AS ROMA NEWS ABDULHAMID – Nel calcio condizionato dal marketing, è normale che Saud Abdulhamid giochi in Serie A e sia l’alternativa o il titolare di una squadra che ambisca alla Champions; nel calcio degli esterni che hanno fatto la storia di questo sport e della Roma come Cafu e Maicon, un po’ meno, scrive Il Messaggero.
I mezzi tecnici di Saud, cresciuto e affermatosi in Arabia Saudita, devono affinarsi con l’esperienza e, secondo l’ex Ceo Souloukou e l’attuale ds Ghisolfi, Trigoria è il posto giusto dove imparare. Qualche lezione gliel’ha data giovedì Gianluca Mancini, che lo ha fulminato con lo sguardo almeno un paio di volte quando l’esterno arabo ha sbagliato prima una copertura e poi una marcatura. Sta contribuendo alla sua evoluzione Juric, che domenica contro il Venezia, però, lo lascerà di nuovo in panchina.
Celik oggi tornerà ad allenarsi, nessun infortunio all’adduttore ma solo uno spavento. Per il momento il terzino arabo non è reputato un elemento pronto a sopperire alla mancanza di un titolare, nonostante i romanisti siano stati protagonisti da un’ovazione all’Olimpico quando il tecnico croato ha scelto di farlo entrare contro l’Athletic Bilbao. I più maligni parlano di applausi ironici, quasi fosse la mascotte della squadra.
Quelli più lungimiranti credono che le sue qualità tecniche saranno determinanti per la vittoria di un titolo. Come spesso accade, la verità sta in mezzo: Saud ha cominciato da un mese un percorso di crescita ed è il primo calciatore che ha fatto la rotta inversa, ossia partire dal mondo dorato arabo per andare in quello europeo, meno ricco ma più tecnico. L’obiettivo è di diventare un crack internazionale. Se poi la Roma vincerà la scommessa, allora incasserà milioni dalla sua vendita, altrimenti avrà speso soldi per l’ennesima meteora sulla fascia destra. Come in passato è stato con Piris e Reynolds. Ma se tra i tifosi, nonostante gli applausi, qualcuno nutre più di una perplessità, in Arabia sono certi che lui sarà il prossimo Dani Alves.
Quello che sposta Abdulhamid in termini di engagement sui social è unico e quasi inarrivabile da suoi colleghi in rosa. Dybala escluso. È supportato da migliaia di persone attivissime online, che leggono e repostano ogni contenuto che lo riguarda. Dopo la gara con gli spagnoli, la Roma ha pubblicato una sua foto su “X” ed è stata visualizzata da 1,5 milioni di utenti, generando 27mila reazioni e più di 1700 commenti. Molti di questi sono in maggioranza scritti in lingua araba.
Quello che ne esce è una sorta di difesa a oltranza contro chiunque si permetta di criticarlo. Una crociata per difendere Saud dagli attacchi dei romanisti che non capiscono (ancora) che hanno tra le mani un campione. Viene ricordato che ha vinto più di quanto non sia riuscita a fare la Roma nella sua storia. Ma in realtà ha alzato due Coppe d’Asia con l’Under 19 e con l’Under 23. C’è chi chiede di vederlo titolare, chi lo ha eletto il più grande di tutti i tempi e chi polemizza sul fatto che i suoi compagni non lo aiutino in campo a migliorare e ad integrarsi. Insomma, la disputa è aperta.
A Roma l’argomento è trattato con una certa leggerezza, nessuno si aspetta che possa spostare gli equilibri. Anzi, in molti si sono rassegnati al fatto che sarà l’ennesimo fenomeno passeggero passato a Trigoria per volere di qualche dirigente poco avveduto. Per ora resta l’ovazione dei 60mila dell’Olimpico, la vera sfida per il futuro sarà non veder trasformare gli applausi in fischi.
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