L’ultima volta, giocava quasi una Roma da scudetto. Era il 12 aprile 2014, con Rudi Garcia all’inseguimento della Juventus dopo il fantastico record delle dieci vittorie consecutive. Da allora, l’Atalanta è imbattuta all’Olimpico contro la Roma: sette campionati, con 3 successi e 4 pareggi, scrive il Corriere dello Sport.
Con Gasperini in panchina non ha mai perso. Basterebbe il fattore-tradizione a chiarire il ribaltamento dei rapporti di forza delle ultime stagioni, che i risultati generali confermano e che José Mourinho ha spesso evidenziato nelle interviste. Ieri Mourinho non ha parlato, continuando la politica del silenzio che dura dal giorno dell’espulsione di Pairetto. Ma a modo suo cercherà di fare valere la sua, di storia, che lo vede immacolato nei confronti con Gasperini.
Nella partita d’andata, a dicembre, ottenne il migliore exploit della stagione: per una squadra abituata a disperdere punti contro le avversarie che la precedono in classifica, vincere 4-1 a Bergamo non è esattamente scontato. Sembrava la giornata della svolta verso una rincorsa Champions, invece la Roma è rimasta nel gruppone dell’Europa secondaria.
Eppure, se riuscisse a replicare il risultato dell’andata, aggancerebbe al quinto posto proprio l’Atalanta (che però deve recuperare la partita con il Torino). E allora Mourinho ha studiato una strategia molto simile a quella di tre mesi fa: un 3-5-2 basato su un pressing razionale, sul recupero palla e sulle verticalizzazioni feroci. A Bergamo, Zaniolo e Abraham si divertirono negli spazi spostando l’equilibrio a loro favore nei primi minuti di gioco. Certo, servirà ben altra concretezza offensiva rispetto alla trasferta di La Spezia: se la Roma non sfrutterà le occasioni che avrà, difficilmente potrà cavarsela perché l’Atalanta ha ripreso a produrre gol a raffica (7 nelle ultime due partite).
All’andata la Roma schierò a centrocampo Cristante, Mkhitaryan e Veretout, non avendo a disposizione Pellegrini. Stavolta Mourinho osa, inserendo il capitano nel sistema: gli chiederà un lavoro di sacrificio più diffuso del solito, convinto di valorizzarne la qualità nel palleggio. Dai test effettuati a Trigoria, Pellegrini potrebbe sdoppiarsi: un po’ mezzala, un po’ trequartista. Magari in alternanza con Mkhitaryan che avrà spesso il compito di organizzare la manovra, quando non sarà necessario il ricorso alla palla lunga.
In difesa, avanti con il terzetto Mancini-Smalling-Kumbulla. Ibañez è guarito – e a Bergamo fece molto bene – ma non è ancora al top. Per questo Mourinho preferisce insistere su Kumbulla che ha trovato fiducia e continuità, rivelandosi un centrale molto affidabile. In panchina restano parecchie opzioni interessanti: dal recuperato Sergio Oliveira a Veretout, da Maitland-Niles a El Shaarawy, fino al giovane Bove che ormai è una risorsa fissa.
L’unico dubbio di formazione è sul lato sinistro: in allenamento sono stati provati prima Viña e poi Zalewski, che è piaciuto da “quinto” nel primo tempo di Spezia. Probabile che stavolta tocchi inizialmente all’uruguaiano, che è un terzino di ruolo e può garantire un maggiore equilibrio difensivo. Convocato anche Felix, al quale l’allenatore ha perdonato la leggerezza della comparsata in discoteca.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA