All’ora di pranzo è andata in scena l’ennesima pagina nera della storia della Roma. L’ennesima pagina nera della storia targata Made in USA. Quella tanto decantata dai cantastorie del nulla, quelli che pensano ottusamente che prima dell’avvento di DiBenedetto e Pallotta non esistesse la Roma. Come se non avesse una storia e che la storia la potessero costruire gli americani venuti a liberare Roma dai giornalisti e speaker brutti e cattivi.
Non bastava il 26 maggio, dove speravamo che fosse l’ultima agonia nei derby che contano: ora iniziamo a perdere colpi nelle stracittadine anche in campionato. Qualcuno ha provato a dire che il derby è una partita come le altre, che conta tre punti come contro Pescara e Crotone, ma non è affatto vero. Il derby, a Roma, vale di più. Ed è così da sempre. Evidentemente non per loro.
Dirigenti in doppio petto, eleganti, impeccabili dall’alto della loro prosopopea, che hanno la presunzione di insegnare tutto a tutti, che vogliono portare la cultura della vittoria nella capitale con cessioni e plusvalenze, dovrebbero solamente vergognarsi per il disastro che hanno creato. Hanno permesso al Renzi degli allenatori di distruggere una squadra, che aveva trovato un proprio equilibrio, per via di alcune dichiarazioni destabilizzanti per l’ambiente. Ha permesso al Renzi dei noantri di distruggere calcisticamente la storia vivente della Roma, cacciandolo dal ritiro. Unico in 25 anni ad averlo fatto. Come se il problema della Roma fosse Totti e non Baldissoni, Sabatini o, peggio ancora, il marziano Pallotta, che dalla sua astronave proveniente da mondi sconosciuti, a volte si ricorda di sbarcare nella Capitale per questione inerenti allo stadio o al business.
Potremmo dire che Spalletti è “Il bomba”, esattamente come Renzi (visto che siamo in tema di primarie nel Pd): “Se non vinco il Referendum lascio per sempre la politica”. “Se non vinco, non rinnovo”. Salvo poi fare clamorose retromarce e stare sempre li, al loro posto, come se nulla fosse. Perchè l’Italia è in balia dell’Europa, mentre la Roma è in balia di una dirigenza che non ha polso (per dirla in maniera elegante).
La Lazio ha vinto i due derby decisivi di questa stagione: quello di Coppa, che ci ha eliminati, e quello di oggi, che probabilmente farà avvicinare il Napoli e farà vincere lo scudetto alla Juventus. Dopo il 26 maggio pensavamo di aver visto tutto. Non era così. E non sarà così. Finchè ci saranno certi personaggi in giacca e cravatta a dirigere la Roma, a pensare al marketing, a eliminare Totti dal campo, a dargli del pigro o a cacciarlo dal ritiro, non sarà mai la mia Roma.
P. S.: Subito dopo la fine della partita ho pensato a Monchi. Mi sono chiesto: chi gliel’ha fatto fare? Ma ormai la frittata per lui è fatta. Speriamo almeno che sia più lungimirante di Mister Marlboro rosse…
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