ULTIME NOTIZIE AS ROMA NAPOLI ABRAHAM OSIMHEN – Il futuro è loro: Tammy Abraham 24 anni, Victor Osimhen 22. Ma vanno forte anche nel presente. Sono il prototipo del centravanti moderno: capaci di segnare ma anche di lavorare per la squadra, alti ma veloci, con una buona tecnica che sale ancora di livello quando possono sfruttarla in spazi ampi, scrive il Corriere della Sera.
Roma-Napoli è anche la sfida tra i due centravanti. Il loro rendimento stagionale è una cartina di tornasole per capire quello delle loro squadre.
Osimhen è il giocatore più decisivo del campionato, quello che Walter Sabatini preferisce a Mbappé, simbolo del Napoli che guida la classifica con 24 punti su 24 e va alla caccia di un record giallorosso: le 10 vittorie consecutive da inizio torneo, detenuto dalla Roma allenata da Rudi Garcia, stagione 2013-14.
Abraham ha saltato la prima partita – l’andata del preliminare di Conference League contro i turchi del Trabzonspor – perché era ancora indeciso se lasciare la Premier League. Quando ha detto sì a Mou (40 milioni pagabili in 5 anni, il Chelsea si è tenuto una «recompra» da 80 tra due stagioni) è stato ripagato subito da una maglia da titolare. È sceso dall’aereo ed è andato in campo contro la Fiorentina.
Osimhen ha usato il primo campionato (24 presenze e 10 gol in Serie A, 6 ma nessun gol equamente divise tra Coppa Italia e Europa League) per conoscere meglio il calcio italiano e adattarsi a una nuova realtà. In questa seconda stagione è letteralmente esploso, anche grazie agli schemi offensivi di Spalletti, più performanti di quelli di Gattuso.
Samo già a 5 gol e un assist in 7 presenze (ha saltato Genoa-Napoli alla seconda giornata) ai quali ha aggiunto 4 centri in 3 giornate di Europa League. Ha tirato in porta 23 volte (9 nello specchio) e subito 12 falli, diventando il centro di gravità permanente dell’attacco. È arrivato al Napoli attraverso un’operazione molto complicata che, tra bonus e giocatori inseriti, ha portato 50 milioni di euro lordi nelle casse del Lilla, pagabili in 5 anni. Il valore del nigeriano è già cresciuto del 30%. Il problema è la Coppa d’Africa che – con Koulibaly, Anguissa e Ounas – lo porterà via a gennaio per un minimo di 3 partite e un massimo di 5.
Abraham ha segnato due gol e fornito due assist in campionato, più due centri in Conference League. La sfortuna ha avuto la sua parte: 6 tra pali e traverse colpiti. In più c’è il rigore contro la Juve che voleva battere a tutti i costi ma ha dovuto lasciare a Veretout, che poi lo ha sbagliato. Questo per dire che, di sicuro, Abraham non è un timido. Lo ha dimostrato anche dopo la la disfatta contro il Bodø/Glimt quando è stato il primo, insieme a Pellegrini, ad andare sotto il settore dei 400 tifosi giallorossi a chiedere scusa. Stasera, contro Osimhen, vorrebbe risarcirli sul campo.
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