Houssem Aouar

AS ROMA NEWS AOUAR – Le foto che pubblica Mourinho sui suoi social non sono mai a caso. Così in quella postata ieri si vede lo Special One mentre parla con il volto nuovo di questo raduno, Houssem Aouar. Indicazioni in campo, un modo per studiarlo, conoscerlo e poi poterlo apprezzare. E il francoalgerino adesso ha bisogno di dare risposte immediate per dimostrare di essere utile alla causa giallorossa, scrive il Corriere dello Sport.

Anche perché nella lavagna di Mourinho in questo momento il suo nome viene dopo anche quello di Pagano. Un segnale al giocatore e al suo staff: sul centrocampita ex Lione bisogna lavorarci, anche perché per ora è l’unico giocatore nuovo e che quindi non conosce il gioco della Roma

Lui già da ieri ha risposto presente. Come? Lasciandosi alle spalle la timidezza – al di là di un po’ di emozione per la sua prima esperienza in carriera lontano da Lione – e cercando subito di integrarsi all’interno del gruppo. Anche per questo Aouar ha voluto anticipare i tempi e cominciare già durante la trattativa a studiare l’italiano per essere in grado una volta a Trigoria di capire i compagni di squadra e anche Mourinho. Naturalmente ha ancora bisogno di lezioni private, per questo il traduttore del club lo ha affiancato in questa sua prima giornata in palestra e in campo, per capire gli esercizi e ciò che gli chiedeva lo staff del tecnico portoghese.

Il centrocampista però non vedeva l’ora di immergersi in questa nuova avventura, tanto da essersi tagliato le ferie nonostante gli impegni con la sua nuova nazionale (l’Algeria, che ha scelto un mese fa per poter poi giocare la coppa d’Africa) proprio per poter vivere il suo “primo giorno di scuola” insieme ai suoi nuovi compagni: «Ho scelto la Roma perchè per me è il giusto progetto con tanti grandi giocatori qui, è una grande squadra, i tifosi sono unici: per me il giusto progetto perchè è un grande Club con una grande storia», ha detto nella sua prima intervista.

L’ultima stagione in Francia è stata molto complicata tra infortuni e un rendimento altalenante: solo diciotto presenze tra campionato e coppa, di cui cinque da titolare. La Roma per lui è l’occasione per riscattarsi e tornare a giocare a buoni livelli. Ma anche per tornare a essere “la Pepite”, la Pepita, come era stato soprannominato al Lione.



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