Trentadue punti nel 2013 (primo posto in classifica), 28 nel 2014 (secondo posto), 26 nel 2015 (secondo posto), 26 in questa stagione e ancora secondo posto: fino a novembre e fino alla dodicesima giornata la Roma, negli ultimi 4 anni, ha sempre fatto il suo dovere. Il difficile arriva adesso: dopo l’ultima sosta per le nazionali dell’anno solare, la Roma si è poi dissolta. A Spalletti il compito di invertire la tendenza da qui a Natale.
Nel 2013, prima della sosta, la Roma veniva dalle 10 vittorie di fila e dai due pareggi contro Torino e Sassuolo. Dopo ce ne sono stati altri due, contro Cagliari e Atalanta, e uno con il Milan, intervallati soltanto dalla vittoria contro la Fiorentina. Diverso il discorso nel 2014: dopo la sosta di novembre per Garcia c’è proprio l’Atalanta e la Roma va a vincere a Bergamo 21 con reti di Ljajic e Nainggolan. Poi batte l’Inter in casa e il Genoa a Marassi, ma pareggia contro Sassuolo e Milan.
Lo scorso anno il calo più evidente: dopo la sosta la Roma pareggia 2-2 a Bologna nel diluvio, poi perde in casa con l’Atalanta, pareggia a Torino e a Napoli e riesce solo a battere il Genoa all’Olimpico. In mezzo, lo stentato pareggio con il Bate Borisov che regala la qualificazione agli ottavi di Champions fischiata da mezzo stadio e la clamorosa eliminazione in Coppa Italia contro lo Spezia.
Ora il campionato aspetta di capire se la squadra di Spalletti non si scioglierà con l’arrivo dei primi freddi. Dall’Atalanta al Chievo, passando per Pescara e, soprattutto, Lazio, Milan e Juve, arriveranno le risposte.
(Gazzetta dello Sport)
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