NOTIZIE AS ROMA STADIO – II terremoto giudiziario che ha colpito Roma – Regione Lazio e Campidoglio; Partito Democratico, Forza Italia e Movimento cinque Stelle – un effetto certo lo ha già prodotto: il nuovo Stadio della Roma si ferma, va in congelatore almeno per un (lungo) periodo di tempo.

Come già era avvenuto in occasione delle inchieste su Mafia Capitale quando, all’arresto di Salvatore Buzzi il Comune sospese tutte le attività che erano in essere con le cooperative riconducibili a Buzzi, così avverrà anche per lo Stadio. Sono le norme anticorruzione ad obbligare gli uffici del Dipartimento Urbanistica a prendere carta e penna e a scrivere alla società proponente il progetto, la Eurnova del costruttore Luca Parnasi. Se non immediatamente, questo avverrà nelle prossime ore, magari non appena il primo polverone mediatico si sarà placato. In questa missiva, gli uffici comunali richiederanno alla Società di chiarire le notizie degli arresti. Atto obbligato da parte degli uffici comunali per rispettare le normative sulla corruzione. Ma anche un atto ovvio, visto che la controparte, cioè Luca Parnasi, ora si trova agli arresti in carcere. Il che significa che non solo è in una cella ma che gli è anche precluso di apporre la firma su qualunque atto, a partire da eventuali cessioni a terzi (la A.S. Roma o una qualsiasi altra società) dei terreni e del progetto e, chiaramente, a concludere la convenzione urbanistica (il contratto fra il Campidoglio e il soggetto privato proponente), che sarebbe stata alla base dei futuri lavori per l’impianto che deve essere realizzato a Tor di Valle.

Va detto con chiarezza: al di là degli auspici espressi dal presidente giallorosso, James Pallotta, ignaro delle norme italiane, e dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, meno ignara delle norme, circa la prosecuzione del progetto, questo di fatto entra in un cono d’ombra dal quale sarà improbabile che riesca ad uscire. Ad oggi, le possibilità sono remote e richiedono comunque un congruo periodo di tempo. La prima – e meno probabile – è che la Procura di Roma rimetta in libertà totale Parnasi e che questi, quindi, si affretti a cedere a terzi tutto il dossier. Più o meno altrettanto improbabile è che il Tribunale del Riesame, esaminando il ricorso da parte dei difensori dell’imprenditore, sconfessi totalmente l’operato della pubblica accusa. Nel campo, invece, delle ipotesi più percorribili c’è la nomina di un curatore. Tutte ipotesi, comunque, molto lontane nel tempo. Di certo, il progetto e la realizzazione dello stadio della Roma resta uno dei “business” più controversie tormentati nella storia della Capitale.

(Il Tempo – F. Magliaro)



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