(Il Messaggero – S. Carina) La vita, quando vuole, sa essere alquanto curiosa. Prendete ad esempio i casi di Alisson e Szczesny: per una stagione, quella passata, il brasiliano era la riserva di lusso del polacco. Che, andato via tra mille rimpianti iniziali, ora a Torino è diventato per Buffon quello che Alisson è stato per lui. A proposito di Buffon: il n.1 della Juventus è stato messo sotto inchiesta dall’Uefa per le dichiarazioni post Real-Juventus: il suo caso verrà discusso il 31 maggio. Rischia un lungo stop. Tornando ai due amici/nemici, al netto delle ultime dichiarazioni pubbliche (Szczesny: «Si vedeva che era molto bravo»; Alisson: «Ho imparato tanto da lui») il rapporto tra i due è migliorato soltanto quando è stato chiaro che il polacco sarebbe andato via. Per carità, ottimi compagni di squadra e professionisti ma inevitabilmente rivali. «Mi ha mai visto in panchina in una partita di campionato? – rispose una volta piccato Szczesny nell’ottobre del 2016 – Non ho giocato contro l’Astra Giurgiu ma come i tre quarti della squadra titolare che ha riposato per non disputare una partita vinta ancora prima di essere giocata…». Dal ritiro della Seleçao, arrivò puntuale la replica del brasiliano: «Questa alternanza non è affatto un bene per me. L’allenatore, poi, non ha mai specificato che Szczesny sarebbe stato il portiere del campionato e io quello dell’Europa League». Così bravi, così diversi. Caratterialmente e tecnicamente. Guascone il polacco, riservato Alisson che si è rivelato insuperabile tra i pali e migliorato con i piedi, peculiarità che fece preferire a Spalletti Szczesny («Calcia come un centrocampista»). Proprio contro la Juventus (avversaria domenica: la Roma vestirà la maglia del prossimo anno) nella gara d’andata, c’è stata l’unica sconfitta esterna in campionato di Di Francesco che porta la firma di Szczesny, capace di ipnotizzare Schick in pieno recupero per poi ammettere: «Io sono stato bravo ma è lui che ha sbagliato». Alisson invece non parla molto. Preferisce i fatti. E i numeri. Ce ne sono due in particolare che riassumono la sua annata. Il primo è il 21. Tanti sono stati i cleen sheet stagionali: 16 in campionato e 5 in Champions. Il secondo è l’80. Questa è la valutazione della Roma del suo cartellino. Che probabilmente, davanti ad una trattativa reale può abbassarsi (non sotto i 60), ma che la dice lunga su cosa rappresenti il portiere per il club.
LUSINGHE REAL…I – Monchi è pronto a offrirgli l’adeguamento contrattuale (quello che attende anche Florenzi: ora, oltre alla Juve, c’è l’interesse dell’Inter), raddoppiando lo stipendio attuale (portandolo quindi sui 3/3,5 milioni) e allungando la durata dell’intesa sino al 2023, consapevole però che ci sono società che possono tranquillamente raddoppiare l’offerta giallorossa. Real Madrid in primis. Alisson viene nella lista stilata dai Blancos dietro De Gea. E pur ribadendo in modo reiterato come si trovi bene a Roma e nella Roma, non ha mai illuso nessuno con dichiarazioni edulcorate del tipo «Resto sicuramente qui». Per lui, ci hanno pensato Pallotta e Monchi, garantendo la sua permanenza. Inevitabile però non farsi trovare impreparati. E in quest’ottica va letto il sondaggio del ds con il Genoa per Perin. Canale, quello rossoblù, già caldo per via del contatto, risalente addirittura a gennaio, tra Balzaretti e il preparatore atletico rossoblù Pilati, in vista della prossima stagione. Pilati ha preso tempo, restìo a lasciare Genova. Remore che, in caso di chiamata, Perin non avrebbe. Figurarsi Preziosi che ieri lo ha già accostato al Napoli e alla Juventus.
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