Josè Mourinho, Lorenzo Pellegrini

ULTIME NOTIZIE AS ROMA VENEZIA PELLEGRINI – Ma chi dice che solo “magro è bello”? Di certo non José Mourinho, scopertosi in anemia di reti segnate, scrive La Gazzetta dello Sport. Così, parlando di un attacco della Roma che ha realizzato 19 gol in campionato (settimo reparto offensivo della Serie A) proclama l’ottimismo di chi presto festeggerà un risultato “più ciccio”

L’occasione per riprovarci è stamattina contro il Venezia, squadra peraltro che sta dimostrando di essere più brava a difendersi che ad attaccare, tanto da avere realizzato appena 8 reti, peggio di tutte le altre formazioni del campionato. Vietato sorprendersi, visto che i ragazzi di Zanetti sono ultimi anche per tiri verso lo specchio della porta (92). E indovinate chi c’è al primo posto di questa speciale classifica? Proprio i giallorossi di Mourinho, con 187 conclusioni verso la porta avversaria.

Segno che, al momento, la precisione non è tra le doti della Roma, tanto che lo Special One “promuove” in questa graduatoria di prolificità solo tre giocatori: Ibanez, El Shaarawy e naturalmente capitan Pellegrini, capocannoniere della squadra, che oggi torna a disposizione, dopo l’assenza di giovedì contro il Bodo in Conference League.

Gli unici giocatori – dice Mourinho, apparso nervoso in conferenza – che hanno segnato un numero di gol adatto alla loro posizione sono Ibanez, che da difensore centrale ha fatto i suoi gol, Pellegrini da centrocampista ed El Shaarawy che, pur non giocando sempre dall’inizio, ha fatto diverse reti. Tutti gli altri sono calciatori che hanno potenzialità, capacità e gioco, senza cui non ci sono possibilità di segnare, ma è una questione di momenti. Abraham è lo stesso giocatore che è arrivato e ha fatto bene nelle prime partite. Tornerà a segnare, non è un problema“.

Ma se Mourinho spende belle parole anche per Mayoral, ex “reietto”, tutto però ruota intorno a Pellegrini che, mostrando un ammirevole attaccamento alla maglia, dovrebbe giocare stringendo i denti e imbottito di antidolorifici perché il ginocchio sinistro gli dà ancora fastidi per via di una infiammazione, che comunque non lo terrà fuori neppure dalle convocazioni azzurre.

Le 8 reti stagionali, d’altronde, lo hanno santificato come cannoniere di una squadra che segna in dosi omeopatiche. “Paragonando gol fatti e occasioni create, c’è una contraddizione – ammette infatti l’allenatore portoghese – . Ci sono squadre che creando pochissimo e giocando molto meno, magari fanno un’occasione e un gol; noi invece facciamo più fatica non nella costruzione ma a tradurre in gol le situazioni che creiamo. Sarebbe però più preoccupante non avere nessuna occasione, non avere dominio. In qualche partita le cose cambieranno, segnando tutto quello che costruiamo presto avremo un risultato più “ciccio”. Quindi, un po’ di pazienza”.

Pazienza che, almeno per oggi, il tecnico non dovrebbe avere nei confronti di Zaniolo. Sia l’attaccante azzurro che Mkhitaryan, capitano dell’Armenia, oggi potrebbero cominciare il match dalla panchina. L’idea, infatti, dovrebbe nascere innanzitutto dal momento di appannamento che stanno vivendo i due giallorossi.

Non che Abraham stia brillando, ma affiancandogli un’altra punta di peso come Shomurodov, è possibile che l’inglese in questo modo trovi più spazio. Tutto questo, tra l’altro, sarebbe propiziato dall’emergenza che affligge la fascia sinistra della difesa. L’idea di un passaggio alla difesa a tre, con Kumbulla ripescato tra i titolari dopo il “purgatorio” della tribuna, non è affatto peregrina.



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