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Rassegna stampa

Amici, arance, il bar Cristallo: ecco le menti di Roma-Milan

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Roma-Milan si gioca allo stadio di Empoli e in molte altre zone della città. In campo Spalletti e Montella hanno condiviso stagioni da compagni di squadra e poi da allenatore e giocatore. Stagione 1993-94: Montella rimase fuori prima per l’infortunio alla gamba e poi per l’aritmia cardiaca, Spalletti subentrò alla guida a sei giornate dalla fine. L’Empoli era vicino alla retrocessione e si salvò ai playout contro l’Alessandria: Vincenzo, finalmente rientrato, fu decisivo e chi c’era ricorda che in quell’occasione Montella uscì per la prima volta dal campo con l’Aeroplanino. Fabrizio Corsi, che da venticinque anni è alla guida del club, li racconta così: «Le loro storie calcistiche sono iniziate qui. Quando Vincenzo a 16 anni veniva aggregato alla prima squadra era proprio Luciano a pressare Guidolin, il nostro allenatore dell’epoca, perché lo facesse giocare, stupito com’era dalle sue qualità. Qui da noi ebbe poi il problema al cuore che toglieva il sonno a noi e ai genitori: in quel periodo eravamo un’unica famiglia, sembrava che Vincenzo non potesse più giocare a calcio. Quello che è arrivato dopo è stato la conseguenza delle sue qualità, era un predestinato. Lo stesso Spalletti come allenatore merita quello che si è preso: quando era calciatore fui io ad andare dal solito Guidolin a dirgli che al gruppo era aggiunto questo ragazzo di 32 anni, che se voleva poteva averlo a disposizione. Dopo due settimane di ritiro Guidolin mi disse che per lui era un uomo fondamentale. Da allenatore il momento che ricordo è quando decidemmo di riprendere Daniele Baldini che non era ben visto dal pubblico empolese dopo essersene andato. Luciano disse che se le cose non fossero andate bene avremmo dovuto trasferirci a Montespertoli… Per chi tiferò lunedì? Mi identifico in quello che perderà».

Montella arrivò a Empoli da Castello di Cisterna quando aveva 13 anni e restò fino al 1995, quando fu ceduto al Genoa, Spalletti da Certaldo, meno di 30 chilometri da Empoli, concluse qui la carriera di giocatore e avviò quella da tecnico. Furono compagni con Guidolin allenatore. Vincenzo restò per qualche anno il maggior contribuente del Comune: giocava nella Roma (dove ritrovò Spalletti allenatore, come già alla Samp) ma conservava la residenza a Empoli. Luciano è nato a Certaldo, ha mamma Ilva che vive a Sovigliana, frazione del Comune di Vinci, dove c’era l’azienda di famiglia (e il campetto fatto con i compagni di scuola dietro via Marconi), una polisportiva ad Avane (quella delle celebri galline del Cioni), la residenza a Montespertoli e una splendida tenuta in collina, «La Rimessa», al Poggio all’Aglione, gestita dal fratello Marcello. Montella e Spalletti saranno nemici all’Olimpico di Roma, poi torneranno a bere un aperitivo al caffè Cristallo, in centro città, gestito da Rosario Guarino, ex difensore dell’Empoli: «Luciano capita spesso per l’aperitivo, è un amico. Ma niente è paragonabile al rapporto che mi lega a Montella. Siamo stati insieme dagli Allievi in poi, vivevamo nelle case famiglia di Empoli. Eravamo fratelli, dividevamo tutto: vestiti, soldi. Dal ristorante dei ragazzi a casa avevamo come unico passatempo quello di non fare cadere un’arancia palleggiando fino al portone. Non avevamo distrazioni oltre al campo, solo qualche “forca” a scuola». La scuola era l’Istituto Tecnico Commerciale Enrico Fermi, appena fuori dal centro. Una prof ricorda benissimo Vincenzo: «Era un ragazzino vivace ma eccezionalmente rispettoso e molto carino, tanto che le ragazze erano tutte innamorate di lui – racconta Mara Mainardi, insegnante di Trattamento testi e dati (ex dattilografia) . Veniva sempre nella mia classe, la terza A, perché tra i miei allievi c’era l’amico Nicola Caccia (oggi collaboratore di Montella, ndr). Vincenzo era educatissimo ma aveva poca voglia di studiare, ancora meno ne aveva Caccia, che in classe si leggeva tranquillamente il giornale».

(Gazzetta dello Sport)



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