Josè Mourinho

L’ultima volta, giocava quasi una Roma da scudetto. Era il 12 aprile 2014, con Rudi Garcia all’inseguimento della Juventus dopo il fantastico record delle dieci vittorie consecutive. Da allora, l’Atalanta è imbattuta all’Olimpico contro la Roma: sette campionati, con 3 successi e 4 pareggi, scrive il Corriere dello Sport.

Con Gasperini in panchina non ha mai perso. Basterebbe il fattore-tradizione a chiarire il ribaltamento dei rapporti di forza delle ultime stagioni, che i risultati generali confermano e che José Mourinho ha spesso evidenziato nelle interviste. Ieri Mourinho non ha parlato, continuando la politica del silenzio che dura dal giorno dell’espulsione di Pairetto. Ma a modo suo cercherà di fare valere la sua, di storia, che lo vede immacolato nei confronti con Gasperini.

Nella partita d’andata, a dicembre, ottenne il migliore exploit della stagione: per una squadra abituata a disperdere punti contro le avversarie che la precedono in classifica, vincere 4-1 a Bergamo non è esattamente scontato. Sembrava la giornata della svolta verso una rincorsa Champions, invece la Roma è rimasta nel gruppone dell’Europa secondaria. 

Eppure, se riuscisse a replicare il risultato dell’andata, aggancerebbe al quinto posto proprio l’Atalanta (che però deve recuperare la partita con il Torino). E allora Mourinho ha studiato una strategia molto simile a quella di tre mesi fa: un 3-5-2 basato su un pressing razionale, sul recupero palla e sulle verticalizzazioni feroci. A Bergamo, Zaniolo e Abraham si divertirono negli spazi spostando l’equilibrio a loro favore nei primi minuti di gioco. Certo, servirà ben altra concretezza offensiva rispetto alla trasferta di La Spezia: se la Roma non sfrutterà le occasioni che avrà, difficilmente potrà cavarsela perché l’Atalanta ha ripreso a produrre gol a raffica (7 nelle ultime due partite).

All’andata la Roma schierò a centrocampo Cristante, Mkhitaryan e Veretout, non avendo a disposizione Pellegrini. Stavolta Mourinho osa, inserendo il capitano nel sistema: gli chiederà un lavoro di sacrificio più diffuso del solito, convinto di valorizzarne la qualità nel palleggio. Dai test effettuati a Trigoria, Pellegrini potrebbe sdoppiarsi: un po’ mezzala, un po’ trequartista. Magari in alternanza con Mkhitaryan che avrà spesso il compito di organizzare la manovra, quando non sarà necessario il ricorso alla palla lunga. 

In difesa, avanti con il terzetto Mancini-Smalling-Kumbulla. Ibañez è guarito – e a Bergamo fece molto bene – ma non è ancora al top. Per questo Mourinho preferisce insistere su Kumbulla che ha trovato fiducia e continuità, rivelandosi un centrale molto affidabile. In panchina restano parecchie opzioni interessanti: dal recuperato Sergio Oliveira a Veretout, da Maitland-Niles a El Shaarawy, fino al giovane Bove che ormai è una risorsa fissa.

L’unico dubbio di formazione è sul lato sinistro: in allenamento sono stati provati prima Viña e poi Zalewski, che è piaciuto da “quinto” nel primo tempo di Spezia. Probabile che stavolta tocchi inizialmente all’uruguaiano, che è un terzino di ruolo e può garantire un maggiore equilibrio difensivo. Convocato anche Felix, al quale l’allenatore ha perdonato la leggerezza della comparsata in discoteca.  



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