ULTIME NOTIZIE AS ROMA JUVENTUA ALLEGRI – Keyser Soze stasera torna sul luogo del delitto. Era il 2018, era autunno come ora, e José Mourinho portava allo Stadium il suo Manchester United, scrive La Gazzetta dello Sport.
A tarda sera, uscì zoppicando dallo stadio come il personaggio di «I soliti sospetti»: aveva appena compiuto il delitto perfetto. Non fu tanto una questione di punti – Juve-United 1-2 resta una delle sconfitte meno meritate nei dodici anni di Agnelli – ma di testa, come sempre.
La Juventus era forse la squadra più forte d’Europa, eppure Mou, con la fortuna dei grandi condottieri, riuscì a metterle un granello di sabbia negli ingranaggi. Quella sera la squadra andò a dormire con un sospetto: il suo gioco, più offensivo e divertente di quanto ora si ricordi, in Europa non avrebbe funzionato. L’ultima campagna di conquista di Massimiliano Allegri finì quel giorno. La Juve perse smalto e si normalizzò, poi infortuni e condizione atletica fecero il resto, fino a un altro 1-2 con l’Ajax. Lo scudetto consolò il giusto.
Mourinho torna in città e Allegri cerca un risarcimento. Dopo una sconfitta che avvelena una stagione, una vittoria che la faccia sbocciare. La Juve ha nella testa Chelsea e Toro e da lì vuole ripartire, vincere e guardare tutti da vicino: la Roma sarebbe a un punto, l’Inter a 3 (e domenica c’è lo scontro diretto a San Siro…). Tutta un’altra storia.
Problemi: Rabiot ha il Covid e il quartetto Danilo-Alex Sandro-Bentancur-Cuadrado è appena sceso da un aereo dal Sudamerica. Soprattutto, Paulo Dybala non è in condizione di giocare. Questa è la notizia. «Dybala non sarà convocato – ha detto Max –. Recupererà in sette, massimo dieci giorni. Si credeva che ci avrebbe messo qualche giorno in meno ma con questi problemi muscolari a volte non si rispettano i tempi». L’infortunio era più serio di quanto stimato.
Il risultato delle conferenze di vigilia, per il resto, è zero a zero. Allegri non ha cercato polemiche e, anzi, ha avuto una buona parola per tutti. Mourinho: «Ha dato carattere, è un valore aggiunto per la Roma e il campionato».
La Roma: «Attacca bene gli spazi, ha buoni tiratori, è pericolosa sulle palle inattive. Rischiamo di romperci le ossa». Weston McKennie: «Ho grande fiducia in lui anche se per me è un cursore, non può giocare davanti alla difesa». Addirittura Aaron Ramsey, che pure dal ritiro del Galles aveva attaccato la Juve: «Niente da chiarire, ci punto molto».
Max non si è scaldato nemmeno quando gli è stato chiesto della fine della storia con Ambra Angiolini: «Non ho mai parlato della vita privata. L’ho sempre divisa dal calcio. Meglio pensare che tornano i tifosi, con lo stadio pieno al 75%». In realtà a quella cifra probabilmente non si arriverà – ci sono dei biglietti invenduti – ma il tentativo è evidente: pensare positivo.
Allegri è troppo esperto per non sapere che la sosta di novembre, suo storico spartiacque, è all’orizzonte. La sua idea è allungare la striscia vincente, cementare la fiducia dello spogliatoio e restituire alla A l’idea inconscia che la Juventus sia la squadra più forte e quell’allenatore tornato dalla Premier League un abusivo nella lotta scudetto (in altre parole, un portoghese).
Ecco perché questa, tra tante settimane, vale doppio: comprime Roma, Zenit San Pietroburgo e Inter in otto giorni e non può non dare un minimo di brivido a chi da due anni guarda le partite pesanti da casa. Per questo ieri, nel vedere Allegri ridanciano, come e più che mai, è nato un sospetto: non sarà tensione?
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