Connect with us

Rassegna stampa

Adesso la Roma ha il marchio di Mourinho

Published

on

ULTIME NOTIZIE AS ROMA MOURINHO – Era la squadra più inaffidabile del campionato, non potevi contare sulla Roma, mai, in nessun caso. D’improvviso (ma non casualmente) è diventata la squadra più regolare, quella dell’1-0. Segnare poco, subire niente, scrive il Corriere dello Sport.

Se di Mourinho aveva prima certi eccessi di temperamento, ora ha anche la sua concretezza, il suo pragmatismo, la sua solidità. Raramente le squadre di José hanno dato spettacolo, quasi sempre però hanno avuto un marchio, un’identità. Ora, ce l’ha pure la Roma.

Partiamo da Roma-Juventus del 9 gennaio scorso, due mesi fa. Risultato all’8′ del secondo tempo 3-1 per la Roma che sta dominando. Risultato finale 4-3 per la Juventus, tre gol in 7 minuti. E’ stato il punto più vicino alla follia di tutta la stagione romanista. Ma è stato anche come prendere coscienza, prima del tempo, di un fallimento che andava per forza evitato.

Qualcosa è cambiato nella testa della squadra, Mourinho l’ha condotta, anzi, trascinata, sulla strada della consapevolezza. Non poteva essere quella la vera Roma. Da quel momento in campionato non ha più perso. Sette partite, 15 punti, delle prime 8 solo la Juventus ne ha fatti altrettanti, la Roma ha rosicchiato 6 punti all’Inter, 3 al Milan, uno al Napoli, 9 all’Atalanta, uno alla Lazio, 4 alla Fiorentina. E’ vero, c’è stata la pesante (perché arrendevole) sconfitta di San Siro contro l’Inter in Coppa Italia, quando Mourinho si è imbufalito negli spogliatoi. Erano ancora i residui della vecchia inaffidabile Roma. 

Le ultime tre partite sono finite tutte con lo stesso punteggio: 1-0 per i giallorossi. Spezia, Atalanta e Vitesse hanno questo dato in comune, il risultato finale. Ma pur cambiando il modo di raggiungere la vittoria, è rimasta anche la stessa essenza, la voglia di conquistare il successo, la determinazione, la compattezza.

Advertisement

Contro lo Spezia il gol è arrivato all’ultimo minuto di recupero, su rigore e dopo un tempo giocato in superiorità numerica, ma in quel secondo tempo la Roma ha giocato col sangue agli occhi. Contro l’Atalanta ha rasentato la perfezione sul piano tattico: qualche giorno prima la squadra di Gasperini aveva sbriciolato la Sampdoria, l’aveva annientata sotto ogni punto di vista, mentre la sera dell’Olimpico non ha prodotto alcunché. In Olanda, infine, ha vinto alzando il livello tecnico nella ripresa, quando Mourinho l’ha riordinata con tre cambi nell’intervallo.

La Roma è una squadra che per dare il meglio di sé ha bisogno della tecnica dei suoi giocatori fondamentali. Il rendimento di Mkhitaryan in quest’ultimo periodo ha portato alla squadra la qualità necessaria per sviluppare il gioco e assistere Abraham a dovere. Lo stesso salto in avanti si vede quando Zaniolo prende coscienza delle sue possibilità (non sempre accade) o quando Pellegrini (che giovedì in Coppa è entrato in partita prendendola dal verso giusto) mette a disposizione una dote di cui in pochi sono provvisti: la capacità di capire la partita mischiandola alla tecnica.

Sotto questo aspetto l’organico della Roma non è certo fra i migliori della parte nobile della Serie A. L’arrivo di Sergio Oliveira ha dato alla squadra un’organizzazione più solida, ma non è il giocatore che dà l’accelerata, è come Cristante, organizza, controlla, dirige, però la Roma per crescere ancora avrebbe bisogno di altra tecnica. 

Le scelte di Mourinho hanno sempre sorpreso. Se si accorge che Zalewski è più forte di altri, lo fa giocare infischiandosene di età e gerarchie di spogliatoio. E Zalewski, a vent’anni, sembra davvero più forte degli altri esterni della Roma, nonostante un ruolo che non gli apparteneva prima di adesso. José lo fa giocare proprio per migliorare la tecnica della squadra.

E c’è un altro ragazzo che il portoghese ha prima “perdonato” e poi consacrato: Kumbulla. La difesa a tre non è mai stata nelle corde di Mourinho, ma ha spiegato che i giocatori così si sentono più protetti. Kumbulla era uno degli epurati di Bodo, insieme a Diawara (uscito dai radar di Trigoria), Reynolds, Villar e Borja Mayoral (ceduti).

Advertisement

Il problema è che per giocare con la difesa a tre non ne bastano quattro (Smalling, Mancini e Ibanez oltre a Kumbulla), anche in questo caso Mourinho avrebbe avuto bisogno di un altro sostegno. Domani, a Udine, la Roma cercherà la conferma di questo suo momento di felice regolarità, il problema però sono le assenze: mancheranno Mkhitaryan e Kumbulla, forse i migliori interpreti della squadra che fa sempre 1-0. 

FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Copyright © 2008 - 2024 | Roma Giallorossa | Testata Giornalistica | Registrazione Tribunale di Roma n. 328/2009
Licenza SIAE n. 8116
Editore e direttore responsabile: Marco Violi
Direttore editoriale e Ufficio Stampa: Maria Paola Violi
Contatti: info@romagiallorossa.it