l calcio dalla A alla Z. A vent’anni, per loro, il più era fatto. Quando a quella età tanti ragazzi ancora devono capire se il pallone dei grandi potrebbe essere la loro strada, oppure se dovranno ritagliarsi ruoli diversi nei campionati minori, Tammy Abraham e Nicolò Zaniolo avevano già affondato i tacchetti nel verde più nobile che la loro immaginazione potesse produrre, scrive La Gazzetta dello Sport.
Ad appena 18 anni, l’inglese esordiva nel Chelsea sfidando il Liverpool, a 19 anni l’italiano faceva il suo “vernissage” addirittura al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. Nella cornice della Champions League. Nelle rispettive nazionali, però, è stato Nicolò a battere Tammy come precocità, visto che l’azzurro – senza neppure la sua prima convocazione quando non aveva giocato neppure una partita in Serie A – ha avuto il proprio battesimo a diciannove anni, mentre l’inglese “solo” venti. C’è una parola, quindi, che può accomunarli: predestinazione. Quella che la Roma cavalca, grazie anche alla loro potenza atletica, sognando una rimonta per la zona Champions che fino a un paio di settimane fa sembrava poco meno di una utopia.
Non nascondiamolo, l’influenza di Mourinho nel momento della Roma si percepisce chiaramente. Non solo perché la difesa – giunta a 11 partite di campionato senza gol al passivo – sembra aver trovato finalmente quella solidità da Special One per cui il tecnico aveva sacrificato il prediletto 4-2-3-1 per convertirsi alla poco amata difesa a tre. Ma anche perché il carattere della squadra ha il marchio di quel “bastone e carota” di cui quasi tutti hanno fatto le spese (o se ne sono giovati, a seconda dei punti di vista).
Così Zaniolo, anche se in qualche circostanza è stato accantonato dall’inizio in modo quasi sorprendente, in attesa di ritrovare la sua vena da goleador (in campionato, ad esempio, non segna all’Olimpico dal 2019), si sta specializzando nel diventare uomo assist. Missione quasi compiuta, visto che adesso è già arrivato a quota 7, tra cui quella per Abraham di sabato contro l’Atalanta, a cui unire le 4 reti sgranate finora in stagione.
La vetrina, però, se l’è presa Tammy, che è giunto a 20 reti stagionali. Nessun inglese nei campionati top finora ha saputo fare meglio e così non sorprende che adesso il centravanti vada alla caccia di due totem come Gabriel Batistuta e Vincenzo Montella. Entrambi, infatti, nella loro prima stagione in giallorosso hanno realizzato 21 gol. Come dire che, con tante partite da giocare, il traguardo sembri ad un passo, anche perché il feeling con Zaniolo sta lievitando sempre di più.
Infatti, anche se contro l’Atalanta la partita è stata impostata più sui lanci che sul fraseggio (63 lanci per i giallorossi e 19 per i nerazzurri, 230 passaggi per la squadra di Mourinho e 508 per quella di Gasperini), i due hanno provato a cercarsi. Due volte lo ha fatto Nicolò per Tammy, cinque volte è successo il contrario. Poco? Non se si considera, appunto, che l’idea sabato era quello di cercare subito la profondità lanciando le punte. Non è un caso che Karsdorp abbia cercato 8 volte Zaniolo e Zalewski 5 volte Abraham.
In ogni caso, provando a stare il più stretti possibile, l’azzurro ha toccato 37 palloni e l’inglese 40. Morale: la Roma, che da metà a gennaio ha fatto più punti di tutti in Serie A, ha il loro marchio. Sarà per questo che i due predestinati – che nelle interviste esplicitano sempre il loro feeling – si sono dati un appuntamento virtuale al Mondiale. Se l’Italia non farà scherzi, d’altronde, è quello il palcoscenico che Abraham e Zaniolo stanno meritando.
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