L’ultima partita di Francesco Totti in maglia giallorossa mette il punto sul presente, ma lascia aperto ogni spiraglio sulla possibilità futura di continuare la carriera da calciatore lontano dalla capitale. Eventualità che nel passato recente si è trasformata spesso in consuetudine, perché se lo spazio nei campionati più competitivi si scontra inevitabilmente con i conti della carta d’identità, c’è un mondo intero al di fuori disposto a prolungare le immense carriere dei grandi campioni. Un bivio che, con anni di ritardo rispetto a tanti amici e colleghi del mondo del calcio, può ora presentarsi di fronte alle intenzioni del capitano giallorosso. I primi contratti milionari firmati dalle stelle del passato arrivate ad un passo dal ritiro si sono concentrati principalmente negli States (e in Canada), dove la politica di rilancio adottato dalla Major League ha registrato l’arrivo oltreoceano di numerose stelle: dal mediatico arrivo a Los Angeles di Beckam, fino a Kaka, Nesta (che avrebbe invitato Totti a raggiungerlo a Miami), Henry, Gerrard, Lampard e Pirlo. Nonostante l’introduzione negli ultimi anni del salary cap, molti italiani hanno comunque scelto di concludere la carriera in America, come Corradi e Di Vaio, grande amico di capitan Totti. La globalizzazione calcistica lascia però aperte numerose possibilità, sicuramente più interessanti a livello economico, ma meno attraenti dal punto di vista ambientale e della competitività.
Del Piero scelse prima l’Australia e poi l’India, meta di arrivo anche di Trezeguet. Campionati pronti a mettere un’infinità di zeri sui contratti, ma ormai superati di fronte allo strapotere finanziario del mondo cinese, l’unica vera nuova frontiera del calcio moderno. Cartellini strapagati oltre ogni logica di mercato e ricchi ingaggi destinati ai giocatori che possiedono l’appeal in grado di riempire tutti gli stadi del Paese. I campioni del mondo Lippi e Cannavaro, entrambi legatissimi a Totti, si sono sistemati in panchina, Gervinho, Oscar, Jackson Martinez, Hulk, Witsel, Lavezzi hanno seguito il corso dei primi accordi milionari di giocatori a fine carriera come Carlos Tevez. Poi ci sono gli Emirati Arabi, un quadrante dominato dai petrol dollari che per rimanere in ottica romanista, hanno convinto in un batter d’occhio Mirko Vucinic, dal 2014 attaccante dell’Al-Jazira di Abu Dhabi. In Europa soltanto la Turchia ha mostrato la voglia di continuare ad investire cifre milionarie per provare a raggiungere la competitività di Premier League, Liga e Bundesliga. Non caso il presidente dell’Antalyaspor ha già dichiarato di essere pronto a fare follie pur di arrivare a Totti. Un sogno però.
(Il Tempo – A. Serafini)
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