Tammy Abraham

AS ROMA NEWS DERBY LAZIO ABRAHAM – Tira aria di rivincita. Soprattutto contro il presente che gli sta soffiando in faccia e sembra essersi portato via la sfrontatezza e i 27 gol della stagione scorsa. Del resto è la vita del centravanti: il passato non conta. Abraham lo sa bene ma ieri ha fatto un’eccezione, postando un paio di fotogrammi delle esultanze nell’ultimo derby. Uno per ogni gol segnato, in quei 22 minuti che gli sono rimasti nel cuore. A lui e ai tifosi romanisti, increduli per quell’uno-due poi trasformatosi in 3-0 grazie a Pellegrini, scrive Il Messaggero.

Tammy prova a caricarsi così in un periodo non facile. La rete a Helsinki aveva illuso un po’ tutti, lui in primis. Verona e il match di giovedì contro il Ludogorets, lo hanno riportato con i piedi per terra. Quel maledetto pallone, compagno di vita da quando l’inglese ha iniziato da ragazzino a tirare i primi calci a Camberwell, s’è messo di traverso.

“Spiteful as a monkey”, dicono gli inglesi. Dispettoso come una scimmia, anziché varcare la linea ha deciso ultimamente di andare a colpire i pali. Sono due in campionato, come le reti segnate in dodici partite. Il problema è che secondo la gelida matematica degli expected goals ne avrebbe dovute segnare altre sette, risultando così il peggior numero 9 in serie A tra gol fatti e attesi. L’inglese è il centravanti di una squadra che ha segnato appena sedici reti. Un bottino talmente magro da consentire solo paragoni al ribasso: la metà delle reti messe a referto dal Napoli (32), due in meno di quelle realizzate dalla Salernitana (18). Eppure la Roma è lì, al quarto posto e oggi, vincendo, potrebbe allungare in modo decisivo in ottica Champions. Senza contare che nelle ultime due partite, nonostante Tammy sia rimasto a secco, ha segnato la bellezza di sei gol.

L’ex Chelsea spera sia arrivato il suo turno. Nonostante il momento difficile Mourinho non l’ha abbandonato: “In questi casi un calciatore deve giocare – ha sentenziato mercoledì – Ero preoccupato ad inizio stagione quando lo vedevo svagato, non ora. Anche se sta sbagliando. Prima o poi tornerà a segnare”. José aveva pronosticato già giovedì. Chissà che non si sia sbagliato soltanto di qualche giorno. È quello che si augura Tammy che considera il portoghese una sorta di zio acquisito.

Legame forte, indissolubile a tal punto che quando l’atteggiamento del ragazzo non gli piaceva, Mou glielo ha detto prima in privato e poi in pubblico, intuendo che l’abbondanza interna stava diventando un altro nervo scoperto. Avvisaglie c’erano state già in estate quando il calciatore aveva dichiarato: “A Roma c’è posto per due re”, dando così il benvenuto a Dybala ma celando un primo disagio per una centralità persa.

Come se non bastasse, ci si è messo pure Belotti. Rapporto ottimo con il Gallo fuori dal campo, feeling minimo invece sul rettangolo di gioco. I due quando non si pestano i piedi, faticano a trovarsi. Il primo tempo contro i bulgari è stata la fotografia di una coppia che non funziona. Proprio per questo oggi tocca di nuovo a Tammy. Della serie: adesso o mai più. Magari Mou non è così categorico ma l’inglese contro la Lazio è chiamato a dare una risposta. Che non per forza deve essere un gol. Una delle migliori partite disputate, ad esempio, fu quella al debutto contro la Fiorentina nella passata stagione, quando pur non segnando, Abraham da solo annichilì i viola. José vuole rivedere quel calciatore lì. Quello al quale bastava abbozzare un sorriso per incutere timore agli avversari.



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