Cengiz Under, che ha giocato degli spezzoni di partita contro Napoli e Fiorentina, è pronto a tornare titolare contro la Sampdoria. Il turco ha parlato alla vigilia del match ai microfoni di Dazn.
“Generalmente mi chiamano tutti Genco, già in Turchia mi chiamavano così. Dall’anno scorso è diventato il mio nome anche a Roma, in turco Cengiz significa imbattibile e devo dire che mi piace molto. Sono stato fuori due mesi, ho avuto un po’ di paura, morivo dalla voglia di tornare in campo con i miei compagni e ho avuto il dubbio di non essere proprio imbattibile. Dentro di me pensavo: “E se mi infortunassi di nuovo allo stesso modo?” ma per fortuna adesso sono tornato ad allenarmi con i miei compagni. Ho giocato qualche partita e spero di ritrovare continuità.
Com’è stato crescere nell’Altinordu?
Ha il miglior settore
giovanile della Turchia. Il presidente valorizzava molto i giovani talenti. Gli
sono veramente affezionato perché quando avevo 10 anni mi ha portato al Bucaspor
e poi all’Altinordu. Questo club ha un approccio unico: non insegna solo calcio
ma a vivere sotto ogni aspetto. Ad esempio, i ragazzi coltivano un orto,
raccolgono pomodori, ci sono anche degli animali di cui devono prendersi cura.
Lì ho imparato come stare al mondo. Ho iniziato a giocare seriamente a calcio a
16 anni e la prima stagione è stata esaltante. Il Basaksehir mi voleva già
allora ma non mi sentivo pronto. Avevo bisogno di un altro anno prima di andare
a Istanbul. Lì ho incontrato un allenatore, che aiuta molto i giovani, e grandi
giocatori, soprattutto Emre Belozoglu. Hanno avuto grande fiducia in me e, nel
giro di un anno, è arrivata l’offerta della Roma e mi sono sentito veramente
orgoglioso.
Quanto bisogna aspettare per un gol di destro?
Al Basaksehir ho
segnato 9 gol, quasi tutti di destro. Non so perché qui non mi riescano, si vede
non è stato destino però sono felice di proseguire qui la mia carriera, è stata
la decisione giusta.
A chi sognavi di assomigliare?
Ho sempre pensato fosse utile
guardare i grandi ma riguardavo soprattutto le mie partite per lavorare sugli
errori. Ho sempre seguito David Silva anche se non giochiamo nella stessa
posizione. Mi piace molto il suo stile, è di ispirazione. Quello che noto,
riguardando le mie partite, è che alla Roma sono cresciuto tantissimo, sia in
fase offensiva che difensiva. Ho le giuste motivazioni per continuare a
migliorare.
Quanto ti dispiace che Di Francesco e Monchi abbiano lasciato la
Roma?
Monchi mi ha portato qui, sono dispiaciuto per lui. Di Francesco mi
ha dato consigli che non dimenticherò mai per tutta la vita. Ho sempre sentito
la sua fiducia. Anche quando non giocavo molto, percepivo che credeva in me. Poi
ho iniziato a giocare e a segnare. Sono proprio dispiaciuto ma sono cose che
accadono nel calcio. La vita è spietata, il calcio ancora di più.
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