Nicolò Zaniolo, Tammy Abraham

ULTIME NOTIZIE AS ROMA ZANIOLO ABRAHAM – Nata per caso. Nell’emergenza, contro un avversario modesto, in una gara di poco appeal, con un modulo che sembra pronto – con il ritorno degli infortunati – a lasciar nuovamente spazio al 4-2-3-1. Tutto vero. Ma la sensazione che ha regalato la coppia Abraham-Zaniolo contro lo Zorya è la scintilla che mancava da tempo. Estro e forza fisica, assist e gol, velocità e tecnica, scrive Il Messaggero.

L’abbraccio tra i due alla prima rete dell’inglese (assist di Nicolò, tap-in vincente di Tammy) è così diventato la copertina del 4-0 contro gli ucraini. Ma non solo. Può trasformarsi infatti nel trampolino di lancio per la rincorsa al quarto posto. Perché nel momento di necessità, Mourinho ha forse trovato la formula giusta. E poco importa che la rosa – come ricorda giustamente il tecnico – non sia stata costruita per giocare con il 3-5-2. La coppia è troppo affascinante per non meritare una verifica più seria, domani all’Olimpico (verso un nuovo sold-out) contro il Torino. Quando, anziché gli sprovveduti Imerekov e Vernydub, ci sarà ad aspettarli la seconda difesa del campionato (appena 13 gol al passivo).

«Con il lavoro si può tutto», ama ripetere José. Difficile dargli torto. Mkhitaryan si riscopre così a quasi 33 anni mezzala di qualità, Nicolò si diverte nel ruolo di seconda punta, Pellegrini è pronto a giocare più basso. E attenzione all’esperimento finale dell’altra sera, quando Mancini è stato alzato in mediana: contro i granata, senza Veretout e Cristante (atteso oggi alla prova-tampone), è un’opzione da tenere in considerazione.

Equilibrio in primis, sia chiaro, anche se l’occhio vuole sempre la sua parte. E in tal senso la coppia Abraham-Zaniolo è veramente un bel vedere. È chiaro che siamo ancora agli albori di quello che potrebbe diventare un tandem esplosivo. Tammy ha bisogno di essere più cinico sotto porta, Nicolò di completare un percorso che Totti iniziò alla soglia dei 30 anni. Ma la richiesta silente di non essere più confinato all’ala, sulla fascia, costretto a inseguimenti che non gli appartengono con raddoppi sul terzino che poi ne affievoliscono le capacità di ripartenza, è forse arrivata a destinazione.

Servirà tempo, abnegazione, sacrificio ma il feeling registrato con Abraham è già un ottimo punto di partenza. Zaniolo e Tammy sono due istintivi: il mix di gioventù, freschezza, qualità tecniche e strapotere fisico, è la base sulla quale lavorare. Per una notte l’ex Chelsea si è sentito meno solo. Era accaduto in realtà anche a Venezia ma in quel caso, era stato lui a mettersi a disposizione della squadra. Contro lo Zorya, invece, è stato Zaniolo a giocare per lui. Una bella differenza. Per questo motivo – al di là della doppietta con tanto di rovesciata strappa applausi – gli errori grossolani sotto porta devono lasciar spazio ad un killer instinct «da mostro» (cit. Mourinho).

Perché non sempre capiterà di avere 5-6 occasioni da rete davanti al portiere avversario. Spesso e volentieri, accadrà come contro il Napoli: un unico pertugio, nel quale inserirsi e segnare. Il primo a saperlo è il ragazzo che rivedendo le azioni della gara ai microfoni delle tv, con il suo sorriso bambino si è lasciato scappare l’espressione imbarazzata «Ma cosa ho fatto?», coprendosi gli occhi con la mano. Un’incredulità, d’ora in avanti, da trasformare in freddezza. Senza contare che nel tandem con Zaniolo si possono anche invertire i ruoli.

Abraham infatti sa come mettere il compagno (lodato sui social: «Mio fratello!») davanti alla porta e Nicolò, sia Fonseca che Di Francesco, lo avevano già immaginato come falso nueve. Toccherà a lui migliorare il processo di tiro (intanto si è sbloccato, non segnava dal 26 agosto), ancora un po’ macchinoso dopo il doppio intervento chirurgico. «Ora sto capendo molte cose che all’inizio non capivo», l’ammissione dello Special One qualche giorno fa. Chissà che tra queste, non ci fosse anche l’idea di lanciare questa nuova coppia. Nata nell’emergenza ma che ora si candida a lasciare il segno.

In un altro ambito, è pronto a fare lo stesso il nuovo Ceo Berardi. Ieri l’assemblea degli azionisti del club ha formalizzato le deleghe operative per il successore di Fienga. Inoltre ha prima approvato «la proposta di portare a nuovo la perdita d’esercizio al 30 giugno 2021 di Euro 177.6 milioni, insieme alle perdite già portate a nuovo nei precedenti esercizi (per un totale di 451.8 milioni), fino al 30 giugno 2026», usufruendo del Decreto Liquidità. Poi ha dato il via libera all’estensione della quota dell’aumento di capitale (da 210 a 460 milioni) e alla proroga della data entro la quale potrà essere realizzato (31 dicembre 2022).



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