Tammy Abraham

Il bacio emozionato alla maglia, il buffetto di Mourinho nelle interviste, l’abbraccio dell’Olimpico. Ladies and gentlemen, benvenuti nel sabato celestiale di Tammy Abraham, scrive il Corriere dello Sport. Devastante in area di rigore, «mostro» come lo vuole l’allenatore, calamita imprendibile per i difensori altrui, inesauribile corridore.

La Roma ha comprato un grandissimo calciatore, di cui adesso nessuno ha più motivo di dubitare. Tralasciando ogni paragone tecnico con Dzeko, ancora prematuro e poco significativo, è tempo di osservare i numeri: 20 gol nella prima stagione vissuta fuori dall’Inghilterra, una presenza costante nelle vicende di una squadra che sta gradatamente scoprendo dignità e compattezza. Dopo il rigore al novantottesimo contro lo Spezia, ecco la perla di destrezza e atletismo che ha beffato l’Atalanta. Guarda caso la società che prima della Roma lo aveva chiesto al Chelsea

Se consideriamo anche la partita d’andata, quando aveva segnato una doppietta, è lecito immaginare che il silenzioso Gasperini lo stia rimpiangendo. Senza Zapata, e con Muriel e Malinovskiy a mezzo servizio, gli avrebbe fatto comodo valorizzare un centravanti così. Invece Abraham è della Roma, felicissimo di esserlo. Come ha dimostrato nei gesti – quel tocco di labbra sulla stoffa è una dichiarazione di appartenenza – e soprattutto nelle gesta.

Gli applausi dei tifosi al momento della sostituzione, determinata da un affaticamento muscolare, sono il senso di un amore ricambiato. «Anche io li amo – racconta Abraham a fine partita – posso solo ringraziare la gente che mi supporta sempre e mi dà una forza incredibile. Mi diverto a giocare in questa squadra, con questo gruppo. E non dimentico ciò che è successo in estate: la Roma mi ha trasmesso fiducia e io cerco di ripagarla. Con questa maglia addosso io posso solo dare tutto. Semplicemente e totalmente tutto». 

Suona forte Grazie Roma mentre i giocatori sfilano negli spogliatoi e lo stadio celebra una vittoria deliziosa. Nonostante le giuste critiche, per un campionato che poteva essere migliore, è giusto riconoscere a Mourinho e ai giocatori una lenta e costante crescita: nelle ultime sette giornate, aspettando il Napoli che gioca stasera, nessuno ha conquistato più punti della Roma (15), imbattuta dopo l’atroce sconfitta contro la Juventus. Abraham annuisce: «Basta vedere come abbiamo festeggiato per capire quanto tenessimo a questo risultato. È una sensazione bellissima per noi, che abbiamo lottato dal primo all’ultimo minuto per ottenere la vittoria. In altri periodi magari avremmo incassato un gol a tempo scaduto buttando via tutto. Stavolta invece c’è stata una compattezza di gruppo che ci ha permesso di difendere con ordine. Ora dobbiamo insistere su questa strada». 

Le sue cifre stanno raggiungendo livelli insperati: Abraham ha segnato 13 gol in Serie A, 7 dei quali nel 2022. Ma c’è di più. Le sue reti hanno portato in dote alla Roma un totale di 11 punti in classifica, per l’incidenza sui risultati. Perché Tammy è uno che spesso sblocca il risultato – gli è capitato 8 volte – e più volte marca la differenza quando la squadra vince 1-0: è successo già in quattro casi, di cui due nell’ultima settimana. L’elemento intrigante è però un altro: forse ancora non abbiamo conosciuto tutto il suo potenziale. Con tante partite ancora disponibili, Abraham potrà battere il record storico di Rodolfo Volk: 24 reti nel lontanissimo 1928/29 alla prima stagione con la Roma. Intanto è a -1 da Montella e Batistuta, due tipi che qui hanno vinto lo scudetto.



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