Rassegna stampa
Arbitro ed errori, Juric perde ancora. Il futuro del tecnico appeso ad un filo
AS ROMA NEWS VERONA – Doveva essere la partita delle conferme dopo la vittoria striminzita contro il Torino giovedì sera. Invece Verona-Roma è diventata la partita che potrebbe delineare il futuro di Juric sulla panchina giallorossa. Al Bentegodi i giallorossi si sciolgono davanti alle difficoltà e perdono la terza partita delle ultime quattro giocate in campionato, scrive La Repubblica.
Adesso il futuro dell’allenatore è davvero appeso ad un filo. Per adesso Juric non ci pensa: «Non spetta a me la decisione. Io devo pensare a lavorare». Ma già nelle prossime ore potrebbe arrivare una decisione dagli Stati Uniti di Dan e Ryan Friedkin. Che a distanza di cinquanta giorni dall’esonero di De Rossi, sono pronti a cambiare ancora e scegliere il terzo allenatore in tre mesi.
Una partita nata male e finita peggio. Perché ieri al Bentegodi la Roma è durata dieci minuti. Quelli iniziali, prima che una sequela di errori affondassero la barca giallorossa. A dare il via alla serata da horror ci ha pensato Zalewski, ancora protagonista in negativo. Due settimane fa il pallone regalato a Frattesi per il gol vittoria dell’Inter all’Olimpico. Ieri l’assist perfetto a Tengstedt per il vantaggio del Verona. Un’ombra nera che Zalewski prova a scacciare via subito dopo: prima con un gol (annullato), poi con l’assist vincente per il pareggio di Soulé. Sembra la svolta. Tecnica e psicologica di una squadra bisognosa di certezze. Ma così non è.
Per colpa di un altro errore, grave, dell’arbitro Marcenaro e della coppia Var e Avar formata da Pairetto-Maresca. Protagonisti in negativo sul gol del 2-1 del Verona, viziato da due irregolarità: prima l’evidente gomitata di Magnani su Ndicka, poi il blocco falloso di Kastanos su Svilar. Un fallo, doppio, che avrebbe meritato l’annullamento e che ha scatenato la polemica a fine gara da parte di Juric: «Fallo netto. Gli arbitri stanno commettendo errori contro di noi. Sono cose gravi e noi paghiamo i danni».
Allenatore furioso. Ma squadra incapace di reagire in campo. Un ossimoro se si pensa a cosa erano in grado di fare i calciatori con Mourinho neanche un anno fa. Proprio con lo stesso Marcenaro che il portoghese definì «mentalmente instabile» prima di un Sassuolo- Roma dello scorso anno. E De Rossi attaccò pubblicamente dopo Lecce-Roma per un fallo da ultimo uomo di Pongracic su Lukaku non sanzionato: «Le regole devono essere uguali per tutti. Che significa che se lo fischia è rigore, se non lo fischia no?». A Verona l’unico a protestare è il match analyst Salzarulo a fine primo tempo. Con le stesse modalità usate dal suo “maestro” Mourinho poche settimane fa a Istanbul: mostrando la gomitata ricevuta da Ndicka all’arbitro e al quarto uomo attraverso il suo tablet. Espulso.
La scossa arriva, almeno ad inizio secondo tempo. Con il pareggio di Dovbyk dopo otto minuti della ripresa. Poi il nulla, prima del gol all’ultimo minuto di Harroui. Una rete che condanna la Roma alla terza sconfitta nelle ultime quattro partite di campionato. E lascia il futuro di Juric appeso ad un filo.
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