(Il Tempo – A. Austini) L’unione fa la forza. Nel campionato delle città, adesso è Roma la padrona: giallorossi e biancocelesti, da anni, sono stabilmente ai vertici del campionato dietro la Juventus «dittatrice» e in compagnia del Napoli, con Milano che continua a rincorrere. La Capitale con mille problemi si consola col calcio. Non è più una casualità, ma una tendenza ormai consolidata e frutto del lavoro di due società gestite in modo diametralmente opposto, con budget diversi, ma accomunate dai buoni risultati ottenuti sul campo. La Roma di Pallotta è competitiva da anni in Italia, ha chiuso il quinto campionato di fila sul podio e in questa stagione è entrata con pieno merito fra le quattro potenze d’Europa. Domani saranno dieci anni dall’ultimo trofeo conquistato, è vero, ma il percorso è virtuoso e la sensazione è che molto presto si possa finalmente raccogliere la buona semina. La Lazio di Lotito è stata beffata un’altra volta per un soffio nella volata Champions dall’Inter, ma il campo ha dimostrato che la banda di Inzaghi meritasse eccome un posto in Paradiso. I numeri dimostrano quanto sia diventata grande Roma. Quest’anno con 149 punti sommati dalle due squadre (77 dei giallorossi, 72 dei biancocelesti), è la città che vince lo speciale campionato ex-aequo con Torino, dove però il merito è quasi tutto della Juventus con i suoi 95 punti aggiunti ai 54 dei granata. Nel precedente torneo la Capitale ha chiuso invece sulla vetta in solitaria: 157 punti contro i 144 di Torino e i 125 di Milano, con Genova a debita distanza.
Il confronto che spiega meglio la svolta epocale è quello con le milanesi: sono cinque campionati di fila che le romane mettono insieme più punti delle due nobili decadute. L’Inter è tornata in Champions dopo 6 anni d’assenza, il club rossonero non la gioca dalla stagione 2013/14 ed è di ieri la notizia che rischia di essere esclusa dall’Uefa dalla prossima Europa League per non aver rispettato il Fair Play Finanziario. Una tenaglia che, aspettando lo stadio di proprietà, ha frenato la crescita della Roma, molto più attenta del Milan a rispettare i conti e comunque in attesa di una sanzione (lieve) per aver sforato di pochi milioni il pareggio di bilancio nello scorso esercizio.
Problemi che non ha la Lazio, unica società di vertice insieme a Juventus e Napoli a non doversi preoccupare del Fair Play Uefa a prescindere dal fallimento dell’obiettivo Champions. Il dubbio, semmai, è legato alla volontà di Lotito di rinunciare agli utili registrati negli ultimi anni alzando l’asticella degli investimenti sul mercato: Milinkovic è un tesoro che può fruttare un centinaio di milioni di euro, o forse più, da rispendere poi per costruire una Lazio ancora più forte. Nella prossima stagione i biancocelesti giocheranno per la quinta volta di fila l’Europa League (una a causa del playoff di Champions perso nel 2015), cinque quante le partecipazioni di fila della Roma nelle coppe: quattro in Champions una in Europa League dopo il ko col Porto. In tutto fa 10, mentre negli ultimi sette anni – il periodo dell’inizio della dittatura juventina – Milan e Inter si sono qualificate otto volte, di cui solo tre in Champions. Anche in Europa si parla sempre più romano.
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