(Leggo – F. Balzani) Paratutto, anche le meteoriti di un controverso spot in onda questi giorni in tv. Il giorno dopo la sontuosa prestazione di Alisson contro l’Atletico, sui social e nelle radio è scoppiata la mania per il portiere brasiliano che con 4 super parate ha tenuto la Roma in vita nel girone di Champions guadagnandosi anche il coro della curva Sud a fine partita. «Grande partita, ora cerchiamo di fare meglio», il tweet di Alisson. «Mi stava per cadere il telefono, l’ha preso Alisson», invece uno dei tanti post riservati dai tifosi all’estremo difensore che non si limita a parare. I compagni di reparto, infatti, gli riconoscono un carisma non indifferente nel comandare la difesa. Ma che Alisson Becker fosse un leader in Brasile già lo sapevano. Due ct come Dunga e Tite gli hanno affidato la porta della Seleçao, i suoi ex compagni lo avevano eletto capitano dell’Internacional, i tifosi lo avevano soprannominato O goleiro gato (il gatto custode). A Roma ha passato un anno in naftalina alle spalle di Szczesny, senza polemica ma con la voglia di prendersi i guantoni da titolare. «Altrimenti sarei andato via», ha confidato. Lo ha fatto quest’anno, tra qualche dubbio e i rimpianti per la partenza del polacco. Rimpianti spazzati via martedì notte quando gli occhi di ghiaccio di Alisson hanno stregato (oltre che le tifose giallorosse) anche Griezmann e compagni. «Sono un leader nato», aveva detto d’altronde in una delle sue prime interviste da romanista. Un acquisto targato Sabatini, che oggi vale più dei 7,5 milioni spesi un anno e mezzo fa. Un cerchio che si chiude, a un anno di distanza, da quando il brasiliano si era giocato l’andata del playoff con il Porto. Nel match di ritorno giocò Szczesny, con la Roma sconfitta 0-3 e Alisson che dovette cedere il posto al polacco per il resto della stagione.
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