Radja Nainggolan e Ciro Immobile

(La Repubblica – G. Cardone/M. Pinci) Contasse solo il girone di ritorno, Lazio e Roma sarebbero quasi fuori dalla zona-Europa. La strada per la Champions più che a una maratona somiglia ai tremila siepi, e sono più gli ostacoli in cui i corridori cadono che quelli superati. Almeno nella seconda parte di questo strano campionato: Roma e Lazio, che oggi risponderanno all’Inter, dal giro di boa hanno raccolto meno punti di Juve e Napoli – e va bene – ma pure di Fiorentina, Milan e Atalanta, gli stessi del Torino. Hanno steccato più della metà delle partite, con quattro sconfitte a testa e tre pareggi, l’ultimo nel derby della paura domenica sera. «E il margine d’errore si riduce sempre di più», ha ammesso ieri Di Francesco.

Certo, entrambe hanno spremuto il fisico delle loro stelle correndo pure in Europa: la Lazio è addirittura la squadra che ha giocato di più in Italia, oggi scenderà in campo per la 50ª volta dalla Supercoppa del 13 agosto scorso. La Roma, unica semifinalista italiana, giocherà 6 volte in 18 giorni coprendo quasi 5mila chilometri di spostamenti. Quasi inevitabile pensare a risparmiare energie, già da stasera col Genoa all’Olimpico: Di Francesco rinuncerà a De Rossi e Strootman, rilancerà El Shaarawy e Ünder e valuta pure di rinnegare la difesa a tre dell’impresa col Barça per tornare a 4. L’unica strada possibile per consentire a Manolas di riprendersi, dopo una settimana tra febbre e crampi, anche se i calciatori hanno apprezzato parecchio la svolta tattica. Esule delle turnazioni, l’indispensabile Dzeko, che oggi giocherà per la 100ª volta in Serie A: «È troppo importante per noi».

Pure Inzaghi oggi contro la Fiorentina festeggerà le prime 100 gare, ma sulla panchina della Lazio. Con qualche mossa sorprendente: ha annunciato di voler rilanciare Caceres, dovrebbe riportare in panchina Felipe Anderson dopo le fatiche contro Udinese, Salisburgo e Roma: «Ma Firenze è uno snodo cruciale per la Champions» , avverte l’allenatore laziale. Proprio il derby, però, gli ha lasciato in eredità un dubbio: affidarsi o meno a Immobile? Dopo uno scontro con Manolas l’attaccante che non vuol riposare mai ha riportato una contusione al collo del piede sinistro, da sommare all’inevitabile stanchezza. È al 50 per cento, logica consiglierebbe di preservarlo, «ché comunque Nani e Caicedo sono pronti» . Ma è difficile farlo a cuor leggero: soprattutto oggi che fare punti, lì davanti, è diventato dannatamente complicato.



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