AS ROMA NEWS BOREALE AOUAR – Non sorprendiamoci. Se a un ragazzo nato nel 1998 il destino mette davanti tre strade – medico, giornalista o calciatore –, che la scelta cada sull’ultima professione appare quasi scontato. Perciò non sapremo mai le qualità di Houssem Aouar con indosso un camice bianco («Mia madre è infermiera e desiderava che diventassi medico») oppure parlando a un microfono («Fare il giornalista sportivo mi piaceva»), ma di sicuro le doti che il franco-algerino ha dimostrato con un pallone fra i piedi lo hanno portato lontano, scrive La Gazzetta dello Sport.
Alla Roma, precisamente, che ieri nella prima amichevole contro i dilettanti della Boreale ha visto santificare il suo esordio con un gol, una compartecipazione a un altro e un assist. Un viatico di buon auspicio per un calciatore che, fino a due anni, Pep Guardiola definiva uno dei migliori d’Europa per la mediana. Poi è subentrato un rallentamento, fino all’ultima stagione giocata nel “suo” Lione – dove è nato e dal 2016 ha vissuto tutta la carriera professionistica – in cui ha avuto solo sedici presenze.
Aouar risponde in un ottimo italiano («Avevo preso da tempo un insegnante»), che rivela uno studio cominciato ben prima della sua firma ufficiale con il club giallorosso. «In una grande squadra è più facile giocare bene – spiega –. Negli ultimi due anni farlo al Lione è stata dura, e non solo per me. Poi, nella scorsa stagione, il fatto che ero in scadenza di contratto non mi ha aiutato, ma non vorrei parlarne. Ora penso solo alla Roma. Ho chiesto informazioni anche a Garcia (ora al Napoli, ndr)».
In giallorosso, però, conquistare un posto da titolare non sarà semplice. Con Matic, Cristante, Bove, Pellegrini e una mezzala di qualità per cui viene dragato il mercato, Houssem dovrà avere dei gomiti aguzzi per farsi largo. La domanda, però, stimola il suo orgoglio, perché risponde così: «Sono un giocatore ambizioso. Ho molta umiltà, ma voglio giocare tutte le partite. So bene che qui ci sono tanti grandi giocatori, ma io mi sento pronto per reggere la concorrenza». Per farlo potrebbe aiutarlo la sua duttilità. «Posso giocare sia come centrocampista che da trequartista, per me non cambia molto. Sono in grado di adattarmi senza problemi sia al 3-5-2 che al 4-3-3».
Musica per le orecchie dello Special One, i cui primi input Aouar racconta così: «Mourinho vuole lavorare molto e giocare bene. Ci ha detto, però, che tutti i giocatori devono correre tanto». Lui ha provato a farlo anche nel giorno del suo esordio. «Penso di avere fatto una buona prova, ma siamo solo all’inizio. Per me è un onore lavorare con Mourinho, so che può aiutarmi molto». Per una Roma che nella scorsa stagione si è dimostrata anemica in attacco, il fatto che il franco-algerino abbia segnato è di buon auspicio.
«È stato bello andare subito in rete. Penso di poter aiutare la squadra in fase realizzativa, ma non è il mio compito principale. Ho altre qualità per aiutare la Roma». Quelle a cui aspira le vuole mutuare dai suoi idoli. «Sono un giocatore di squadra, posso giocare in molte posizioni come facevano Zidane, Iniesta, lo stesso Totti. Voglio diventare un grande come loro».
Impressioni? Aouar non ha paura di mettere l’asticella molto in alto. Proprio per questo il periodo d’inserimento sarà decisivo per accelerare i suoi progressi. «Mi sto ambientando bene. Non conosco ancora tutti i giocatori, ma nelle prossime settimane conto di farlo. Spero di giocare bene qui, la Roma è un grande club che ha grandi ambizioni». Proprio per questo il centrocampista ha scelto i giallorossi per modellare il futuro che incombe. Per fare il medico o il giornalista, forse, avrà tempo nelle prossime vite.
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