maggior talento della Roma. Il turco classe ’97 ha rilasciato un’intervista ad asroma.com tra passato, presente e futuro:
Ci racconti qualcosa di Cengiz da bambino?
“Sono nato in
un piccolo paese vicino a Balıkesir, che si chiama Sındırgı. Ho sempre avuto un
grande amore per il calcio, ho sempre giocato a pallone. Il mio percorso in
questo mondo è iniziato quando a dieci anni sono stato chiamato nel settore
giovanile del Bucaspor, a Smirne, lontano da casa”.
Com’è stato allontanarti dal posto in cui sei
nato?
“Iniziare a vivere fuori casa senza la mia famiglia non è
stato semplice. Dopo un po’ di tempo il presidente ha fatto venire lì anche mia
madre. Lei e mio padre erano separati in casa e lui è restato dove vivevamo
tutti insieme. Io ero un bambino molto tranquillo, che pensava solo al
calcio”.
Quanto sei rimasto nel settore giovanile del
Bucaspor?
“Fino all’età di quindici anni. È stato un periodo che
ricordo con grande piacere. Sono molto legato alla città di Smirne, quando vado
in Turchia oltre a tornare nel mio paese vado lì, perché è come se fosse una
seconda casa per me. Quello del Bucaspor era il miglior settore giovanile della
Turchia, il presidente Seyit Mehmet Ozkan ha fatto un lavoro incredibile: nel
nostro Paese nessuno si è impegnato così tanto con i giovani come lui. Il
Bucaspor ha avuto una grandissima importanza nella mia carriera. Devo
ringraziare tutti gli allenatori con cui ho lavorato in quegli anni, se oggi
sono alla Roma è anche grazie a quel periodo vissuto lì”.
E poi come sei passato all’Altınordu?
“Il presidente del
Bucaspor acquistò l’Altınordu e portò con sé praticamente tutti i ragazzi del
Bucaspor. Lì sono riuscito a crescere ancora di più, prima del passaggio al
Başakşehir che mi ha portato alla Roma”.
Chi erano i tuoi idoli calcistici da ragazzo?
“In realtà
sono ancora un ragazzo…(ride, ndr). Messi mi è sempre piaciuto, come tutti
guardavo il Barcellona. Fino ai quindici anni ho visto il calcio con gli occhi
di un bambino. Poi ho scoperto anche altri aspetti di questo gioco e sono
riuscito a capire tante altre cose, per questo mi hanno affascinato anche David
Villa e David Silva. Messi, però, è unico nel calcio, nessuno può essere come
lui”.
Quando eri piccolo già sapevi che ce l’avresti fatta come
professionista?
“Ho iniziato a giocare a calcio senza dubbi e con un
unico obiettivo: non pensavo ad altro, volevo solo questo. Sono stato il primo
bambino a lasciare il mio paese per andare a giocare lontano da casa e il
Bucaspor non aveva mai preso un ragazzo che veniva da fuori, selezionavano solo
talenti del posto. Non ho fatto tutto da solo, però, devo ringraziare le persone
che mi hanno supportato”.
Qual è stato il miglior consiglio che hai ricevuto finora in
carriera?
“Tutti gli allenatori sono stati fondamentali nel mio
percorso, anche grazie a loro sono diventato il calciatore che sono. Li
ringrazio davvero tanto per ogni singolo consiglio che mi hanno dato. Ma sono
ancora giovane e so che devo crescere per diventare un calciatore più
forte”.
Qual è una giornata tipo di Cengiz Under?
“Vivere da
professionista è molto importante, quindi ho una vita molto regolare. Cerco di
riposare dopo l’allenamento. Vivo con un mio amico, Serhat, che considero come
un fratello: usciamo a cena, facciamo due chiacchiere, assieme a un altro nostro
amico. Mi piace fare una passeggiata nella città, vedere la gente, o mangiare
con loro a casa”.
Durante la tua prima stagione alla Roma, dopo un periodo di
assestamento, a febbraio è arrivato il gol contro il Chievo e da lì non ti sei
fermato più. Che ricordi hai di quel periodo?
“Nella prima parte di
stagione non era facile, ma ero sicuro di avere tutte le carte in regola per
poter fare un girone di ritorno a buoni livelli. Dopo aver giocato le due
partite con la Sampdoria, contro il Verona ho segnato il mio primo gol e da lì
tutte le cose sono andate in discesa. Non solo per me, ma per tutta la squadra,
abbiamo giocato bene e fatto una buona stagione. Devo ringraziare tutti i miei
compagni e mister Di Francesco che mi ha aiutato tanto. E poi il percorso in
Champions è stato indimenticabile”.
E tu sei uno dei protagonisti di quell’impresa, l’assist per il gol
del 3-0 sul Barcellona di Manolas è tuo…
“Una notte che rimarrà
nella mia testa per tutta la mia vita, una delle serate più belle della mia
carriera. Quando ci penso mi viene ancora la pelle d’oca. A casa mi riguardo il
calcio d’angolo quasi ogni giorno. Mi vedo spesso le mie partite per fare
autocritica, ma poi ogni tanto mi rimetto anche quel calcio d’angolo perché
vedendolo provo sempre un’emozione diversa, difficile da spiegare. Non ho messo
una gran palla, ma Kostas è stato bravissimo, ha fatto una bella corsa verso il
primo palo: i complimenti, ovviamente, vanno tutti a lui. È un giorno che
rimarrà impresso nella mia memoria per sempre”.
La stagione in corso della squadra è stata invece al di sotto delle
aspettative: secondo te perché?
“Abbiamo sbagliato le partite
apparentemente più facili e quelli sono tutti punti persi. Le ragioni non le
conosco, forse ci è mancata la concentrazione, ma certe sfide dovevamo vincerle.
Ora, però, da due settimane abbiamo iniziato a giocare meglio con mister
Ranieri, abbiamo vinto due partite consecutive e dobbiamo continuare così”.
Come vedi il vostro percorso per la corsa al quarto
posto?
“Dobbiamo solo pensare a un obiettivo ora: vincere contro
l’Inter. Vogliamo qualificarci in Champions, una squadra come la Roma deve
sempre qualificarsi in Champions. Credo che ci riusciremo. In Italia ci sono
tante brave squadre e noi siamo tra quelle, dobbiamo farcela”.
Da quando sei in Italia, per la prima volta, quest’anno hai dovuto
fare i conti con un infortunio serio: come hai vissuto le settimane fuori dal
campo?
“È stato un momento difficile, il più difficile da quando
sono qui. Mi sono fermato per un po’ e ora sto lavorando ancora di più, anche
extra campo. L’anno scorso nella seconda parte della stagione ho dimostrato chi
sono, so cosa posso fare. Ho grande fiducia nei miei mezzi e in quelli della
squadra. Adesso sto bene. Spero di giocare tutte le partite, ho ripreso minuti
nelle gambe, ho voglia di segnare di più e di dare il mio contributo ai
compagni”.
In che cosa sei migliorato di più in questa esperienza
italiana?
“In Italia ci sono due aspetti importanti. Uno è fisico,
con il quale inizialmente ero in difficoltà. Poi, però, ho lavorato molto sulla
resistenza e sulla mia condizione, sono cresciuto in allenamento e in partita,
cosa fondamentale per un campionato come questo. Ora mi sento bene e mi sono
adattato. L’altro è quello tattico: in Italia tutte le squadre hanno un sistema
di gioco molto chiaro e sono contento di aver capito come certi meccanismi, ora
mi sento parte di questo sistema. Non ci sono paesi in cui l’aspetto tattico è
così importante come qui. Giocare in Serie A è difficile, ma ora mi sento di
essere migliorato da questo punto di vista”.
E in che cosa secondo te devi ancora migliorare?
“Devo
ancora crescere fisicamente, questo è certo”.
Nel lavoro quotidiano a Trigoria c’è un compagno che ti impressiona
di più?
“Ce ne sono tanti. De Rossi prima di tutti, allenarmi con
lui mi ha emozionato quando sono arrivato a Trigoria. Ci sono calciatori
tecnicamente molto bravi, Dzeko è un gran giocatore, senza dimenticare El
Shaarawy e Perotti. Allenarsi ogni giorno con loro mi aiuta tanto. Però c’è un
altro dettaglio da aggiungere: io gioco alto a destra e in allenamento mi
scontro sempre con Kolarov. Questo mi ha fatto crescere tantissimo, affrontare
ogni giorno Alex è una cosa molto difficile, devi sempre alzare i tuoi limiti
per essere efficace contro uno come lui, questo è un fattore che ha un grande
impatto sul mio gioco. Quando te la vedi con Kolarov in tutti gli allenamenti,
affronti più rilassato gli altri terzini la domenica”.
A proposito, i tuoi compagni ti chiamano Cengo: ti piace come
soprannome?
“Anche in Turchia mi chiamavano così e a dire il vero lì
non mi piaceva molto. Poi quando hanno iniziato a chiamarmi qui con un tono
simpatico mi è iniziato a piacere. Ho compagni molto simpatici in squadra”.
Come vivi la passione dei tifosi giallorossi quando sei fuori dal
campo, nella tua vita di tutti i giorni?
“Sentire il calore dei
tifosi è molto bello, mi piace stare con loro e scambiarci due chiacchiere. Loro
sono fondamentali per il nostro successo, a maggior ragione in questo momento
della stagione. Sono sicuro che con il loro appoggio arriveremo a centrare il
nostro obiettivo”.
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