Non voglio parlare nè di Totti, nè di Spalletti. Le persone non condizionate, che hanno l’intelletto per capire e non sono pagati da nessuno per scrivere quello che vuole il padrone, sanno da che parte stare. E’ evidente: stanno tutti con Totti, non con un allenatore che è invidioso della carriera luminosa dell’ultimo campione italiano. Sottoscrivo quello che ha scritto nel suo editoriale il direttore e vi voglio sottoporre una e-mail.
6 marzo 2014. Giuseppe Provenzano, in arte Joe Pro, che poi diventerà sulle colonne de “Il Tempo” Nati il 7 giugno, scriveva al direttore di ASRomaRadio.it, Marco Violi, questo:
“La trasmissione ha avuto un buon ritmo, ed il modo di saltare dal serio al faceto e` stato efficace. In questo modo non si alimenta questa, ahime`, tendenza a lasciarsi andare allo sconforto che e` cosi` tipica in Italia. in barba a tutto, la tempra di noi romanisti dovrebbe essere sempre quella di rimboccarsi le maniche e ripartire subito. Cosa che Garcia fa coi suoi rampolli. Ieri, lo hai fatto bene questo. Hai fatto il Garcia della squadra di ascoltatori. Ecco, in un certo senso, anche abbastanza preciso, e` un po` questo il ruolo di un conduttore radio. Dopo avere letto sul tuo sito un articolo che avevi pubblicato di Valdiserri, ho cercato il suo lavoro su internet ed ho pescato una radio romana dove lui fa un inetervento. Da qualche giorno quindi lo ascolto visto che ne pubblicano il suo intervento e lo posso ascoltare quando ho tempo. Per quello che riesco a sentire, lui mi pare uno che faccia un po` questo lavoro, cosa che non fanno invece chi lo intervista. Ho letto anche qualche suo articolo, e penso di poterlo dire, anche se e’ forse prematuro dirlo visto che lo conosco appena”.
Abbiamo la prova provata che l’architetto Giuseppe Provenzano, italo-americano di New York, amico della proprietà americana, emissario dei suoi connazionali padroni della Roma per influenzare la web radio in cui collaboravo, volesse controllare l’informazione sulla Roma e provava a controllarla anche in altre realtà radiofoniche molto più importanti.
E’ quello che il direttore di questa testata dice da tempo immemore, ma è sempre stato considerato un visionario. Credo che i commenti siano superflui, quindi lascio a voi l’interpretazione (molto chiara) di chi vuole annientare un ambiente giornalistico e radiofonico, modellandolo a loro uso e consumo. E chi non si allinea? E’ fuori. Semplice.
P.S.: E’ solo il primo stralcio delle e-mail che questa rubrica pubblicherà. Ce ne saranno delle belle…
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