Patrik Schick

(Corriere della Sera – L. Valdiserri) Dzeko o Schick? Dzeko e Schick. Descritta spesso come una coppia impossibile quella del bosniaco e del ceco è invece l’unica soluzione per risolvere il primo problema della Roma: l’enorme difficoltà a segnare.

Schick e Dzeko hanno «debuttato» insieme in Roma-Verona del 16 settembre scorso, quando il ceco entrò in campo al 75’ e si fece male praticamente al primo tiro verso la porta, restando fuori per oltre due mesi. Dal rientro in campo di Patrik (Genoa-Roma del 26 novembre 2017), i due hanno giocato insieme per 297’. In quel lasso di tempo, la Roma ha segnato 4 dei 10 gol di tutta la squadra. Un incoraggiante 40%, che dimostra come la coppia di giganti dai piedi buoni (Dzeko 1,92 e Schick 1,90) è di difficile lettura per le difese avversarie. Questa la lista dei gol: Schick in Roma-Torino di Coppa Italia; Pellegrini in Roma-Sassuolo; Dzeko in Roma-Atalanta; Dzeko in Samp-Roma. Schickha avuto problemi fisici e psicologici: il suo inserimento è stato più lento del previsto. Dzeko gioca nella difficilissima situazione di chi potrebbe essere venduto da un momento all’altro. Eppure, insieme, funzionano.

È soprattutto una questione di qualità. Né Defrel né Cengiz Under hanno dimostrato fin qui di essere da Roma. Schick non deve giocare perché la Roma lo pagherà alla Sampdoria 42 milioni in quattro anni, ma perché ha più talento. La Roma è staccata di cinque punti dalla Lazio e di due dall’Inter, che sono tre visto che, in caso di arrivo a pari punti, conterà lo scontro diretto. Non c’è più tempo da perdere e servono solo vittorie. Una parola che in campionato manca dal 16 dicembre (Roma-Cagliari 1-0) e in trasferta dal 5 novembre (Fiorentina-Roma 2-4).



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