Rassegna stampa
Ahi Roma, così fa male. Si illude con Dovbyk, domina ma non la chiude: pari beffa con l’Athletic
AS ROMA NEWS ATHLETIC BILBAO – Mancava davvero poco e questa consapevolezza rende più amaro il pareggio con cui la Roma inizia l’avventura in Europa League. Però l’Athletic Bilbao è una buona squadra e nella ripresa, a causa della stanchezza e di alcuni cambi peggiorativi, i giallorossi si sono progressivamente spenti e rinchiusi a difesa del vantaggio siglato da Dovbyk nel primo tempo, scrive La Gazzetta dello Sport.
Il gol dell’1-1 è stata la conseguenza di un atteggiamento remissivo non tanto per scelta quanto per l’impossibilità di fare altro. E su questo ci sarà da riflettere. In alcuni ruoli i ricambi non sono all’altezza (Abdulhamid, entrato al posto di Celik, ha aperto un corridoio invitante per i baschi) e le riserve devono avere l’approccio giusto: Soulé, subentrato a Dybala (dolorante al flessore), ha sbagliato quasi tutto, forse per la voglia di strafare e perché non è riuscito a leggere bene quello che la partita richiedeva.
Dybala avrebbe spezzato il ritmo avversario chiamandosi un po’ di calci, Soulé non è mai stato utile. Dopo un buon primo tempo giocato in costante pressione, la Roma è scoppiata e a quel punto è emersa la tecnica in velocità dell’Athletic che dalla panchina ha pescato, a differenza della Roma, cambi migliorativi: Nico Williams ha saltato sempre l’uomo, Berenguer ha portato imprevedibilità, Herrera ha fatto girare rapidamente la palla, Unai Nunez ha fatto l’assist per il gol. A proposito: dopo Marassi un altro cross interpretato male nel finale, stavolta la linea giallorossa è stata sorpresa dalla torre di Unai Nunez che ha trovato Aitor Paredes tra Cristante e Mancini. Insomma Juric ha parecchio materiale su cui lavorare.
Valverde ha rivoluzionato buona parte della formazione che aveva sconfitto il Celta Vigo cambiando i due terzini, un mediano e due trequartisti. Juric, invece, ha sostituito tre titolari rispetto al suo esordio con l’Udinese: fuori Pisilli, El Shaarawy e l’acciaccato Pellegrini, dentro Kone, Hermoso (debutto dal 1’) e Baldanzi. L’Athletic si schiera con il 4-3-3: Unai Gomez fluttua tra mediana e trequarti, le due ali giocano abbastanza vicine a Guruzeta per provare a dialogare. Ma la Roma, dopo un quarto d’ora di attesa, prende in mano la partita vincendo tutti i duelli, pressando alto quando può, organizzando una fitta rete di passaggi ben congegnata e, in alternativa, cerca subito la profondità lanciando Dovbyk quando la linea difensiva dei baschi si alza molto.
Dybala e Baldanzi accorciano, Celik e Angeliño spingono, Kone pressa e tutto funziona abbastanza bene. L’unico aspetto negativo sono gli errori in rifinitura al momento del cross o del filtrante e infatti per mezz’ora non ci sono tiri nello specchio, anche per l’inusuale imprecisione di Dybala che colpisce male con il sinistro dopo un cross di Celik e una torre di Angeliño.
La prima conclusione, però, diventa gol: al 32’ una bellissima azione corale, iniziata da uno scippo di Ndicka su Guruzela e proseguita da Kone, Celik, Dybala e Baldanzi, manda Angeliño al cross che Dovbyk trasforma in un’esecuzione. Per l’ucraino è la terza rete consecutiva. Il processo di Juricizzazione della Roma è evidente nelle rincorse di Baldanzi, a cui nel giochetto dell’uomo su uomo spetta il controllo di Prados: il trequartista si spende in tanti scatti all’indietro che gli fruttano gli applausi dei tifosi e la considerazione del suo allenatore. Però anche il fiato corto con cui affronterà l’inizio della ripresa.
L’Athletic resta sorpreso dall’aggressività giallorossa e fatica a reagire. Ma quando quella pressione cala a causa di un’evidente stanchezza, le cose cambiano. Non succede nulla di trascendentale perché, come quando a comandare era la Roma, anche i baschi non tirano quasi mai. Però si gioca quasi solo nella metà campo giallorossa. Al 9’ l’unica occasione della Roma: Aitor Paredes scivola e Soulé può correre verso la porta. L’argentino, però, si allarga troppo e calcia centrale. Forse si porterà dentro il dispiacere per l’errore perché infarcirà la sua prova di errori tecnici e tattici abbastanza gravi.
La Roma si abbassa e concede poco, però viene accerchiata e l’innesto di Pisilli per Baldanzi, con conseguente trasformazione nel 3-5-2, non porta risultati apprezzabili. L’Athletic passa al 4-2-3-1, spinge tanto a sinistra dove Abdulhamid va sempre in difficoltà e al 40’ arriva il pareggio in una situazione di superiorità numerica e abbastanza prevedibile. Errori e lacune sono superiori ai rimpianti.
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